Monaco Yacht Show, fonte Monaco Yacht Show

Monaco Yacht Show, fonte Monaco Yacht Show

Nautica: riflessioni sui saloni nautici dopo il lockdown

Editoriale

03/05/2020 - 13:14

Il calendario dei saloni nautici, così come quello delle regate, delle gare di pesca sportiva, dei raduni e di tutti gli altri eventi che in tempi normali animano la vita di chi è appassionato di barche, è stato completamente sovvertito dalla pandemia. Eventi internazionali del calibro del Palm Beach Boat Show o del Singapore Boat Show, come quelli nazionali tipo il Versilia Yachting Rendez-vous o il Salone Nautico di Venezia, non hanno potuto svolgere la loro edizione 2020.

La prima cosa che viene da chiedersi è: torneranno mai i tempi normali, i saloni nautici come li conosciamo? Probabilmente no, lo abbiamo capito, almeno nell’immediato. Quale sarà la nuova normalità, quali saranno i nuovi format? Troppo presto per capire quali saranno gli scenari a lungo termine, però possiamo parlare di ciò che al momento si sa riguardo i boat show di inizio settembre: Cannes, Genova e Monaco.

Questo, almeno, l’ordine col quale si sarebbero dovuti svolgere, com’è stata consuetudine consolidata negli ultimi lustri, i boat show che aprono l'anno nautico. Invece, la prima novità sta proprio nella decisione degli organizzatori del Salone Nautico di Genova di spostare le proprie date: dal 1 al 6 ottobre anziché dal 17 al 22 settembre. Una scelta tempestiva, intelligente, che toglie alla rassegna i vincoli di un calendario che la comprimeva fra Cannes e Monaco, e consente agli organizzatori maggiori possibilità di manovra per organizzare un evento in linea con la necessità di garantire sicurezza a tutti i partecipanti, espositori e visitatori.

Sappiamo che anche nell’ambito del Salone Nautico, nella sua specificità, e delle future fiere in senso lato, si stanno stilando soluzioni e protocolli che dovrebbero condizionare parecchio il layout e lo svolgimento, almeno della loro prossima edizione. Nulla è già scritto, ma immaginiamo che ci saranno termoscan agli ingressi, accessi contingentati e molto probabilmente solo con prenotazione, percorsi obbligati per gestire i flussi e garantire la distanza di sicurezza. Per questo, potrebbe anche cambiare la disposizione degli stand, che forse saranno meno affollati di barche e certamente di persone, e anche al loro interno si potrebbe dover ricorrere alla creazione di un percorso che disciplini la visita.

Alla luce di queste ipotesi, volendo comunque garantire a quante più persone la possibilità di visitare la 60 edizione del Nautico, l’idea dei responsabili de I Saloni Nautici – controllata di Confindustria Nautica - che organizza la kermesse genovese, di spostare le date, lascia aperta la possibilità di spalmare il Salone su più giorni ovvero tornando all’antico: non più sei giorni di rassegna ma nove. come accadeva prima della crisi finanziaria mondiale del 2008, andando a coprire due week-end consecutivi: dal 1 al 9 ottobre. Una situazione che potrebbe essere percorribile per compensare gli ingressi contingentati, anche se è indubbio che con tre giorni di apertura in più ci sarà un aggravio dei costi di logistica e organizzazione per gli organizzatori e quindi anche per gli espositori.

Situazione diversa quella del Cannes Yachting Festival (8-13 settembre), tradizionalmente il primo importante boat show dell’anno nautico. Gli organizzatori di Reed Exhibition e la Federazione delle Industrie nautiche francesi (FIN), hanno deciso di lasciare inalterate le date del salone, che al momento è dato regolarmente in calendario. Il problema di Cannes sta però, sicuramente, nel contesto in cui si svolge, che lo ha reso caratteristico nel tempo – è tutt’attorno al porto, nel cuore della città – ma che lo ha sempre reso un salone complesso da organizzare e visitare, proprio per la mancanza di spazio fisico. Se Genova ha corridoi e banchine larghe, dove organizzare i flussi sicuri per i visitatori e per il personale degli stand, non dovrebbe essere un salto mortale, per Cannes la cosa dovrebbe risultare ben più complessa, a meno che non si ridurrà drasticamente il numero degli stand e l’afflusso di pubblico. Conoscendo molto bene la rassegna, crediamo che anche il contingentamento degli ingressi al 50% non sarebbe sufficiente, almeno per la location dove vengono esposte le barche a motore, a Vieux Port, a garantire i nuovi standard di distanziamento sociale.

