Azzurra Sailing Team

Azzurra Sailing Team

Guillermo Parada e Santiago Lange: Team Azzurra, una famiglia

Sport

23/05/2019 - 13:56

Azzurra: un team composto dai migliori velisti internazionali, l’uno per l’altro come fratelli

di Désirée Sormani

Era il 1983 quando arrivò Azzurra. Una barca colorata come il cielo, che già con il suo nome risvegliò uno spirito d’unità nazionale, come solo il calcio e la Formula 1 sapevano fare. Era una barca voluta da S.A. l’Aga Khan e dall’avvocato Gianni Agnelli, che ottenne risultati inimmaginabili. Arrivò a un passo dalla conquista della Coppa America, condotti dallo skipper Cino Ricci e dal timoniere Mauro Pelaschier. Era uno scafo appartenente alla classe dei 12 Metri Stazza Internazionale progettato dal team di Andrea Vallicelli. Scese in acqua il 19 luglio 1982 a Pesaro, quando l’Italia era ancora in festa per la vittoria del Mondiale di calcio.

Quel 12 metri stazza internazionale cambiò il rapporto degli italiani con la vela, così distante ed elitaria, e la fece entrare nelle case, nei bar, (ben prima prima del Moro di Venezia di Raul Gardini e di Luna Rossa di Prada). Adesso, dopo tanta gloria, troneggia di fronte allo Yacht Club Costa Smeralda (restaurata nel 2013 nel suo trentesimo anniversario). Oggi una nuova Azzurra, un’imbarcazione della Classe Transpac 52 (classe conosciuta come TP52, scafi lunghi quasi 16 metri) porta avanti gli onori dell’Italia velica. È un modernissimo e tecnologico scafo, armato dal socio dello YCCS Alberto Roemmers, che porta lo stesso nome di Azzurra '83, in un simbolico passaggio di consegne.

Quella che ieri a Mahon ha preso il via nel massimo campionato di vela professionistica, la 52 Super Series 2019, è la quarta Azzurra della serie TP52 ed è stata varata a metà marzo 2018, a Valencia; il suo è un team eccezionale, composto dai migliori atleti internazionali che sono l’uno per l’altro come fratelli. Ce ne parlano Guillermo Parada, dal 2011 skipper di Azzurra, e il suo “nuovo” tattico, Santiago Lange, oro ai Giochi di Rio de Janeiro. Entrambi argentini, ma molto italiani dentro.

GUILLERMO PARADA

PressMare - Azzurra esprime una nazionalità molto forte. Quale significato ha per te, che sei argentino, essere lo skipper di un’icona di questo livello?

Guillermo Parada - Azzurra è un brand molto conosciuto anche in Argentina, che da sempre ha un forte legame con l'Italia, io stesso sono italiano per parte di nonna. Nel 1983 ero un bambino e le notizie di Azzurra che regatava con successo in Coppa America arrivavano da noi, eccome! Per me e per tutti noi oggi è un onore aver la possibilità di far parte di questo team. Siamo in 13, sei sono italiani e gli altri argentini (incluso l’armatore), ma la maggior parte di noi ha origini (e passaporto) italiano. Ci sentiamo tutti molto vicini alla cultura italiana. Tutti siamo coscienti di ciò che rappresenta Azzurra.

PM - L’attuale Azzurra ha ereditato il testimone della Azzurra del 1983?

GP - Azzurra ha dato un notevole impulso alla vela italiana. Questo grazie anche al suo team, con il quale siamo sempre in contatto (dal timoniere Mauro Pelaschier a Chicco Isenburg, per citarne alcuni) e ancora li vediamo sulle banchine dello Yacht Club Costa Smeralda. Se la odierna Azzurra riesce a evocare gli allori della sua antenata, allora significa che abbiamo fatto un bel lavoro.

PM - Da quanti anni regati come skipper con i TP52? E da quanto con Azzurra?

GP - Con la famiglia Roemmers ho iniziato a regatare nel 2007. Su Azzurra dal 2011, quindi nove stagioni.

PM - La scorsa stagione avete fatto 42 regate, molte concluse entro i primi tre posti. Quando ci sono i grandi successi internazionali è più forte il tuo spirito argentino o la tua professionalità?

