Soling

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Valutare le barche: le qualità nascoste della costruzione - parte 2

Didattica e tecnica

18/09/2018 - 10:51

Dopo aver parlato delle qualità tecniche nascoste cioè della robustezza di chiglie e timoni, della qualità delle chiusure e degli accessori, e della accessibilità delle aree di manovra vorrei condividere un ulteriore ragionamento sulla esagerata velatura “normale” di molte barche odierne.

Quando si cambiavano ancora le vele esistevano le “working sails”, via di mezzo tra le vele per la burrasca e quelle da vento leggero, ma ora questo approccio è superato. La barca di oggi nasce e vive con la velatura massima.

Un segno ovvio della barca troppo invelata è quando, con vento leggero, la si vede bordeggiare col solo genova a riva. Questo comportamento è dovuto a due motivi: prima di tutto la comodità di rollare e mettere via la vela in un attimo, in secondo luogo perchè la velocità raggiunta col solo genova è vicina alla massima per cui, anche raddoppiando la superficie velica issando la randa, non raddoppia la velocità ma solo la fatica quindi, per la veleggiata pomeridiana, si apre il genova e “buonanotte”.

Se una barca è molto invelata si può ridurre la velatura, ma ci sono delle contropartite: il genova rollato va bene solo al lasco, mentre terzarolare la randa dal pozzetto significa alare sul winch a lungo. Se il vento sta crescendo rapidamente questa manovra diventa critica, molti armatori si mettono controvento e fanno sbattere le vele per parecchio tempo e ,esausti alla fine della manovra, si convincono che è meglio procedere a motore.*

Con la barca sovrainvelata a vela si va poco. Purtroppo i sistemi di avvolgimento della randa nell’albero si sono rivelati macchinosi e quelli di avvolgimento nel boma troppo costosi. Inoltre bisogna considerare che quando c’è troppo albero ci vuole anche parecchio piombo e si innesca la classica spirale negativa, albero e piombo pesano e richiedono ancora più vela per raggiungere la stessa velocità. Consiglio di tenere la barca leggera soprattutto alle estremità, togliere il barbecue, il gommone, il motore, la passerella, l’ancora di riserva, il rollbar ecc. anzi compratevi un vecchio Soling e imparate a “sentire” la barca e le vele attraverso il timone che è poi una delle più grandi soddisfazioni della vela, lo sport che amiamo, per ottenere il massimo anche se la barca è sottoinvelata. Ben vengano poi i sistemi che ci consentono con le ariette di “portare” vele leggere cioè gennaker al lasco e “code zero” di bolina larga. Con la barca sottoinvelata si va di più a vela.

Michele Ansaloni

*Prima del terrore di uscire dal pozzetto, di bolina larga col fiocco a segno e un uomo all’albero i terzaroli si prendevano così velocemente che il metodo si chiamava “ jiffy reefing”dove jiffy =attimo.

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