Barca in legno River Breeze, Frank Stephenson
La barca in legno ha un futuro? Immaginiamo quale potrebbe essere
La barca in legno ha indubbiamente un fascino diverso, specie quando il materiale di costruzione è a vista, tirato a lucido, caldo, venato. Le barche in legno sanno di classico, di storia, di tradizione marinaresca, perché i gusci un tempo erano fatti di solo legno, almeno fino a quando nella nautica si è andato diffondendo l'uso della vetroresina, oggi dilagante. Ma è davvero finito il tempo delle barche in legno? È una domanda che abbiamo rivolto a uno dei nostri contributori tecnici, il "blogger" Michele Ansaloni.
La barca in legno per efficienza strutturale
Il legno è un materiale meraviglioso, è un composito naturale unidirezionale fatto di lignina e cellulosa. Aveva qualche difettuccio, ma dagli anni 70 circa con un ritocco a base di epossidica è diventato impermeabile e stabile, per accoppiarlo non c’è più bisogno di collegamenti meccanici solo d’incollaggi, così le costruzioni di legno sono diventate robuste e rigide più delle altre.
A parità di peso una tavola di legno è molto più rigida di una lamiera di metallo e solo strutture molto complicate tipo sandwich con nomex e carbonio sono in grado di batterlo. Seguendo le regole di costruzione a regola d’arte degli yacht fino a 30 m di lunghezza, il peso in più della struttura in legno, rispetto a quella in vetroresina, è trascurabile. Se poi verifichiamo l’efficienza strutturale del legno in senso stretto, cioè il quoziente tra peso supportante e peso supportato, il legno è imbattibile quindi, ci sarà ancora possibilità in futuro di scrivere formule che maggiormente si avvicinino ai limiti strutturali del materiale. L'acciaio pesa 7.800 kg/mc e resiste a un carico di 5.100 kg/ cmq. Il legno, invece, pesa 550 kg/mc e resiste a un carico di 805 kg/cmq 7800/5100=550/805c . Risolvendo per c= 2,2. In parole povere il legno è strutturalmente due volte e due decimi più efficiente dell'acciaio.
La barca in legno per la sostenibilità
Due parole, sostenibile e circolare, si confrontano oggi quando si parla di futuro. Entrambe fanno riferimento alle risorse limitate della terra e all’uso che ne facciamo. L’utilizzo dei combustibili fossili ha portato grande ricchezza, ma ci sta mettendo a confronto con i cambiamenti climatici e con tutte le loro conseguenze che sono per l’appunto NON SOSTENIBILI. La sostenibilità fa riferimento a un mix energetico e dei consumi, che non ci metta in questa situazione. Circolare è una via per arrivare alla sostenibilità. La differenza tra processi naturali e processi umani, sta proprio nella gestione degli scarti di cui l'uomo si è finora disinteressato. La rimessa in circolo di tutti gli scarti sotto forma di materie prime per altre trasformazioni, è l'obiettivo ultimo dell’economia circolare. Nel nostro caso specifico, parlando di legno, possiamo dire che è sia sostenibile che circolare. Sostenibile, in quanto gli impianti per la trasformazione del legno, a partire dai tronchi, possono estrarre fino all’80% del loro fabbisogno energetico dalle biomasse, trattate sotto forma di corteccia, trucioli e segatura. Inoltre, poiché il legno di per sé imprigiona carbonio, otteniamo un bilancio addirittura negativo, mentre altri materiali tra cui il cemento e i metalli hanno un bilancio energetico fortemente positivo. La circolarità del legno è evidente, persino i rulli per i cavi elettrici in legno vengono riciclati per ottenere i vari composti da immettere nuovamente sul mercato.
La barca in legno per l'economia
Benché sia possibile costruire delle imbarcazioni di legno in serie, non credo che questa possa essere la via maestra, per la riluttanza dell’industria a riporre il know how acquisito con la vetroresina. Tuttavia il lavoro artigianale è destinato a modellare la società del prossimo futuro. Certamente l’artigianato dovrà cambiare, acquisendo le capacità commerciali consentite da internet e le capacità tecniche consentite dalla stampa 3d. Il motore di questo mutamento sta nel mercato del lavoro. Le previsioni più realistiche vedono, infatti, una sempre maggiore automazione delle grandi aziende e un sempre maggiore assorbimento di manodopera da parte di imprese artigianali a bassa densità di capitale. Ritengo possibile in questo scenario che brand affermati estendano la loro influenza su artigiani “doc” per coprire delle nicchie di eccellenza, creando delle connessioni Davide - Golia tutte da sperimentare. Se questo potesse accadere, il legno tornerebbe a occupare il posto che merita non solo nel settore del mobile ma anche nei settori abitativo e nautico, con una percentuale di case e barche in legno maggiore di quella che possiamo vedere oggi.
Michele Ansaloni