Un classico runabout Tullio Abbate

Un classico runabout Tullio Abbate

Un giorno nel cantiere Tullio Abbate, un viaggio nella storia della nautica

Barca a motore

13/06/2025 - 09:25

Ci sono luoghi, nomi, persone… aspetta che detto così sembra l'inizio di “Nomi, cose, città…”. Giriamola meglio: ogni tanto capita di incontrare dei pezzi di storia che, se sei appassionato di una certa materia, ti emozionano. E torni a casa con qualcosa in più.

Passare una giornata con Tullio Abbate Jr sul Lago di Como, per chi ama la nautica, è come entrare in un libro di storia — ma di quelli belli, vissuti, che profumano di resina, legno e benzina. Tanto per cominciare, vai a vedere dove si trovano le due sedi dell'azienda. Non solo l'ufficio di rappresentanza e sede sull'acqua che è a Tremezzina.

Dove tutto inizia: il Lago, la strada, il garage

Qui ci si trova in quella sponda occidentale, nel comune lariano dove la densità di hotel cinque stelle è pari a quella delle auto che circolano sulla strada che costeggia il lago. Non dico la superstrada "borghese" a quattro corsie che hanno costruito il laghée orientali. No, qui siamo dove scorre la strada che ancora oggi ricalca in buona parte (anche per dimensioni) il tracciato dell'antica via Regina che da Mediolanum, la Milano romana, arrivava fino a Chiavenna. 

Chiunque si sia trovato a percorrere quella via tra traffico locale, turisti e autobus di gitanti può immaginare cosa significhi spostare le barche da queste parti. Chi non lo sa si immagini una trafficata via cittadina all'ora di punta. Ancora più incredibile è vedere dove Tullio Abbate sr ha dovuto mettere la sede operativa per lavorare la vetroresina. 

Senna 42

La passione non è solo quella degli innamorati

Questo materiale viene portato in cantiere alla metà degli Anni '60 del secolo scorso, a dispetto della volontà del fondatore e padre Guido che dagli Anni '40 costruiva barche in legno per gare e semplice diporto. I vari regolamenti comunali impedivano attività di laminazione e stampaggio di materiali plastici entro una certa distanza dalle sponde lacustri e così il miglior compromesso è stato stabilirsi a Schignano. 

Ecco, sfrutta l'opportunità che ti dà Google Maps e guarda che strada collega la sede produttiva con il più vicino punto per varare una barca. Mentre andiamo in auto a visitare la sede produttiva, dico a Tullio jr: "Mi immagino che passione, ma intesa come quella di Cristo, affrontare ogni volta questi tornanti quando spostate le barche". Al che, con un mezzo sorriso, l'attuale amministratore della compagine aziendale mi racconta: "Pensa che abbiano portato giù un 24 metri da là…"

14 km in 8 ore

Doveva essere un eli-trasporto: tra una cosa e un'altra mezz'ora di impegno. Il giorno prima del trasferimento ci dicono che la società non aveva i permessi per fare passare i suoi elicotteri sopra delle linee elettriche: era ben prima che Bertarelli facesse volare i suoi scafi da Coppa America sopra le alpi svizzere. Così adattano un furgone a trattrice, lo attaccano all'invaso e ci caricano sopra lo scafo. 

A precedere il trasporto molto eccezionale una gru che, a ogni tornante, toglie la barca dalla sella, la tiene sospesa e, mentre il carrello manovra per superare la curva, la porta sopra al punto in cui può essere rimessa sul rimorchio. "Vedi quella chiesa?", mi chiede indicandomi una piccola pieve sul bordo esterno di una curva a gomito. "Sul lato sinistro ha il tetto più nuovo: glielo abbiamo ricostruito perché abbiamo dovuto toglierne un pezzo per fare passare la prua della barca". 

Il cantiere: officina e museo

Alla fine, per coprire i 14 km che separano la sede lacustre da quella produttiva sono state impiegate 8 ore. I capannoni di Schignano non ospitano solo il cantiere dove ancora oggi costruiscono internamente ogni pezzo che completa un Tullio Abbate, ma è anche una sorta di museo dove sono ospitati alcuni dei pezzi storici, in gran parte dedicati alle gare, tra le oltre 8500 barche prodotte dal costruttore lariano. 

Come il Folgore: il catamarano da 1300 kg con 1000 cavalli generati da un 8200 cc Lamborghini vincitore nel 2002 e nel 2016 della Centomiglia del Lario. Oppure due delle barche sviluppate insieme al 10 volte campione del mondo Guido Cappellini, la Formula 2 Endurance barca con cui sono state vinte 4 edizioni della 24 ore di Rouen, affiancata dalla e la Formula 2 Sprint. 

