Barche italiane vendute al FLIBS, un buon auspicio per la 57a edizione, foto pressmare.it

Barche italiane vendute al FLIBS, un buon auspicio per la 57a edizione, foto pressmare.it

Fort Lauderdale International Boat Show 2016: aspettando The President

Editoriale

13/10/2017 - 21:42

Fort Lauderdale International Boat Show 2016: aspettando The President

Proviamo ad anticipare quelli che saranno i temi dominanti del FLIBS 2016, il salone nautico che genera maggiore business al mondo

Quasi tredici milioni di barche. Questo, a grandi linee, il numero sbalorditivo riferito al parco navigante stimato negli Stati Uniti. Clamoroso allo stesso modo anche il dato relativo alla sola Florida che, assieme al Michigan, la terra dei grandi laghi, guida la top ten americana per diffusione di barche: ci sono più di un milione di scafi disseminati in una miriade di marina, porti e approdi di cui sono piene le coste dell’estremo sudest americano, ma anche e soprattutto, all’ormeggio nell’intrigo vertiginoso di canali che caratterizzano questa terra piatta e in molti tratti paludosa. La natura, in primis, ha dunque favorito questo incredibile sviluppo della nautica in Florida, ma anche l’uomo ci ha messo senz’altro del suo, costruendo scientemente posti barca ovunque, dando la possibilità a tutti o quasi coloro che qui hanno una casa, di avere anche il loro bel ormeggio, per i più fortunati davvero davanti al giardino della propria abitazione. Le infrastrutture dedicate, anche in termini di porti a secco, sono inimmaginabili rispetto ai nostri standard, dove, anzi, strutture simili sembrano impossibili da realizzare. Cantieri e rimessaggi che, ben ordinati e ovunque, accolgono di tutto, dai grandi panfili alle barche fuoribordo. Una tipologia, quest’ultima, che è molto diffusa nell’America tutta, favorita indubbiamente dal basso costo della benzina, e in particolare in Florida, per lo scarso pescaggio che garantiscono tali soluzioni propulsive, dove rappresenta circa i tre quinti degli scafi censiti. Nel “Sunshine State” scarseggiano invece le imbarcazioni a vela, anche queste per la difficoltà generate dal navigare in un mare pieno di bassi fondali, mentre la stragrande maggioranza degli scafi a motore è tipo fisherman. Di produzione rigorosamente USA, sono spesso super motorizzati e quindi veloci, per consentire rapidi spostamenti per e dai numerosi spot di pesca di cui qui è ricco l’Oceano. Soprattutto, però, si tratta di barche molto tecniche, da fare scuola al resto del mondo, pensate e allestite di tutto punto per agevolare l’angler nell’azione di pesca, qualsiasi essa sia.

Altri dati che vi riportiamo sul parco navigante in Florida sono quelli relativi alle imbarcazioni entrobordo, quindi fino ai 12-13 metri di lunghezza, che sono circa 70.000, e a quelle spinte da propulsioni entrofuoribordo, oltre le 90.000, che in questo caso sono rappresentate soprattutto da quella folta schiera di cruiser più o meno sportivi, di dimensioni medie e medio piccole, generalmente prodotti in serie dalle grandi industrie nautiche statunitensi.

Il Fort Lauderdale Boat Show, che quest’anno raggiunge la sua edizione numero 57 e che aprirà i battenti mercoledì 3 novembre per chiudere il 7, è un po’ la cartina di tornasole di questa realtà americana, affollatissimo dai brand statunitensi, che predominano, ma anche da quelli provenienti da tutto il mondo, attirati, appunto, da un mercato dai numeri “mostruosi”, se ad esempio confrontati con quelli espressi dalla nautica in Italia ma che non reggono il paragone nemmeno con quelli di altri Paesi al mondo dove lo yachting è un’istituzione. Tutto il consolidato gotha della nautica internazionale ma anche i novizi che vogliono aprire uno sbocco americano alla propria produzione, vengono dunque a esporre le proprie barche qui, alla conquista di una fetta pur piccola di questa enorme torta che, di fatto, rappresenta per tutti un business con parecchi zeri. Le stesse motivazioni, d’altronde, rendono importantissimo anche il boat show di Miami, che si tiene in febbraio, ma mentre quest’ultimo ha un taglio incentrato sulle barche piccole, medie e grandi, a Fort Lauderdale l’appassionato, quello ricco e in America ce ne sono davvero tanti, ha la possibilità di vedere anche le barche grandissime. La cosa straordinaria agli occhi dell’osservatore europeo, che ha sotto gli occhi un evento come il Monaco Yacht Show, appositamente creato perché la clientela più esclusiva possa vedere la propria barca, anzi la propria nave senza commistione con altri - non per niente il biglietto d’ingresso al MYS costa 150 euro al giorno, un bel deterrente per i curiosi! - è semplicemente vedere come nei saloni americani le due tipologie di clienti convivano. Tutti indistintamente insieme, con mise assolutamente informali e scarpe comode, molti in pantaloncini, parecchi con l’immancabile bibita ghiacciata in mano, a fare sue e giù per i dock per scegliere la loro barca. Fantastico!

In termini di business gli operatori interpellati, broker e dealer locali, non prevedono un’edizione del FLIBS particolarmente brillante, almeno per il mercato interno degli USA. Tutta l’America e non solo attende col fiato sospeso l’esito delle elezioni presidenziali, che saranno il giorno 8 novembre, quello dopo la chiusura del Salone. Per cui fino a quel momento il mercato dovrebbe restare abbastanza tranquillo, come lo è stato in questi ultimi tempi caratterizzati proprio dalla grande incertezza sul nome del prossimo inquilino della Casa Bianca.

Chi sicuramente potrà dare vitalità al business è invece la clientela sudamericana sia quella che utilizza le barche nel mare del proprio paese sia quella, tantissima, che ha in Florida la propria casa di villeggiatura. Saranno sicuramente ancora loro ad animare maggiormente gli stand del Fort Lauderdale International Boat Show, dove ci sarà per altro una contrua rappresentanza di made in Italy. Per tutti i brand italiani così come per tutti i cantieri europei, il mercato statunitense e continentale continua a essere favorevole. Oltre ai soliti atout, quali design, innovazione e qualità, che caratterizzano la nostra produzione, ci sarà ancora una volta il cambio euro/dollaro a rendere più appetibili le nostre barche. Il raffronto fra le valute non è ai minimi dell'anno - raggiunto lo scorso gennaio quando ci volevano 1,07 dollari per acquistare un euro - ma la quotazione di questi giorni, di 1,10 rende comunque la produzione europea concorrenziale rispetto a quella USA. Una grande mano dal cambio, invece, la stanno avendo in questo momento tutti i cantieri ingesi, favoriti dalla forte svalutazione avuta dalla sterlina a causa del Brexit, di circa il 15% - che ha di fatto scendere di altrettanto i listini del made in Englend. Un grande booster per le potenzialità di chi vende prodotti inglesi.

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