Una fase della costruzione di un tender

Una fase della costruzione di un tender

Ho deciso, mi faccio una barca: l’hobby dell’autocostruzione

Didattica e tecnica

20/04/2019 - 11:01

La barca fatta in garage 1

Il tempo libero è una parte importante della nostra vita. Il tempo libero è per definizione il tempo impiegato in attività che danno un senso di appagamento e ci fanno sentire realizzati. Più facile a dirsi che a farsi. Guardare lo sport in tv, ad esempio, dà senso di appagamento? Un poco. Finché riusciamo a identificarci con i nostri eroi della pedata, ma questo effetto scema rapidamente.

Costruire un oggetto, invece, è un’attività più concreta e significativa. Poter dire a se stessi “eccomi, sono in grado di fare qualcosa, ho delle qualità, ho un valore”, è in definitiva uno di quei salvagente cui aggrapparsi nel Maelstrom della contemporaneità. In una società complessa dove il singolo è impotente e frustrato, ci si indigna, si manifesta il proprio consenso/dissenso, ma la possibilità di poter dare una svolta alla propria vita è improbabile.

Le grandi crisi che disegnano il nostro tempo sono eventi che travolgono il singolo cui è difficile dare risposte efficaci a breve, ma il passato ci insegna: subito dopo la crisi del ‘29 un progettista americano di nome Hanna si fece strada nel campo della architettura navale con il “Thaiti ketch” una barca per la costruzione amatoriale di cui vendette migliaia di piani. Costruirsi la barca in garage è quindi una auto affermazione, una risposta allo stress e, nonostante l’ambiente ristretto, un allargamento di orizzonti. Ogni buon passatempo ha la capacità di stabilire un tempo suo proprio; è quello che succede al costruttore di barche amatoriale, una domenica non sarà più la prima di maggio o di ottobre, ma quella famosa quando girammo lo scafo o completammo il fasciame o stendemmo la prima mano di primer.

Certo, la famiglia deve essere d’accordo perché la costruzione amatoriale sottrae un sacco di tempo alle altre attività del tempo libero, ma anche questa capacità di fare gruppo, di coinvolgere altre persone nel progetto è in definitiva uno degli aspetti positivi di questo hobby. Una volta che si siano superate le perplessità iniziali bisognerà fare un “piano di fattibilità” bilanciando il tipo di barca, le forme, i materiali, gli accessori con le nostre capacità di fare e di spendere. Ci si accorge presto che il costo è irrisorio, ma la quantità di ore preoccupante. Di solito chi ha già avuto una barca di cui ha curato la manutenzione, ha un’idea più chiara delle spese non trascurabili per finiture ed equipaggiamento, che potrebbero facilmente sfuggire al novello Noè.

 

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