Leopard 46 PC: prova del catamarano a motore che si acquista e si noleggia

Barca a motore

24/06/2022 - 07:46

Sul Leopard 46 PC (PC sta per Power Cat) è evidente l'approccio che Leopard Catamarans usa per le proprie barche. Pratiche, prima che di immagine. Attente all'armatore, al tipo di vita che può trascorrere a bordo il proprietario della barca con i suoi amici o familiari, ma anche - e soprattutto - all'uso nel mercato del charter.

Inquadriamo un attimo Leopard Catamarans e il contesto in cui dà vita a questi multiscafi per capirne la genesi. Si tratta di un brand, più che un cantiere, che fa realizzare i suoi circa 190 catamarani all'anno, da Robertson and Caine, uno dei maggiori costruttori sudafricani. La quantità di unità prodotte, è sufficiente a porlo sul podio dei produttori di catamarani. Alle spalle di Lagoon e Fountaine Pajot e a pari merito con Bali. Tanto per dare l'idea del volume globale che ha raggiunto il mercato dei catamarani, si tratta di circa 1.500 unità vendute ogni anno.

20 anni spesi bene

Un risultato raggiunto in circa 20 anni di attività del marchio con la zampa felina che oggi, insieme a Moorings e Sunsail (due colossi nel mondo del charter), è parte della divisione marina di Travelopia, un gruppo che raccoglie 15 brand legati al turismo "esperienziale" e di proprietà di KKR, un fondo statunitense di private equity che nel 2021 ha fatturato poco meno di 21 miliardi di dollari.

Questo per evidenziare come le logiche di Leopard siano dettate da un approccio industrial-finanziario più che di passione per la nautica, come di solito avviene tra i costruttori.

Come nasce il Leopard 46 PC

Il Leopard 46 Pc, che arriva un anno dopo la sorella maggiore da 53', è il più recente esemplare della 4a generazione di cat a motore del brand americano, la seconda totalmente sviluppata su una base nata per la propulsione meccanica e non trasformata da un catamarano a vela (che ancora oggi rappresentano il 70% della produzione Leopard) ed è stata presentata allo scorso salone di Miami 2022. A oggi ne sono state vendute 37, 22 per armatori privati e 15 per Moorings.

L'idea di base sviluppata dallo studio olandese di architettura navale e yacht design Simonis and Voogd, che ha disegnato gli esterni e le linee d'acqua, è ampliare il più possibile gli spazi disponibili: tutto quello che c'è deve essere ampio. E in effetti la sensazione di superfici di cui godere è onnipresente. Tanto è vero che per enfatizzarla al massimo alla Leopard hanno rinunciato alla possibilità di ridurre i bagli massimi di un cat a motore anche di un 25% rispetto a quelli a vela (come invece stanno proponendo i francesi di Prestige con l'M46), preferendo donare volumi piuttosto che la facilità (o un minor costo) di ormeggio in banchina.

Fly me to the cat

Il grande fly coperto da hard top ha tre aree distinte: seduta frontemarcia a fianco della timoneria (sulla dritta); tavolo da pranzo per sei/otto persone con divano a C serviti da mobile cucina con piastra elettrica, lavandino, frigo e icemaker di rimpetto; prendisole per due più a poppa e spazio per un altro paio di sdraio.

Come è ormai abito comune, anche qui le aree di servizio, come la cucina sul fly appena citata o quella sul ponte principale, sono integrate negli spazi pubblici, a dimostrazione di come chi cucina o chi prepara qualcosa da bere per gli ospiti, è in genere un membro del nucleo armatoriale che vuole restare in contatto con gli ospiti durante queste fasi operative.

Leopard Catamarans, pratici prima di tutto

Altro concetto fondante: la barca deve essere facile da mantenere e in grado di apparire giovane almeno per cinque anni (concetto legato alle opportunità di vendita con riacquisto a termine da parte di Moorings con il servizio Yacht Ownership, spiego meglio in seguito).

Quindi all'esterno è vetroresina a vista praticamente ovunque tranne che sui due tavoli da pranzo, in teak vero, e sul teak sintetico del calpestio. Niente finiture tipiche da barca a motore come pelli, legni e pannelli ricercati.

L'estetica, soprattutto per noi italiani, ne risente un po', specialmente in qualche dettaglio un po' "tirato via", come il supporto dell'hard top, ma tutto a vantaggio dei costi, della velocità di produzione, della praticità e della durata: niente che si scolora dopo un paio di stagioni sotto il sole e nulla che non possa essere lavato con un tubo dell'acqua: lo abbiamo testato anche con l'involontaria prova del caffè rovesciato in pozzetto mentre sedevamo intorno al tavolo da pranzo. In 30" il problema era solo un ricordo (e un caffè da rifare).

Piattaforma per il tender e divano letto

E parlando di praticità non manca la piattaforma poppiera che alloggia il tender e che sostituisce le due gruette di serie. Supporta un carico fino a 350 kg e facilita l'alaggio e il varo del mezzo di supporto, grazie al suo spostamento orizzontale, allontanandosi dalle poppe quando arriva in acqua o (trasferendosi all'interno) il divano di dritta del salone che in realtà è un divano letto che si apre proprio come quelli di casa tirando la base. 

Alicia Beetge è la designer che ha curato gli interni. La disposizione è ormai classica, con la cucina (comprensiva di lavapiatti e frigo da dimensioni casalinghe statunitensi) è a L, a ridosso del pozzetto e contrapposta alla zona dispensa e un ulteriore piano di lavoro che si sviluppa lungo il lato di dritta. A mezzanave le scale per accedere ai locali notte, più a prua la dinette, sulla sinistra, e l’ulteriore divanetto per due alle spalle della postazione di guida interna.

