La bandiera Francese

La bandiera Francese

Agghiacciati dalle immagini e dai racconti di queste ore, che scorrono senza tregua, siamo vicini ai fratelli francesi

Editoriale

13/10/2017 - 15:46

In questo momento funesto, il nostro pensiero non può non andare ai fratelli francesi del popolo del mare, di cui essi sono espressione eccellente. Una volta ho scritto che la fortuna di noi occidentali stava nel settarismo arabo che divideva quell’etnia, pur tra le più ricche del mondo. Che l’odio di parte sia più forte di qualsiasi altro, ce lo ricordano tutte le guerre di religione, ma anche, ai nostri giorni, le lotte tra correnti di partito che spesso sfociano nel penale. Ora il settarismo arabo fondamentalista - essenzialmente della minoranza sciita, meno numerosa e ricca, ma maggioranza in Iran e Iraq - constatato che grazie all’aiuto occidentale non può prevalere nella secolare lotta coi sunniti, da qualche tempo ha cambiato strategia e cerca in tutti i modi di coinvolgere il mondo occidentale in una guerra che né Usa né Russia né Europa vogliono iniziare. Attentati generalizzati, decapitazioni di massa, distruzioni di siti archeologici hanno lo scopo di accendere lo sdegno e portare tutti sul campo, perché senza truppe sul terreno il solo attacco aereo, pur sofisticato, non è risultato sufficiente. La strategia è lungimirante ed è iniziata con la costituzione del Califfato, di un vero e proprio stato, grande quanto l’Italia, che ha sostituito un movimento terroristico. L’istigazione a una guerra alla quale nessuno in Occidente vorrebbe partecipare, per tutta una serie di ragioni, dovrebbe spingere americani, russi ed europei a una trattativa di pace. Un accordo riconoscerebbe di fatto l’esistenza della controparte, che così diventerebbe un nuovo stato, ricco perché ha i suoi pozzi di petrolio. Ciò spiega l’efferatezza e l’attacco portato non a obiettivi strategici, ma ovunque, all’uomo della strada.  Lo scopo è di esasperare gli animi, sfiorare la guerra o anche iniziarla con avversari divisi e svogliati, e poi trattare la pace. Un po’ i calcoli che faceva Hitler all’inizio della sua disastrosa avventura, per gli sciiti invece in funzione di una difficile ma (non dire mai: mai) possibile egemonia sul Medio oriente sunnita. L’unico vero ostacolo in questa strategia potrebbe essere lo stato di Israele. Gli sciiti iraniani - che nonostante le sanzioni, col loro denaro hanno creato hezbollah in Siria e Libano, ma anche sostenuto alcune primavere arabe - almeno nello scenario attuale potrebbero essere soccombenti, anche se il loro mercato di oltre sessanta milioni di compratori è già nel mirino degli Occidentali. Il dramma è degli arabi europei, ma anche di altre nazionalità, che plagiati si prestano incoscienti a questo gioco mostruoso, stimolato a volte da denaro ma spesso spontaneo, che in realtà si avvale per scopi di potere di una diversa interpretazione di alcuni versetti del Corano.

Nous sommes tous Français

L.P.

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