GP - Siamo un team latino più che italiano o argentino. Ed è un modo di vivere diverso rispetto a un team anglosassone. Noi siamo più effervescenti. In realtà è Azzurra che è una barca diversa dalle altre. Noi siamo un equipaggio ma anche una famiglia molto unita che rappresenta un marchio. Per noi vincere è felicità. Azzurra ti coinvolge totalmente.

PM -  Quale è stato il momento recente più emozionante?

GM - Il battesimo della barca a marzo 2018, in Croazia, con tutto il team, i rappresentanti dello Yacht Club Costa Smeralda, la famiglia Roemmers e la principessa Zahra Aga Khan; poi la prima regata, Palmavela 2018, che abbiamo fatto e vinto a Palma de Maiorca, con la barca nuova, sono stati momenti davvero emozionanti.

PM - Nel 2012 sei salito in barca per l'ultima, decisiva, giornata con ai piedi un vecchio paio di scarpe Slam... sono state un portafortuna?

GP - Quando una regata comincia bene, per tutta la settimana non cambio scarpe. Con Slam lavoriamo insieme da molti anni (dai tempi di Matador prima di essere Azzurra e prima ancora su Alexia, il maxi della famiglia Roemmers). Slam è con noi da così tanti anni che è diventato parte della famiglia.

PM - Che cosa fa di un team un grande un team?

GP - Dipende molto da ciascun team. Noi privilegiamo la parte umana che supera quella sportiva. Siamo sempre diretti l’uno con l’altro. Come squadra ci analizziamo molto e ci diciamo tutto in faccia, nessuno si sente giudicato per questo. Siamo un gruppo: o perdiamo insieme o vinciamo insieme.

PM - Come si mantengono in forma i campioni della vela?

GP - Quando siamo in regata abbiamo un preparatore atletico, un fisioterapista e un chiropratico. La mattina facciamo un riscaldamento tutti insieme e poi ciascuno di noi ha una routine di esercizi definita dal preparatore atletico, che facciamo anche quando siamo a casa in luoghi differenti. Io in più cerco sempre di timonare anche altre barche.

PM - Come vi nutrite per stare in forma?

GP - Ognuno ha l’obiettivo di mantenere costante il suo peso forma e di essere forte, anche se il mio caso è differente perché al timone non faccio grande sforzo fisico. Quindi, cerchiamo di mangiare bene e sano, per arrivare alla regata nel miglior stato possibile. Ma confesso che io e alcuni altri del team amiamo il sushi, quindi ogni tanto, soprattutto quando siamo insieme nel nostro quartier generale, ci concediamo una cena giapponese. È diventato quasi un rituale e ci porta fortuna.

PM - Che cosa fa Guillermo Parada quando non naviga?

Ho due figli, Sofia di 10 e Pedro 6 anni: cerco di stare tanto con loro e con la mia famiglia. Poi mi piace il motocross. Quando in Argentina è estate, amiamo andare al mare nella nostra casa e passiamo tutto il tempo possibile insieme. È il nostro piccolo rifugio. Ma con il team, la mia famiglia sportiva, rimango comunque in contatto.

SANTIAGO LANGE

PressMare - Santiago, da quanto tempo sei tattico di Azzurra? Che impressione ti fa avere un ruolo così fondamentale?

Santiago Lange - Sono entrato nel team Azzurra lo scorso anno, ma il team di Azzurra, che prima è stato Matador, lo conoscevo già molto bene; nel team siamo in sette argentini e ci conoscevamo già. Per me è un privilegio fare parte di questa squadra; sento una grande responsabilità. Ma mi piacciono le sfide e di questa ne sono particolarmente fiero; farò il possibile per essere ancora a lungo con Azzurra.

PM - Come ti senti a far parte di un team che rappresenta l’Italia a vela?

SL - Gli argentini e gli italiani hanno culture molto simili. Io amo molto quella italiana. Fare parte di una team italiano è un orgoglio. Più che un team è una famiglia. Il merito è anche di Guillermo Parada che è stato capace di tenere insieme tutti per così tanto tempo.

PM - Che cosa hai portato a bordo di Azzurra dalle precedenti esperienze?

