Autocostruzione di una barca

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Home boat builder: ideare gli interni, difficile ma non impossibile

Didattica e tecnica

23/08/2019 - 11:46

Per quanto all’inizio della nostra avventura di “home boat builder” ci siamo preoccupati della riuscita dello scafo. Ci accorgeremo, strada facendo, che la coperta è più difficile dello scafo e la tuga idem, bulbo e timone sono molto difficili, idem gli interni, ma il santo graal è l’attrezzatura. Un albero poco robusto non è brutto è pericoloso!

Se volete passare anni “in cantiere” non c’è problema, ma vi ricordo che gli anni potrebbero non bastare: nei tempi andati incominciare a fare il calafato a otto anni era un poco tardi, e uno stipettaio finito, di quelli che prendevano le misure a occhio, doveva aver concluso l’apprendistato verso i dodici anni. Se ritenete fuorviante diventare così esperti dovete fare cose molto, molto semplici.

Un interno di legno ben verniciato ha sempre una sua dignità, ma bisogna prendere alcune precauzioni: la cassapanca, difficilmente utilizzabile per chiglia, è ottima per madiere (elementi disposti in lunghezza o in larghezza);

il tavolo lo si trova già fatto e in cucina niente sportelli: porta piatti e bicchieri andranno fatti da voi come usava una volta, cioè in compensato con la classica apertura a T;

i cassetti è meglio evitarli, ma tre non possono mancare, uno in pozzetto uno in cucina e uno al carteggio, per il resto un buon set di contenitori può svolgere la stessa funzione;

non può poi mancare un vecchio lume a petrolio con cui combinare qualche disastro.

Guardare barche già fatte è la strada migliore, vi sono ad esempio folkboat organizzate in modo eccezionale, semplice ma impeccabile. L’interno è minuscolo, ma si sta comodi seduti e sdraiati e tutto è a portata di mano.

Un poco di filosofia: cosa serve a portata di mano? Fate qualche test a casa soprattutto in cucina. Sapere dove sono le cose è fondamentale, il piano di stivaggio diventa col tempo un piano mentale e tutte le vostre barche saranno stivate in quel modo, ma c’è dell’altro:

un’ulteriore qualità del marinaio, che lo accomuna agli altri nomadi, è la mancanza di pietà per le cose inutili. “Se volete avere tutto a portata di mano questo tutto non può essere altro che limitato”. Ad esempio nei tavoli da carteggio degli yacht si trovano molte cose fuori posto: dalle lozioni doposole, agli occhiali, gli accendini, strumenti di scrittura, fatture e altre carte di dubbia utilità. Diciamolo chiaramente: è un comportamento che si addice più allo zio di campagna che a un vero marinaio che, scarno come un asceta, si è liberato di tutto il superfluo.

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