Grazie alla loro vicinanza anche i meno esperti riescono a vedere la differenza tra la prima "un carro armato che deve durare 24 ore e un secondo, più stretta e lunga" e l'altra "una macchina da pista, più corta e larga che affronta gare che durano 40 minuti". Il Sun International, la barca che nel 1985 Tullio sr. costruì in alluminio con cui Stefano Casiraghi debuttò in Classe 1. 

Tullio Abbate sr e Ayrton Senna

Ci sono le Tullio Abbate Kid, le barche che il cantiere realizza per la scuola di guida sportiva e destinata a creare i futuri piloti e che anche la figlia Ginevra già conduce spinta da fuoribordo da 20 cavalli. Ci sono i Villa d'Este in Mogano di rara bellezza. 

C'è il primo e originale Senna 42 realizzato per l'indimenticato Ayrton, lo stesso esemplare presentato da Vivian Senna, Tullio sr e il principe Alberto a Monte Carlo nel 1995, quest'anno rimotorizzato con due BPM 12 cilindri 12 litri a carburatori, che è stato usato come vip shuttle per il concorso di Eleganza a Villa d'Este. E poi i modelli per la Pavia Venezia oppure gli esemplari di "ricerca" come il Mito 33 a idrogeno.

Il presente: cosa fa oggi il cantiere

Dopo la scomparsa di Tullio Sr nel 2020, l’azienda è passata a Tullio Jr, che ha preso il timone con lo stesso spirito competitivo. Anche lui dotato di un lungo palmares di vittorie (meglio mostrarlo con i fatti che dirlo così).

Oggi il cantiere lavora su più fronti:

Costruzione custom: ogni barca è fatta su misura, cucita addosso al cliente come un abito sartoriale. Il processo va dall’idea alla prova in acqua, con la supervisione del team e di Tullio Jr in persona.

Barche da corsa: la velocità è ancora nel DNA di famiglia. Le barche da competizione sono un laboratorio a cielo aperto per testare tecnologie poi usate anche nei modelli da diporto.

Progetti speciali: one-off, barche fuori dagli schemi, nate da richieste specifiche. Spesso sono vere e proprie sfide tecniche.

Restauri: riportare in vita modelli d’epoca senza snaturarne l’anima. Come restaurare una Ferrari d’epoca, ma sull’acqua.

Servizi su misura: gestione yacht, preparazione al charter e tutto quello che serve per godersi la barca senza pensieri.

Barche con personalità
Chi sceglie un Tullio Abbate, non cerca solo una barca. Cerca un’estensione del proprio stile, un oggetto che racconti qualcosa di sé. Ogni modello ha un’anima, e nasce per essere unico.

Tra i progetti più interessanti degli ultimi anni:

Armonia 28’: compatta ma elegante, ideale per affiancare la linea Villa d’Este. 8,6 metri, un solo motore, costruita unendo modellazione 3D e mani esperte.

Miss Villa d’Este: versione su misura con motori entrobordo-fuoribordo, pensata per un cliente che voleva “l’eleganza classica ma a modo mio”.

Mito 33’: evoluzione della linea Mito, con stile contemporaneo e tecnologia aggiornata. Sempre personalizzabile.

Elite 27’ Hydrogen: sviluppata insieme a Inocel, è la prima vera barca a idrogeno pronta all’uso.

Mito 33’ Hybrid: installato il primo sistema ibrido con Seatek.

Offshore 45’: reinterpretazione moderna della mitica Senna 42, ora anche con propulsione fuoribordo (a Tullio jr fa un po' storcere il naso, la soluzione, ma alla fine il mercato comanda).

Gilles Villeneuve a bordo di un Tullio Abbate

Non solo barche, ma storie

In fondo, un Tullio Abbate non è solo un oggetto. È una storia, un simbolo, una passione che ha attraversato tre generazioni.
E sul Lago di Como, tra le acque scure e le ville liberty, queste barche continuano a raccontare — con eleganza e gorgoglio di motori dalle grosse cilindrate — una delle più belle avventure della nautica italiana e mondiale.

Giacomo Giulietti

©PressMare - riproduzione riservata

PREVIOS POST
Campionato Mondiale UIM E1: il primo campionato di motonautica elettrica al mondo
NEXT POST
Il Suzuki DF300BMD porta al successo la Missione Olimpia 2025