Meglio è la situazione a Port Canto, dove dallo scorso anno sono state spostate tutte le barche a vela, mono e multi scafi, esposte durante il Festival. Il porto è più moderno, le strutture sono più ampie e il numero degli appassionati di vela che arrivano alla rassegna è già di suo inferiore. Nonostante gli organizzatori sembrino procedere come se nulla fosse, la nostra rete di intelligence fra operatori, riporta grande scetticismo circa lo svolgimento del Cannes Yachting Festival 2020, cosa che non auguriamo. Se così fosse, però, la mossa de I Saloni Nautici di posticipare potrebbe divenire ancora più strategica, riportando Genova a essere per nove giorni davvero il centro del mondo nautico.

Infine, il Monaco Yacht Show, quello che dovrebbe essere il salone nautico teoricamente con meno problemi legati al pubblico, inteso come massa, visto il suo target, espone solo super e mega yacht, e il prezzo del biglietto d’ingresso per chi non ha un invito: lo scorso anno era di 300 euro/giorno, che toglie velleità di visita a chi è solamente curioso.

Chi ha avuto l’opportunità di visitare il MYS, per la maggior parte addetti ai lavori come noi, che arrivano letteralmente da ogni parte del mondo, sa però che non è così. Se le banchine di Cannes possono diventare come i vagoni della metro nell’ora di punta, su quelle di Monaco a volte si non si riesce a fare un passo in avanti, come sulla tangenziale quando c’è un incidente. Anche se con i soldi si possono fare tante cose, e a Monaco certo non mancano, riuscire a trovare soluzioni per il salone nautico cittadino più ricco, caratteristico e angusto del mondo, acciambellato attorno allo storico Port Hercule, non sarà affatto semplice. L’unica soluzione percorribile, anche in questo caso, sembra quella di ridurre drasticamente gli accessi, pure quelli dei professionisti. Anche gli organizzatori della kermesse monegasca vanno avanti come se l'edizione 2020 del MYS fosse normale, rimandando ogni decisione definitiva, ci dicono, a quattro settimane prima della data di inizio previsto per la manifestazione, dal 23 al 26 settembre.

A questo punto una domanda sorge spontanea: stante queste condizioni, con la necessità di dover mantenere protocolli e distanze di sicurezza, con la consapevolezza che ciò ridurrà sensibilmente il numero dei visitatori, ma non ridurrà certamente i costi né per gli organizzatori né per gli espositori, anzi, li dovrebbe far crescere, potrà ancora un salone nautico rappresentare la migliore soluzione di marketing a disposizione dei cantieri per poter vendere barche? I cantieri più piccoli avranno la forza economica per poter partecipare a un boat show? Secondo noi sarà molto difficile, molto più di quanto lo fosse in passato.

E allora quali altre forme di promozione saranno percorribili e prenderanno quota per il business nautico dopo la “fase 2”? Sentiamo parlare di saloni nautici virtuali, anzi, qualche broker ha già provato la via di ricorrere a internet per far sì che i clienti possano vedere, raffrontare, farsi insomma un’idea di quel sogno che vorrebbero acquistare, la propria barca.

Siamo fautori della tecnologia, certo, ma per una barca, per poterla scegliere, per decidere di acquistarla, specie se si tratta di uno yacht, anche una photogallery con realtà aumentata non basta. Può rappresentare un compendio ma non la soluzione, perché a nostro giudizio una barca deve per forza di cose poter essere visitata da chi la deve scegliere, e poi possibilmente provata.

La soluzione più percorribile perché ciò sia possibile, ipotizziamo, potrebbe invece essere quella di trasformare i porti turistici in una sorta di boat show permanenti, decentrati rispetto al grande evento nazionale, che resterebbe il focus dell’anno principalmente per le grandi firme.

In questi giorni abbiamo avuto modo di parlare con diversi manager che si occupano di marketing all’interno di cantieri più o meno grandi, tutti alla ricerca di quella che potrà essere la soluzione. Tutti, con i dovuti distinguo, hanno però convenuto sul fatto che bisognerà mettere in atto nuove strategie complessive, ricorrendo a un uso massivo di supporti visuali: foto ma soprattutto video. Visite a bordo guidate dalla voce del direttore commerciale o dell’anchor di turno? Supporti di questo tipo se ne stanno già facendo, ma è indubbio che in questo momento si stia ragionando anche su altro. Le risorse, paradossalmente, certo non mancano. Mediamente i budget di un cantiere sono all’80% assorbiti dai saloni nautici e dalle kermesse “live” che quest’anno, invece, sono crollate. Pertanto siamo certi che a breve ne vedremo delle belle.

Fabio Petrone

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