Scivolo Marina di Pietrasanta, Google Maps

Scivolo Marina di Pietrasanta, Google Maps

Scivoli in spiaggia per il ritorno a una nautica per tutti

Editoriale

05/09/2019 - 17:28

Nel segno di Franco Bechini e della sua nautica per tutti

A dicembre saranno 11 anni dalla scomparsa del giornalista Franco Bechini, fiorentino di nascita e viareggino d'adozione, soprattutto un grande appassionato del mare e della vela, amatissimo da una folta schiera di diportisti, ma anche dagli operatori, non pochi, che comprendevano le sue campagne e idee. Un personaggio odiato, invece, da quanti vedevano nei suoi scritti un pericolo per i loro affari commerciali. Ai primi sapeva parlare da appassionato, come uno di loro, dando molti consigli pratici specialmente nel campo dei catamarani e dello yachting camping, come alternativa a una portualità turistica al tempo troppo cara proprio per la sua carenza.

Al Salone nautico di Genova c’era la fila per parlare con lui e Franco, ascoltava tutti, con amore, non si rifiutava a nessuno, proprio per poter intendere e servire, spesso risolvere, le loro esigenze. Non amava le grandi barche, testimonianza in genere di armatori molto abbienti, che considerava poco umane perché il rapporto con l’elemento mare, che Franco viveva intensamente, veniva affidato a terzi, all'equipaggio, e non era diretto. Per questo, forse, era particolarmente attento ai problemi degli appassionati con poche risorse economiche, desiderosi di svolgere la preferita attività di tempo libero se non al minimo almeno al giusto costo. Un vero amico di banchina, che sperimentava tutto in prima persona.

Bechini aveva dato testimonianza del suo attivismo libertario forzando uno sbarramento di accesso alla spiaggia - chiusura abusiva, che non doveva esserci - spingendo la sua barca verso il mare, una bestemmia in una Versilia dal litorale completamente sbarrato da bagni in concessione. Malmenato per il suo tentativo e deriso per le sue idee, aveva poi ottenuto giustizia dalla magistratura e questa era stata sicuramente una spinta a continuare.

Aveva compiuto lunghe navigazioni in catamarano, in Italia una tipologia di barca allora poco utilizzata per la crociera, col suo Modulo 6 “Solitudo”, che sembrava ancora più piccolo dei suoi sei metri di lunghezza quando il corpulento Franco era a bordo. Una barca che si era cucito addosso, forse di una taglia più piccola, ma sulla quale c’era tutto per potervi vivere e che gli fece scoprire quello yachting camping con accesso facile in spiaggia di cui divenne precursore e paladino. Era conosciuto in tutti i diversi ministeri competenti in qualche modo in materia nautica, specialmente alle Infrastrutture e Trasporti, alle Finanze, alle Capitanerie di Porto e alla Motorizzazione Civile. Si era battuto anche con l’Agenzia delle Entrate per ottenere che la proprietà di un natante non fosse presa in considerazione nella dichiarazione dei redditi, battaglia che combattè fino alla fine, nel 2008, anche perché l’evoluzione normativa consentiva la produzione di natanti assai grandi. Con i Trasporti interveniva per i troppi controlli a mare, per le patenti, le distanze di navigazione dalla costa, i motori fuoribordo esenti da patente, le ordinanze delle Capitanerie… In tanti anni si era dedicato un po’ a tutti i problemi grandi e piccoli degli utenti, in nome di ciò in cui credeva, una nautica libera. Con le linee di navigazione tra Genova e la Sicilia aveva cercato e trovato accordi per il trasporto in Traghetto di unità da diporto dirette nella grande isola.  Insomma, era attento a ogni problema e cercava di dare il suo contributo.

Le minacce di cause specialmente civili per la spada di Damocle degli eventuali danni da pagare, erano più frequenti quando, occupandosi di porti turistici, scopriva proprietà in odore di malavita e rischiava pesantemente sotto l’aspetto giuridico perché non tutte le situazioni che gli venivano riferite erano infine veritiere. Nella redazione di Nautica tra lui e il Direttore, Lucio Petrone, c’era un patto: “scrivi quello che pensi, io rileggo e cerco di evitarti cause”, ma la cosa non sempre riuscì e alla fine in tribunale ci finirono entrambi più volte.

Oggi sembra che Franco Bechini non sia mai esistito e manca la sua grande passione per portare alla nautica da diporto nuovi adepti. Girava l’Italia col suo camper, il Bussolo, un furgone anch'esso allestito da sé, per aggiornare continuamente possibilità di approdo e costi, e si deve ai suoi articoli se a suo tempo molti comuni si dotarono di scivoli per il lancio e l’ammaraggio di piccole imbarcazioni. Fu consultato dal Governo della Regione Toscana quando fu emanata una normativa regionale sulla portualità turistica. Era di casa e ascoltatissimo a Viareggio per ogni problema del porto turistico.

Riuscì, con la sponsorizzazione della Cassa di Risparmio di Lucca, a creare uno scivolo nel circolo nautico di Marina di Pietrasanta (che il 31 luglio 2010 con semplice cerimonia è stato giustamente intitolato a suo nome), crediamo, quindi, sia importante in questo giorni di piena attività nautica, favorita dalla calda bolla africana che richiama verso il mare, ricordare Franco Bechini, la sua lunga e preziosa attività giornalistica a favore dello sviluppo della nautica, le sue indagini suoi porti spiaggia, i porti verdi e i famosi porti a secco. Ora che il settore si sta riprendendo è estremamente importante che anche i proprietari di piccoli natanti abbiano una portualità a essi dedicata, appunto quella degli scivoli, di poco costo e grande efficacia, affidabili anche a cooperative sociali, una via poco costosa per non perdere quel turismo con barca al seguito assai diffuso in Europa, che non ritiene economico andare nei porti turistici, in genere approdi non alla portata di tutte le borse. Di fatto, pur tra molte difficoltà che chi ci legge ben conosce, l’Italia è stata dotata di una vasta schiera di porti turistici.

Ora il Governo, quello che verrà, deve dotare i nostri lunghi ottomila chilometri di coste di scivoli per la nautica minore, che rimane un’importante fonte di posti di lavoro per piccoli cantieri e pratici locali, opportunità che i comuni costieri non possono trascurare. Vorremmo che UCINA, già sensibilizzata e attenta al problema, riesca a vincere anche questa battaglia. Sarebbe inoltre auspicabile che Confindustria Nautica dedicasse un “premio speciale” a ricordo della tanta e grande attività e impegno di Franco nello sviluppo della portualità turistica. Allora la mission di Bechini, che è sempre presente nei nostri ricordi di una vita di lavoro, troverà finalmente il riconoscimento che merita.

 

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