Dentro come fuori

Oltre a essere estremamente luminosi, grazie alle vetrate che costituiscono praticamente tutta la sovrastruttura, ad eccezione del fly, hanno la caratterizzante apertura centrale che permette di accedere al doppio prendisole prodiero, senza dover transitare per i passavanti laterali, comunque comodi e larghi. 

Una soluzione che piace molto a chi vuole sentirsi protetto (o sentire protetti i bambini che scorrazzano a bordo) e che regala una piacevole ventilazione: quando si è all'ancora, quindi prua al vento, tenendo i due passaggi aperti l'aria attraversa tutto il salone limitando la necessità del climatizzatore. Inoltre, dal pozzetto di poppa a quello prodiero si è sempre sullo stesso piano.

Le finiture sono tutte in impiallacciato chiaro anche se, come sul 53', dopo le richieste del mercato, sono previste anche opzioni per essenze più scure

Dolce dormire

L'esemplare provato era in versione armatoriale con tre cabine. L'intero scafo di dritta è dedicato ai locali padronali con spazi tipici da catamarano anche se c'è da notare che il box della doccia, sistemato all'estrema prua, è davvero entusiasmante per i volumi e vanity-scrivania di servizio. Grazie alle aperture trasparenti sulle murate e agli oblò, la cabina è piacevolmente luminosa, mentre rimangono un po' scuri i passaggi.

Stessa sensazione di chiaroscuro sullo scafo di sinistra in cui trovano posto le due cabine ospiti, equivalenti per superficie ed entrambe con bagno dedicato. La seconda è posizionata a prua e il letto è sistemato per baglio (nella versione "puro charter" a quattro cabine, lo scafo di dritta è speculare). A richiesta c'è anche la possibilità, in questo scafo, di installare una lavatrice (presente sull’esemplare della prova).

In navigazione

In mare, abbiamo provato il Leopard 46 PC con un 10-12 di nodi di aria e circa 30 cm d'onda. Piacevole da condurre e facile da manovrare con i due motori anche senza elica di prua, stranamente assente vista la fornita lista di accessori scelta dall'armatore.

Le velocità sono quelle da scafo semidislocante con velocità di crociera che spaziano dai 12 ai 21 nodi e 23 di punta. Spinto dai due motori Yanmar da 370 cavalli, che alloggiano in due sale macchine di notevoli proporzioni e di facilissimo accesso dal pozzetto (realmente la cabina della suocera, come le ha definite qualcuno) e trasmissione in linea d'asse.

Due cose da rilevare. La prima è la ricca dotazione di elettronica a supporto del comandante. Questo grazie alle doppie telecamere che guardano una a prua e una a poppa, i grandi display Raymarine e alla realtà aumentata che il produttore americano di elettronica fornisce nei suoi strumenti, che dà un sacco di informazioni utili: dal nome delle imbarcazioni e navi dotate di AIs attivo, alla distanza dalle suddette imbarcazioni e dagli ostacoli visti sulla telecamera e presenti sulla cartografia, indicando sia lo spazio sia il tempo che ci divide a quella velocità dall'impatto (o dall'approccio, a seconda di come si vuole interpretare il contatto ravvicinato).

Alti, ma un po' bagnati

La seconda è la constatazione di quanto sia bagnata la postazione di guida sul fly quando si superano i 17 nodi navigando controvento, anche in condizioni assolutamente "potabili" come quelle affrontate nelle acque di St. Raphaë, in Francia. È un po' una caratteristica dei catamarani a motore di queste dimensioni di avere lo spray del mare riportato in faccia dal vento: d'altra parte la velocità non elevata e il limitato volume degli scafi rispetto a un monocarena, non possono che generare questi risultati, diciamo che è un effetto collaterale del multiscafo.

Arriviamo poi all'opzione che offre Leopard Catamarans insieme alla società di charter Moorings, per chi vuole diventare armatore di un Leopard 46PC (anche se di base il principio può essere applicato a qualsiasi cat della produzione, vela o motore che sia).

E se lo noleggiassimo (agli altri…)?

Si tratta di un percorso quinquennale in cui l'armatore acquista un esemplare di Moorings 464PC, ovvero un 46 in versione 4 cabine e con una già definita lista di optional a circa 1.280.000 euro iva inclusa (con uno sconto del 6% circa rispetto al prezzo di listino), anticipando il 20% ovvero 256mila euro con il resto da saldare entro i cinque anni.

Durante questo periodo l'armatore o i suoi parenti più stretti hanno a disposizione da 4 a 12 settimane l'anno (dipende dal periodo in cui si usa, ogni stagione ha un suo valore) e nessuna spesa a suo carico riguardo all'ormeggio, assicurazione e manutenzione. E può richiedere l'uso di un catamarano uguale in qualsiasi parte del mondo vi sia una base Moorings.

Un rientro garantito

Moorings garantisce all'armatore un ritorno netto mensile di 7.106 euro, che alla fine dei cinque anni di accordo sono appena meno di 470mila euro. Terminati i cinque anni il cat può essere venduto a un prezzo stimato di 715mila euro. Il che significa che l'esborso reale per l'armatore sarà di circa 95mila euro. Considerando che una barca del genere ha un costo medio di noleggio settimanale (per il cliente) di 15.600 euro: circa 20mila in alta stagione e circa 12mila in bassa. Quindi, tradotto: se uno prevede di noleggiare in cinque anni almeno sei volte un cat del genere, gli conviene comprarlo.

Giacomo Giulietti

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