Prada Cup, RR3, Luna Rossa vs. Ineos Team UK 
ph. COR36/Studio Borlenghi

Prada Cup, RR3, Luna Rossa vs. Ineos Team UK ph. COR36/Studio Borlenghi

Prada Cup, l’opinione di Tommaso Chieffi in vista della semifinale

Sport

28/01/2021 - 09:17

Tattico di fama mondiale, con 4 campagne di America’s Cup, una Louis Vuitton Cup vinta (Il Moro di Venezia), una partecipazione olimpica in 470 con il fratello Enrico (quinti a Los Angeles) ben 28 campionati del mondo e il Louis Vuitton Trophy di Nizza, nel 2010 sulla rinata Azzurra, vinti, Tommaso Chieffi è uno dei velisti italiani più conosciuti e stimati a livello internazionale. Siamo lieti di ospitare le sue riflessioni sulla 36ma America’s Cup, le cui Challenger Series, la Prada Cup, sono in corso ad Auckland, in Nuova Zelanda.

Conclusi i Round Robin ad Auckland in Nuova Zelanda, e in attesa delle semifinali di Prada Cup, abbiamo dei risultati, secondo me, promettenti. Luna Rossa esce sì sconfitta dall’incontro con Britannia, ma si tratta del team che ha mostrato, in questi due ultimi fine settimana, una velocità e un acume tattico notevole, ribaltando completamente la performance a dir poco negativa di Natale, dove lo skipper Ben Ainslie è stato pesantemente attaccato soprattutto dai media britannici. Ineos Team UK ha lavorato su ogni aspetto della barca, cambiando il software che regola le ali in acqua, probabilmente la loro incidenza, e altresì lavorando sul piano velico, con una nuova randa, boma e modo di regolarla. Soprattutto, cosa molto importante, hanno messo a punto un sistema di lavoro dell’equipaggio che permette di avere un tattico dedicato, libero da ruoli manuali a bordo, che probabilmente ha fatto la differenza nelle condizioni difficili di Auckland.

Prendiamo però i lati positivi di questi primi incontri, dove Luna Rossa ha fatto delle cose ottime anche se, per una serie di circostanze probabilmente derivanti anche dall’impostazione con i due timonieri, scelta che la distingue da tutti gli altri team presenti ad Auckland, non ha raccolto quello che avrebbe potuto. Abbiamo visto infatti dalla onboard camera come piccole indecisioni, parliamo di ritardi nell’ordine di un secondo o poco più, a quelle velocità si risolvono in sbavature abbastanza evidenti nel posizionamento. Su una barca con due timonieri che si alternano tra la conduzione e il flight control, questo tipo di comunicazione deve essere perfetto, ed è su questo che i nostri devono lavorare per ottimizzare un metodo che ha già una base ottima.

Terminiamo i Round Robin con le immagini nella mente di un’ultima prova da cardiopalma, con ben nove passaggi di testimone su sei lati di regata, una primizia in un tipo di regata che a volte si rivela scontata fin dall’inizio. Molto si è discusso delle penalità che Britannia avrebbe potuto subire in seguito alle proteste della nostra Luna Rossa; personalmente, da velista, credo che fossero tutte verdi ed aggiungo che credo fermamente si debba avere fiducia nel sistema, la giuria è interamente formata da giudici internazionali e pertanto molto competenti, inoltre hanno accesso a tutta una grafica computerizzata che lascia poco margine all’errore. Sarebbe un peccato pensare che i giudici possano essere influenzati dalle personalità in campo e non renderebbe giustizia all’integrità e alla bellezza dell’evento stesso, che è, e deve rimanere, un evento sportivo improntato al rigore e alla giustizia.

Cosa può fare Luna Rossa in preparazione alle prossime regate in cui incontrerà Patriot del New York Yacht Club? Deve continuare a credere nel suo modo di lavorare, cosa che ha fatto con successo negli ultimi due anni, e continuare a smussare quelle punte, quei piccoli errori che hanno fatto la differenza tra vincere e perdere, a volte per distacchi irrisori. Luna Rossa è molto solida, con due timonieri di stazza internazionale, un team progettuale, di costruzione e di progettazione all’altezza dei migliori come dimostrato dalle eccellenti performance della barca in tutte le condizioni, con vento leggero dove sono la barca da battere, e con vento forte dove non hanno nulla da invidiare ai loro avversari. Sicuramente si troveranno di fronte un Patriot con una forte volontà di riscatto, dopo il disastroso rovesciamento del fine settimana passato, ma che avrà comunque dei problemi di adattamento perché saranno rimasti chiusi in cantiere per più di dieci giorni senza la possibilità di navigare e di prendere quella necessaria confidenza, quel feeling che diventa seconda natura, e che fa sì che uomo e mezzo sia un una cosa sola.

Per concludere, Luna Rossa c’è, credo che abbia trovato sulla sua strada l’avversario più ostico che potesse trovarsi, un Britannia così motivato a fare bene, proprio dalla pessima performance di Natale, a cui è andato dritto praticamente tutto. Adesso bisogna raccogliere le forze e le energie, quelle mentali in particolare, per trovarsi ad affrontare questa sfida che non sarà certamente meno impegnativa, per cercare di infliggere da subito all’avversario un pesante knockout e fare in modo che non possa riprendersi. Anche se può apparire brutto da dire dal punto di vista sportivo, questo è il modo in cui Luna Rossa dovrà affrontare questa nuova sfida per garantirsi l’accesso a quella finale che, a mio parere, è pienamente meritata.

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