Paolo Sanguettola, il finanziere che ha rilanciato Tuccoli

Paolo Sanguettola, il finanziere che ha rilanciato Tuccoli

La ricetta di Sanguettola, il finanziere che ha rilanciato Tuccoli

Barca a motore

01/11/2021 - 12:59

Mare e mercati non si controllano, eppure un bravo marinaio sa navigare e un bravo consulente sa quando e come è meglio investire. Affrontare il mare formato o investire i propri averi con i mercati in subbuglio, come in questo periodo, possono essere esperienze adrenaliniche e se hai un bagaglio tecnico che lo permette, alcune tra le situazioni più estreme possono rivelarsi piacevoli, e contro ogni aspettativa possono essere vissute con calma e serenità.

Tutto ciò diventa evidente sentendo parlare Paolo Sanguettola che se ne intende sia di mare sia di mercati. Da quattro anni l’imprenditore bergamasco è l’amministratore della Nuova Tuccoli, lo storico cantiere che dagli Anni 50 costruisce solide e apprezzate barche da pesca sportiva, fisherman Made in Italy che poco hanno da invidiare rispetto agli scafi d'oltre oceano. Una gamma oggi articolata su sette modelli compresi fra i 21 e i 44 piedi di lunghezza: Tuccoli T210 VM; T250 VM, T250 Capraia; T280 FB; T 280 EB; T370; T 440.

Il suo bilancio riguardo all’esperienza che sta vivendo è solo positivo.

 "La mia storia nella nautica è una bella storia, non solamente per una questione economica, ma perché con Tuccoli ho potuto sperimentare cosa, come ogni grande azienda che si rispetti, ci si aspetta affinché questa stia al passo con i tempi, che costruisca bene, con qualità ma che sia attenta anche ad altri aspetti a questo punto imprescindibili in ogni attività produttiva. Ormai abbiamo le tecnologie per riuscire a ridurre l’impatto ambientale ed è impegno e responsabilità delle aziende operare in tale direzione...

Costruire una barca - prosegue Sanguettola - significa passare da un’idea, alla creazione pratica di un oggetto come un fisherman, così complesso, funzionale, solido ma anche estremamente ricercato. Vengo dal mondo della finanza, dove tutto è intangibile. Girano moltissimi soldi ma non si produce nulla: provo quindi molta soddisfazione a vedere nascere concretamente le nostre barche».

Come anticipato, prima di approdare a Collesalvetti (Livorno) dove i modelli di Tuccoli prendono forma e vita, l'amministratore ha maturato una lunga esperienza in ambito finanziario. Laureato alla prestigiosa Bocconi di Milano ha ricoperto ruoli dirigenziali in Assiafin Sim Spa, JD Farrods Sim Spa e quindi Cortalsim Spa. Socio fondatore ed infine Amministratore Delegato della Total Return Sgr Spa. Socio fondatore ed Amministratore Unico di tre società immobiliari, nonché responsabile per il reclutamento e il coordinamento di Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede e Private Bankers della AlpenBank di Bolzano. Dall’ alto della sua ormai quasi trentennale esperienza sa come intuire e scoprire i segnali di un mercato in movimento e di come essere pronto ad affrontarlo con la massima serenità.

Quando gli chiediamo cosa l’ha colpito della yacht industry dopo esserci entrato e dopo aver cercato di rilanciare un cantiere rilevato da un fallimento, ci risponde che «trovo sbalorditivo il processo con cui noi costruttori andiamo a preparare tutto, dalle strutture per la costruzione al numero di persone necessarie, per far sì che il prodotto finito abbia le caratteristiche  necessarie a rendere felice il cliente quando è in mezzo al mare, ma anche sua moglie! La vera sfida è mettere insieme tutti questi professionisti per arrivare al prodotto che ci siamo prefissati di raggiungere.»

Una delle questioni che lo hanno fatto più riflettere è stata la presa di coscienza avuta al momento di prendere il timone della Nuova Tuccoli: nonostante il nostro paese fosse tra i migliori del mondo a livello economico e uno dei principali costruttori di imbarcazioni da diporto, molte aziende italiane dopo il periodo della crisi stavano svendendo all’estero.

«Possibile che le nostre aziende abbiano collezionato così tanti debiti e non siano riuscite a rimanere a galla nonostante l'eccellente situazione di partenza? Se è vero che le cose migliori nascono dalle sofferenze, questa sembrava l’occasione giusta per mettersi in gioco e dimostrare che l'industria nautica italiana è diventata finalmente adulta. Senza dubbio le circostanze di quel momento storico lasciavano intravedere la possibilità di gettare le basi per una svolta nel settore, per renderlo solido come realtà industriale del paese e non solo un contesto in cui spesso si diventa costruttori quasi per gioco, senza avere basi solide: né tecniche né imprenditoriali»...

Ma come si fa a rimanere sereni mentre il mare è in tempesta? Secondo Sanguettola, vista la propria conoscenza finanziaria e bancaria, per rimanere a galla in questo ambiente servono due cose: esperienza e spalle larghe. La prima perché senza è difficile sapere dove mettere le mani e come agire nelle situazioni di stress e difficoltà. Le spalle larghe, vale a dire i capitali aziendali, sono mancate per poter sopportare i colpi che certi periodi storici hanno dato al nostro paese e hanno permesso che il mercato fosse quasi azzerato.

«Probabilmente il settore è crollato perché basato su aziende che andavano avanti già a debito e non potevano permettersi effettivamente di reggere i colpi di un'economia meno florida. Penso che sia fondamentale saper valutare lucidamente le necessità e i patrimoni disponibili, saper far tornare i conti, approcciarsi al mondo della yacht industry con determinazione e risorse adeguate e seguendo le giuste strategie di marketing. Con questo approccio si arrivano a raggiungere grandi soddisfazioni!».

