Piero Formenti

Piero Formenti

Confindustria Nautica: la casa di tutti anche dei dealer

Editoriale

24/01/2020 - 19:23

Lo scorso mese di novembre il Consiglio di UCINA Confindustria Nautica ha approvato la costituzione dell’Ottava Assemblea di settore, dedicata a Dealer, Reti di rivendita e Centri di assistenza nei settori natanti, imbarcazioni, accessori e motori, che si affianca a quelle dei Settori SuperYacht, Natanti e Imbarcazioni a motore, Natanti e Imbarcazioni a vela, Battelli pneumatici, Motori, Accessori e componenti, Servizi e Porti.

A suo tempo il principale fautore della nuova assemblea, Piero Formenti - vice presidente dell’associazione confindustriale italiana e presidente EBI, European Boating Industry, l’associazione europea che riunisce le organizzazioni nazionali accreditate degli operatori nautici – definì la sua costituzione come un atto storico per le opportunità che avrebbe potuto offrire, in termini di rappresentanza, assistenza e promozione, a tantissimi operatori del settore. L’associazione che sarebbe nata di lì a poco con la riunificazione di UCINA e Nautica Italiana, cioè Confindustria Nautica, sarebbe tornata a essere realmente la casa di tutta la nostra yachting industry.

In occasione del “boot”, il salone nautico di Dusseldorf, abbiamo incontrato Piero Formenti e con lui siamo tornati sull’argomento “Ottava Assemblea” per sapere, innanzi tutto, com’è stata accolta l’iniziativa dagli operatori.

PressMare - Nuovo nome - omaggio della riunificazione del comparto in un’unica compagine associativa nazionale - nuova Assemblea dedicata a tante, tantissime aziende talvolta anche molto piccole, che rappresentano il tessuto connettivo tra chi produce, cantieri e filiera, e il mercato, l’utente finale: com’è iniziato il 2020 per Confindustria Nautica?

Piero Formenti -  Molto positivamente, con tante nuove domande di iscrizione che danno ancora più forza alla nostra Associazione.

PM - Lei ha definito l’Assemblea delle Reti e dei Dealer come una rivoluzione.

PF - Non quella francese o quella industriale (sorride), ma certamente era molto importante e attesa per il nostro mondo. Fa parte di un più generale riassetto di Confindustria nato da un’esigenza unitaria, da un lato, e di rappresentare ancor di più le specificità della filiera dall’altro. Al fianco  alla maggiore rappresentatività del settore Superyacht, si affianca altrettanta attenzione per la piccola nautica. Un messaggio subito colto da ISYBA - la rinata associazione dei mediatori e broker, che senza perdere la sua individualità ha avanzato richiesta per associarsi come soggetto collettivo - e dal coordinamento che portiamo avanti con Assomarinas (Confindustria) e Assonat (Confcommercio) sulla vicenda dei canoni demaniali marittimi, ad esempio.

PM - Per la vendita di unità pneumatiche, natanti e motori fuoribordo, i Dealer sono uno strumento fondamentale…

PF - Esattamente. Fino a oggi un segmento afono, che ora trova forza dell’associazione unitaria di Confindustria, con una propria assemblea, autonoma dai costruttori. Grazie alla prima, beneficia di ogni strumento di supporto, rappresentanza, lobbying, informazione tecnica, normativa fiscale, gli strumenti agevolativi per le Micro e le Piccole imprese, formazione, rassegna stampa giornaliera, promozione delle attività e dei prodotti dei Soci sui canali web e Social dell’Associazione, convenzioni per acquisto di prodotti e servizi. Grazie alla seconda, tutte quelle iniziative che saranno create su specifica richiesta dei nuovi associati.

PM - Questo è un mondo che essenzialmente gira intorno al natante, lo avete tenuto conto anche nelle tariffe?

PF - Sì, l’ingresso all’Assemblea n.8 ha una quota speciale estremamente contenuta e sì, il natante è un bene prezioso che UCINA, oggi confluita in Confindustria Nautica, ha sempre avuto nel cuore. Con un’azione tanto decisa e incisiva quanto spesso discreta.

PM - Perché discreta?

PF - Soprattutto quando si tratta di “difesa” la si deve fare con discrezione. Dico purtroppo, perché spesso l’azione non viene riconosciuta. E’ un po’, mi si perdoni il paragone ardito, la stessa cosa che avviene nella sicurezza: nessuno pubblicizza cosa fanno i nostri 007 però è un fatto che, a differenza di Francia, Germania, Belgio e Inghilterra, l’Italia si sia protetta molto bene dal terrorismo.

PM - Possiamo fare qualche esempio, anche risalente nel tempo?

