Novamarine Black Shiver 140

Novamarine Black Shiver 140

Novamarine Black Shiver 140: l'Hammer dei battelli non pneumatici, un 14 metri fatto per stupire

Battello pneumatico

14/01/2018 - 12:35

Novamarine Black Shiver 140 Jet

Novamarine è un marchio che, cercandone l’estrema sintesi, possiamo senz’altro definire diverso non solo nel panorama dei produttori di battelli pneumatici, ma in genere della cantieristica nautica. È un brand nato negli anni ‘70, prima come divisione nautica di Nova, azienda molto conosciuta nell’ambito outdoor, poi, trasferita la sede produttiva da Ravenna a Olbia, nel 1982, ha identificato un vero e proprio cantiere specializzato nella realizzazione di quelli che al tempo si chiamavano ancora canotti e oggi, per l’adozione di una carena in vetroresina, soluzione di cui Novamarine fu precursore, si chiamano RIB, acronimo di Rigid Inflatables Boats.

Sfidiamo che mastica un po’ di nautica, chi va da un po’ in mare per passione, a non ricordare i gloriosi Novamarine della serie “RH”. Impossibile, erano ovunque, sempre al fianco di diportisti e professionisti del mare: nelle pubblicità dei primi grandi yacht come tender, come supporto alle imbarcazioni che si sfidavano per la Coppa America, a bordo dei pattugliatori delle marine militari di mezzo mondo o più semplicemente all’interno dei porti turistici come mezzi di servizio a disposizione degli ormeggiatori. A Olbia ne producevano fino a 1.300 l'anno.

Proprio la costante attenzione al mondo della nautica professionale, la capacità di rispondere con la propria produzione alle più severe norme e richieste fatte dagli enti militari e dai corpi di polizia a mare, ha reso nel tempo i battelli pneumatici marchiati Novamarine diversi soprattutto in termini qualitativi, realmente fuori dal coro, con le immaginabili ricadute in termini di materiali e know how utilizzati nella costruzione. Una prerogativa che, nonostante le alterne fortune che hanno caratterizzato la storia del marchio, non è mai venuta meno, ma, anzi, sono state addirittura valorizzate dall’attuale proprietà. Se infatti è vero che all’inizio del nuovo millennio Novamarine fu uno dei primi cantieri al mondo a sviluppare gommoni i cui tubolari erano riempiti con schiumati – battelli conosciuti con l’acronimo TUG, che stava per Tecnology Ultra Generation – tale concetto è stato ancora sviluppato successivamente portando a brevettare una tecnologia ulteriormente affinata, dove il riempimento non viene più eseguito con schiuma ma con del materiale espanso a cellula chiusa. Oggi più che mai, pur avendo a listino tender e battelli sempre pneumatici, la produzione Novamarine è ancora fortemente legata a questo tipo di soluzione dei tubolari pieni, progredita come sono state ulteriormente migliorate le carene in termini di tenuta di mare, manovrabilità e prestazioni. Una continua fase di “tuning” delle linee d’acqua che oggi garantisce ai battelli Novamarine grande efficienza sia nelle configurazioni propulsive classiche, che sono fuoribordo ed entrofuoribordo, sia nella variante con idrogetti, soluzione nella quale l’engineering del cantiere può essere considerata fra le più specializzate al mondo per questa tipologia di scafi.

Il battello Novamarine sul quale abbiamo recentemente navigato, il Black Shiver 140, era appunto spinto da una coppia di jet Kameva-Rolls Royce, accoppiati a due poderosi Caterpillar da 560HP ciascuno, posti nell’ampio vano motori presente sotto al grande prendisole poppiero. Essendo però un battello full custom, come tutti quelli della gamma Black Shiver, tale configurazione è puramente indicativa in quanto la coperta può essere richiesta con un design e un allestimento più consono alle necessità di ciascuno. Ciò che sicuramente resta sempre immutata è la tecnologia costruttiva, in composito, con una stratificazione classica, caratterizzata però dall’utilizzo di resina vinilestere a matrice epossidica, con rinforzi in kevlar dove la struttura è più soggetta a sollecitazioni. Una soluzione che indubbiamente non premia il battello in leggerezza, ma che garantisce un indice di robustezza superiore, protezione dai processi osmotici e quindi una durevolezza assoluta del manufatto. In termini progettuali grande attenzione è stata posta nella ricerca di un ottimale bilanciamento dei pesi a bordo e di un baricentro quanto più basso per garantire la massima stabilità di questo battello. A differenza di tanti altri grandi gommoni, simili per dimensioni, dove i tubolari non toccano mai l’acqua, né nella condizione statica, da fermi, né dinamica, in velocità, in questo Novamarine invece anche i tubolari sono parte integrante del progetto idrodinamico, in quanto la loro porzione poppiera resta sempre immersa. Ciò è reso possibile proprio dal fatto che si tratta di tubolari pieni e dunque sagomabili in modo da toccare l’acqua e dare un notevole apporto in termini di stabilità. Una peculiarità che si percepisce stando a bordo ma soprattutto al timone, quando la barca riesce a conservare un assetto molto centrato, poco incline a perdere la poppa in derapata anche quando si impongono virate strette in piena velocità. Una peculiarità estremamente positiva che va a sommarsi alle doti di manovrabilità superiori che proprio la configurazione jet garantisce.