Per favorire una migliore competitività dei cantieri entro e fuori dai confini nazionali aggiunge: «Fare squadra potrebbe essere la soluzione per rendere il nostro lavoro migliore. Lo sarebbe nel piccolo, con un cantiere che lavora all’unisono e si muove a ritmo, come lo sarebbe nel grande, con i produttori che lavorano facendo gruppo e in maniera specializzata, cercando di interconnettersi e strutturare una rete partendo dal livello locale. Ne gioverebbe tutto il sistema, avendo un efficientizzazione di tutta la catena, dall’arrivo dei pezzi alla vendita del prodotto finito.»

In effetti, si è sicuramente più sereni pensando a collaboratori o colleghi dei quali ci possiamo fidare e con i quali lavoriamo verso un'unica direzione. La buona riuscita di un progetto è molto dipendente dall'efficienza con cui le singole parti lavorano insieme. A riguardo, il consiglio spassionato che cogliamo nelle parole di Paolo è questo: dal cantiere ai distributori, dovremmo tutti impegnarci per fare squadra rendendo il nostro lavoro più agile e più ricco di soddisfazioni. «Sono così convinto che l'unione sia propedeutica a risultati sempre più gratificanti, che abbiamo da poco inaugurato, ufficializzandola proprio durante lo scorso Salone di Genova, una collaborazione con il marchio Phiequipe. Un'azienda toscana che realizza splendide barche dagli 11 ai 21 piedi ottime sia come tender sia come elegantissimi  daycruiser. La specificità di Phiequipe nel design e nella ingegneria, si avvicenda molto bene con la capacità produttiva e l’arte marinara che sono nel DNA del cantiere Tuccoli».

In effetti, si è sicuramente più sereni pensando a collaboratori o colleghi dei quali ci si possa fidare e con i quali lavorare verso un'unica direzione. La buona riuscita di un progetto è molto dipendente dall'efficienza con cui le singole parti lavorano insieme. A riguardo, il consiglio spassionato che cogliamo nelle parole di Paolo Sanguettola è questo: dal cantiere ai distributori, tutti si dovrebbero impegnare per fare squadra, rendendo il lavoro più agile e maggiormente ricco di soddisfazioni.

La sua idea sul mercato nel momento che stiamo vivendo, è chiara: «Dalla fine del primo lock down per Covid, abbiamo una classe borghese che sta perdendo potere d’acquisto, mentre troviamo una ristretta nicchia di persone che erano già ricche oggi ancora più arricchite. Alla luce di queste considerazioni diciamo che come cantiere ci stiamo orientando sulla produzione di barche più piccole, al contrario di come abbiamo sempre fatto e di come in genere si muovono i cantieri nautici, che da anni ormai vanno verso una costante crescita dimensionale dei modelli offerti. In Tuccoli, per esempio, puntiamo a produrre in questa stagione 20 unità del T210, l'ultimo modello presentato, da dividere con i nostri dealer sul  territorio nazionale. A due mesi dalla fine del 2021 siamo già a 17 esemplari venduti, quindi siamo in linea con le previsioni» «Inoltre», aggiunge con orgoglio, «Tuccoli ha iniziato lo sviluppo della sua rete dealer esteri, iniziando relazioni con paesi europei come la Spagna o addirittura oltreoceano come l'Australia».

Tornando a parlare di ambiente, Tuccoli ha deciso innanzi tutto di stringere una partnership con Suzuki perché la sua gamma garantisce performance davvero molto interessante non solo in termini velocistici o di erogazione della potenza, ma soprattutto perché i fuoribordo del costruttore giapponese hanno consumi molto contenuti, ai vertici rispetto a ciò che offre il mercato. Il loro sistema di combustione magra brucia meno benzina e dunque consente di ridurre l'impatto che l'uso della barca ha sulla natura. L’ufficio studi dell’azienda sta cercando, inoltre, soluzioni per materiali ecocompatibili e biodegradabili da poter usare sia durante la costruzione sia come fonte di alimentazione alternativa.

"I motori elettrici stanno per entrare nel mercato - continua Sanguettola - e ci permetteranno grandi passi in avanti, sia a livello di impatto ambientale sia a livello di autonomia. Ridisegnando gli scafi potremo ottenere dei risultati di consumo incredibilmente vantaggiosi rispetto a quelli ai quali siamo abituati. Sarebbe bellissimo infatti poter viaggiare velocemente e in silenzio, un lusso che oggi è concesso soprattutto a chi va a vela..."

«Sono da sempre un appassionato velista e quando le condizioni lo permettono un'uscita in barca a vela con la famiglia è una cosa che mi piace molto fare. Tuttavia, vista la praticità e l’uso che ne faccio per lavorare, confesso che navigare su un Tuccoli, potendo godere il comfort e le prestazioni delle nostre barche, ma mia passione per la nautica a motore è ormai sbocciata."

Ridotta ai minimi termini la ricetta di Paolo Sanguettola per trasformare un'avventura imprenditoriale in un'impresa di successo, è semplice ma non necessariamente facile da realizzare: «avere fiducia nelle proprie potenzialità, riconoscere i propri limiti e credere sempre e fino in fondo in ciò che si fa». Al momento, dopo aver riportato l'azienda in condizioni di guardare al futuro con ottimismo, ha ancora un sogno: «che i fisherman Tuccoli siano riconosciuti come emblema di stile italiano, di solidità e per le doti marine superiori».

A giudicare dai risultati che il suo cantiere sta ottenendo, sembra che Sanguettola possa aprire gli occhi serenamente perché l'intangibile onirico si trasformi in una concreta realtà.

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