PF - Nel 2009 (già due anni prima della famigerata tassa Monti, ndr), la Commissione bicamerale di vigilanza sull’anagrafe tributaria aveva ipotizzato che la caratteristica di non identificabilità della proprietà  delle unità sotto i 10 metri potesse presupporre un’evasione fiscale, considerata la “significatività sotto il profilo reddituale e patrimoniale del possesso di un natante”. E’ tutto agli atti del Parlamento. UCINA spese tempo e denari considerevoli per assumere dati, realizzare studi comparativi con altri Paesi UE e analisi giuridico-economiche atte a dimostrare quanto una tale politica avrebbe causato solamente i danni che poi Monti fece sulle unità maggiori. E almeno in quel caso sui natanti non si fece nulla.

PM - E invece con Monti, nel 2011?

PF - Ci arrivò la bozza Monti e, forte delle suddette informazioni, l’allora Presidente Albertoni riuscì a far restare fuori almeno i natanti, che altrimenti avrebbero pagato la maggior parte del gettito. La nautica minore, il mondo del fuoribordo, quello del gommone sarebbero stati spazzati via. Basta vedere quello che è successo in Spagna nel 2009 con una drastica riduzione del mercato.

PM - Pochi se ne sono resi conto...

PF - Certo. La tassa sulle imbarcazioni e le unità maggiori, ha fatto comunque moltissimi danni (a cominciare dallo Stato, con 23 milioni di euro incassati 800 milioni di mancato gettito, ndr), non potevamo sentirci dire: “vi abbiamo salvato i natanti, ora accontentatevi” e abbiamo combattuto, prima riuscendo a farla cancellare sulle imbarcazioni, poi sopra i 24m.

PM - Sono ancora temi di attualità?

PF - Lo Stato è sempre alla ricerca di denari. Nella legislatura precedente mi pare siano stati tre o quattro i disegni di legge per immatricolare i natanti (con annessa tassa) e istituire la patente sotto i 40HP. Tutti rimasti fermi grazie al nostro Roberto Neglia (responsabile dei Rapporti istituzionali, ndr) e non certo per l’intervento di San Gennaro. Ancora in questa legislatura, una deputata di Forza Italia ha ribadito in Commissione trasporti il suo favore alla patente anche sulle piccole unità. Essere uniti è fondamentale in questi casi.

PM - A proposito, come va la questione “Evinrude”, il 40 hp E-Tech che per via della cilindrata maggiore di 750 CC adesso richiede la patente.

PF - Abbiamo ottenuto due proroghe - pur fra mille difficoltà, fra cui una elezione e una crisi di governo -consentendo la guida nelle stagioni 2018-19. Il Governo ha approvato in via preliminare il Decreto correttivo della riforma del Codice della nautica con la soluzione definitiva della questione. Ora si attende il parere del Parlamento prima dell’entrata in vigore definitiva.

PM - Altre misure?

PF - Nel Codice 2018 è stata confermata la non iscrizione dei natanti, prevista una regolamentazione nazionale per la locazione (oggi frammentata fra le CP, ndr), riconosciuti i porti a secco, prevista la giornata del mare nelle scuole, essenziale per far crescere la passione per la barca nei giovani che saranno i nostri futuri clienti. Abbiamo vinto la battaglia contro la pretesa di avere un marittimo titolato per la conduzione dei natanti a noleggio, richiesto dalle Capitanerie campane. Battagliamo contro furbizie e abusi a tutela degli operatori onesti, per quanto riguarda i Codici WIN (il telaio della barca, ndr) e il rilascio della Dichiarazione di potenza dei motori. Questo a qualcuno non è piaciuto, ma siamo fiduciosi che nel tempo l’affiliazione a Confindustria Nautica diventi anche sinonimo di qualità. Un po’ come il Salone Nautico di Genova, dove applichiamo controlli rigorosi a garanzia del cliente, per i quali non tutti possono essere ammessi.

PM - A proposito di Saloni, si moltiplicano le iniziative. Che ne pensa?

PF - Dal punto di vista associativo, l’adesione a una proposta espositiva è una scelta solamente aziendale. Non è come per l’adesione all’Associazione, che nel caso di Confindustria non prevede la contemporanea associazione ad altri e la decadenza. Quello che possiamo fare come categoria è assistere i Soci dal punto di vista delle iniziative collettive, dei finanziamenti e delle informazioni tecnico-normative. Abbiamo sperimentato che sulle manifestazioni, specie quelle nuove, si accentra l’attenzione degli Ispettori del mercato del ministero competente e della Guardia di Finanza, quindi vogliamo aiutare le aziende a rispettare tutte le regole per non avere problemi.

Sulla base dei dati di mercato valutiamo la necessità di iniziative in termine di costi benefici per la filiera. In questo senso abbiamo dato il patrocinio al Salone nautico di Puglia.

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