SL - Non saprei. Rispetto al precedente tattico, Vasco Vascotto, incredibile velista che ammiro molto, io sono più tranquillo. Lui è passionale, con una grande energia. Abbiamo due personalità diverse. Forse il team ha cambiato un po’ stile e buona parte della scorsa stagione è stata dedicata proprio a trovare la maniera giusta per agire nelle diverse situazioni.

PM - Tu arrivi dalle classi olimpiche: che differenze hai riscontrato nel team rispetto a quello di un TP52?

SL - Un team è un team. Nelle olimpiche sei tu oltre a sei persone che ti coadiuvano; su Azzurra a bordo si è in 13, ma ci sono in totale una ventina di persone che lavorano intorno. Comunque i valori sono i medesimi: in un team è sempre necessario il rispetto, il supporto, l’insieme con tutti.

PM - Ci racconti un momento emozionante della passata stagione?

SL - Non c’è un aneddoto singolo. Mi piace essere saltato a bordo di una barca con tanti buoni amici che sono come fratelli. Ma ricordo in Croazia quando non stavamo andando molto bene… Alberto Roemmers è venuto a bordo per spronarci e ci ha detto: “Ragazzi a parte il risultato dobbiamo continuare a divertirci perché il vero privilegio è stare insieme come una famiglia”. Questo è straordinario: Azzurra è un team incredibile.

PM - Quanto è importante lo sport nella tua vita?

SL - Lo sport è la mia vita.

PM - Che valori ti ha insegnato la vela?

SL - Io sono quello che sono grazie alla vela e se sono ancora in gara all’età di 57 anni, se ho superato la malattia che mi ha colpito qualche anno fa (un carcinoma al polmone, ndr), è perché ho avuto il privilegio di essere stato educato come un atleta. L’essere velista ti insegna a navigare nelle avversità e ad affrontarle. Ho vissuto la mia malattia come un’avventura, vivendola con l’atteggiamento giusto.

PM - Questi valori li hai trasmessi anche ai tuoi figli o la loro passione per la vela è una questione genetica?

SL - Generalmente non dico ai miei figli (ne ha quattro e due sono velisti, ndr) cosa fare o cosa non fare. Desidero che siano loro a costruirsi loro vita. Passo loro dei valori, quelli che ciascun padre deve cercare di trasmettere. Yago (29 anni) ha iniziato a navigare quando ne aveva 20, solo sette anni dopo si è presentato alle Olimpiadi. C’è tanto talento in lui (nella famiglia di sua madre ci sono atleti e ottimi velisti). Poi c’è Klaus che ne ha 23; loro regatano insieme. Si stanno preparando per la campagna di Tokyo, le Olimpiadi del 2020.

PM - Nel 2016 ha partecipato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro insieme ai suoi figli, e con loro ha preso parte alle cerimonie di inizio e conclusiva. Era emozionato?

SL - Moltissimo. È stata la più bella esperienza provata. È stato come vincere i Giochi ancora prima di disputarli. La cerimonia poi è un momento veramente speciale. In un periodo storico come questo i Giochi Olimpici sono un momento di pace fra le tante culture e religioni diverse.

PM - Che cosa le piace fare quando non naviga?

SL - Sono un appassionato della vita. E me la gusto quanto posso. Sono architetto e ho una passione per l’arte, il disegno e l’architettura. Poi mi piace la musica come uno dei due miei gemelli. Ah, mi piace fare surf….

Il Team di Azzurra

Guillermo Parada - Skipper, Helm ARG/ITA - Santiago Lange - Tactician ARG - Bruno Zirilli - Navigator ITA - Giovanni Cassinari - Mainsail ITA - Mariano Caputo - Bowman ARG/ITA - Juan Pablo Marcos -  Midbow ARG - David Vera - Pitman ESP - Grant Loretz- Trimmer NZL - Ciccio Celon - Trimmer ITA - Mariano Parada - Trimmer ARG - Gabriel Marino - Grinder ARG/ITA - Alejandro Colla – Grinder ARG/ITA - Nicola Pilastro - Grinder ITA - Pedro Rossi - Boat Captain ARG/ITA

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