In navigazione, vuoi per il dislocamento dell’imbarcazione vuoi per le linee d’acqua con prua affinata e deadrise di 20°, la barca riesce a dare subito il metro delle sue doti marine, del suo essere poderosa e in grado di rompere onde anche pronunciate, senza subirne i colpi. Qualcuno che era in navigazione con noi durante il test ha paragonato questo Black Shiver 140 a un Hammer (il possente fuoristrada in dotazione alle forze armate americane), un "all terrain" del mare, e dobbiamo dire che il raffronto è sembrato anche a noi calzante. E’ un mezzo che pare quasi inarrestabile, capace di garantire velocità di crociera elevate, prossime alla massima (48 nodi), anche quando le onde superano il metro. La spinta dell’abbondante cavalleria presente a bordo è ben percepibile non appena si affonda sulle manette e i Kamewa rispondono immediati sparando via tutta la forza dei loro getti d’acqua, e l'accelerazione diviene entusiasmante. Ma l'adrenalina prende a scorrere forte soprattutto quando si cerca di mettere in crisi l'opera viva di questo Novamarine, impartendo accostate decise col timone, zigzagando, disegnando 8 sull'acqua, facendo virate a 360°. Lo scafo riesce sempre a restare abbastanza piatto, con una tendenza al rollio sicuramente inferiore rispetto ad altri, dando la sensazione di essere su un binario. Anche il calo di velocità, fisiologico nell'evoluire, finisce in un attimo: non appena la rotta torna dritta, il dato del GPS ricomincia a salire.

Timonando il pilota gode di un ottimo livello di protezione dal vento e anche dalle intemperie, vista la presenza sul modello da noi provato di un hard top, rigorosamente in carbonio, che l’armatore ha voluto generoso, a copertura anche di buona parte del pozzetto.

Il cassero di guida, ampio, è stato sfruttato ricavando al suo interno un locale bagno con wc marino e doccia.

Oltre al citato prendisole poppiero, il layout prevede anche la presenza di un attiguo divano, mentre la prua si caratterizzava per un allestimento che prevede una dinette perimetrale contrapposta a un secondo divano fronte marcia, entrambe servite da un tavolino centrale. Una superfice d’appoggio per pranzi o pic-nic che, potendo essere abbassata, riesce a trasformare tutta l’area in un secondo grande prendisole.

Anche in termini di tappezzerie, accessori, colori, legni e quant’altro, il Black Shiver si conferma un prodotto tailor made, cucibile addosso ai gusti dell’armatore.

In conclusione, abbiamo navigato su un mezzo che non possiamo definire RIB perché i suoi tubolari non si possono gonfiare, ma nemmeno bucare; sul quale vengono enfatizzate le peculiarità positive dei battelli pneumatici in termini di stabilità e doti di navigazione, perché i tubolari fanno parte dell’opera viva; nei quali vengono ridotti i limiti dei gommoni, visto che i tubolari pieni hanno un diametro ridotto rispetto a battelli di pari dimensioni e dunque la superficie utile interna dell’unità è maggiore, come quella di una barca; la falchetta del Black Shiver è alta, come alta e protettiva è la murata, e attrezzata con tientibene in acciaio inox robustissimi, che dà sicurezza e che altrimenti, su un battello normale, non sarebbero installabili. C’è sembrato poi ottimo anche il livello di finitura complessivo di scafo, coperta e allestimento, adeguato al prezzo elevato del mezzo. Prezzo che il costruttore non comunica ufficialmente, in quanto suscettibile di ampie variazioni a seconda dell’allestimento richiesto.

 

Lunghezza f.t. m 13,85 m – Lunghezza al galleggiamento 12,10 m - Max beam 3,86 m – Draft 0,65 m - Max height above wl 3,10 m – Deadrise 20° - Fuel tanks 1.500 lt - Water tanks 200 lt - Engines Inboard Up to 2 x 550 HP - Engines outboard Up to 3 x 350 HP - Propulsion inboard Jet Rolls-Roice Kameva – Hull Vtr, Vinilester and Kevlar - Tubular Foam - Max. speed 48 kn – Cruising speed 35 kn – Range 350 nm - Max nr. passengers             30 – Galley 1 – Head 1 - Class CE cat “B”

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