L'Akhir 42S dei Cantieri di Pisa

L'Akhir 42S dei Cantieri di Pisa

Cantieri di Pisa: il rilancio affidato a Gaspare Borghini?

Superyacht

26/05/2020 - 11:39

Del nuovo corso di Cantieri di Pisa eravamo stati fra i primi a darne notizia, a novembre del 2018. Sea Finance srl Genova, controllata da Philippe Bacou – armatore e imprenditore francese, conosciuto soprattutto per la sua attività nell’ambito del charter nautico, nel quale opera attraverso l’azienda monegasca YOTHA - ormai quasi due anni fa ne aveva rilevato marchio e stabilimenti.

Fondati nel 1945 a Limite sull’Arno per costruire barche a vela, dal 1955 produttori di motoryacht, dopo aver vissuto momenti di fulgore sotto la guida di Gino Bini e Antonio Sostegni, il cui apice fu probabilmente raggiunto durante gli anni ’90, i Cantieri di Pisa nella loro storia più recente sono passati nel toboga delle acquisizioni effettuate prima dal Gruppo Camuzzi – sotto la cui egida finì assieme al cantiere tunisino Wally Magic e a Baglietto – e poi dalla Mondomarine di Alessandro Falciai - nel suo ricco curriculum anche quello di ex presidente di Monte dei Paschi di Siena - che con la gestione congiunta con Roberto Zambrini, l’ha condotta fino al baratro del fallimento. Un emblema di come certa finanza, puramente speculativa e talvolta torbida, possa fare il male delle aziende, anche quando sono di blasone.

Anche se gli stabilimenti dei Cantieri di Pisa avrebbero bisogno di essere aggiornati, la loro posizione oltremodo strategica, affacciati sul Canale dei Navicelli che li collega direttamente al mare, e la presenza al loro interno di tre superyacht da ultimare, compresi nel fallimento, hanno fatto pensare che i 2.6 milioni di euro sborsati, fossero davvero un buon colpo messo a segno da parte di Bacou & soci, gente che di nautica ha esperienza, specie nell’ambito degli yacht extra lusso. Eppure, pare non sia così, nel senso che a distanza di tanto tempo dall’operazione, a parte alcuni interventi effettuati su alcune barche entrate in cantiere per manutenzione, Cantieri di Pisa non solo non sta producendo nuove barche ma i tre Akhir disegnati da Carlo Galeazzi ai tempi di Camuzzi – due 108 e un 118 piedi – messi in produzione una dozzina di anni fa, restano ancora lì da completare. Anche se non hanno mai toccato l’acqua, i loro 12 anni di vetustà rappresentano un fardello che ne rende difficile la vendita, non tanto per il design - Galeazzi, attualizzando il lavoro di Pier Luigi Spadolini, fece al tempo un ottimo lavoro – quanto per uno stile e un’immagine d’antan e per gli impianti installati a bordo, non aggiornati.

Solo per mettere in moto i motori, nuovi ma di una generazione precedente, si dice sia stato necessario un cospicuo investimento di svariate centinaia di migliaia di euro. Fonti accreditate da noi interpellate, tuttavia, dicono che ai Cantieri di Pisa in questo momento ci sono due possibili armatori interessati alle due imbarcazioni più avanzate, uno dei 108 e il 118.

I ben informati dicono che la gestione del cantiere sarebbe di recente passata dalle mani di Pietro Comerro a quelle di Gaspare Borghini, uomo molto navigato della yacht industry, che ha diretto in tempi più recenti i Cantieri Baglietto durante la proprietà Camuzzi, al tempo eletto anche nel Consiglio UCINA. A lui andrebbe la responsabilità di organizzare e gestire, la tanto sperata ripartenza degli storici cantieri. 

Aspettiamo pertanto i nuovi piani di sviluppo dei Cantieri di Pisa, di cui si parla sin da quando Bacou ha preso il timone del cantiere, ma dei quali ancora non si è visto un progetto concreto. Sarebbe un peccato se un brand che ha fatto la storia della nautica Made in Italy dovesse essere limitato a operare nella sola, pur redditizia, attività di refit.

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