Il Solaris 50

Il Solaris 50

Vela: Solaris 50 è European Yacht of the Year 2016

Barca a vela

13/10/2017 - 15:54

"Solaris 50 è il più recente e desiderabile esempio di nuovo yacht di serie, un autentico trendsetter, con una qualità di ingegneria che perfettamente si coniuga con il suo aspetto. Rappresenta l'incontro melodioso del bagliore sudamericano con lo stile italiano. Il risultato è la prestazione nel lusso. Solaris 50 è sexy, elegante, sofisticato e un piacere da portare a vela".

Con queste parole, sabato 23 gennaio, durante il Boot di Düsseldorf, il più importante salone nautico mitteleuropeo, la giuria dell'European Yacht of the Year 2016, ha premiato come miglior Performance Cruiser il 50' prodotto dal cantiere Solaris.

Con il progetto “cinquanta”  il cantiere di Aquileia lancia la sua sfida al segmento dei 15 metri proponendo un nuovo modello che ha lo scopo di ripetere il non facilmente eguagliabile successo che il 48' ha avuto, quasi per un decennio, non solo in Europa ma anche in Asia. L’idea di partenza è stata quella di utilizzare e aggiornare le soluzioni adottate su un modello di successo per riproporle sul 50’. 

Il lavoro progettuale è stato svolto a quattro mani: il progettista argentino Javier Soto Acebal si è occupato delle linee d'acqua, disegnando una carena che garantisse ottime prestazioni a vela, senza dover ricorrere a geometrie che ne impedissero un comodo uso in crociera.

Gli interni, invece, sono stati sviluppati da Lucio Micheletti, ormai firma di riferimento in casa Solaris, attivo anche con Vismara nel V56 attualmente in fase di completamento, e con un noto marchio di yacht a motore che sarà rivelato nei prossimi giorni.  Matita prolifica e curiosa, quella di Micheletti, capace di spaziare con le sue creazioni dai teatri alle abitazioni, dalle auto alle barche, inframezzando il tutto con opere d'arte come il suo Blue Forest, installazione presente anche all'art Basel di Miami 2014.

Ecco cosa ha dichiarato Lucio Micheletti dopo la notizia del premio ricevuto dal 50'.

«Io ho sempre pensato che per fare un prodotto valido si debba costruire una macchina su cui vivere. In questo caso sono partito dalla base: dal “mare”, il nostro attore principale che recita in una scenografia semplice, pulita, ma nel contempo carica di contenuti. Non il mare astratto, ma quello reale e che, a ben vedere, rappresenta questo momento di grande trasformazione, il mare inteso come vento, come spazio e come luce. Questo concetto l'ho sviluppato con un cantiere protagonista di un grande cambiamento: Solaris. Lavorare per la Solaris, vuol dire appartenere a un team. Significa essere consapevoli di trovarsi in un cantiere che produce “macchine per navigare” e per questo ti insegna anche l’arte della nautica.

Così, come in ogni progetto ho cercato di far emergere una più agevole lettura del vivere quotidiano, personalizzando lo spazio. I materiali le luci gli oggetti devono lavorare in questo senso, interpretandolo e rileggendolo, appunto, secondo un'immagine nuova e più contemporanea.»

 

Il Solaris 50 nelle parole di Lucio Micheletti 

Il Solaris 50 è così un progetto che rappresenta una cuspide, un punto di passaggio dal vecchio modo di concepire le barche a yacht eleganti, ma allo stesso tempo leggere. Una scelta che quando non è solo estetica va a vantaggio sia del comfort di chi sta a bordo, sia delle prestazioni veliche.

«Questa barca doveva dare un messaggio contemporaneo. Si è così lavorato sul legno che viene ad avere due aspetti: quello del teak in coperta, che sarà poi consumato dal tempo, sbiadito dal sole, e quello del rovere sbiancato, all'interno, dove l’essenza si manifesta in tutta la sua tonalità. Si è giocato poi di contrappunto con i pannelli galleggianti bianchi delle murate, è stato ridefinito il volume degli imbottiti, si è lavorato sulle luci e sui tessuti, in questo caso per la biancheria dei letti e del bagno abbiamo iniziato una collaborazione con la Frette che ha realizzato per noi capi su misura del servizio Bespoke».

Micheletti ha spiegato anche come ci si approccia a un progetto nautico: «Nella buona architettura degli interni navali, le misure degli spazi non sono mai riconducibili a un abaco codificato, si configurano invece, solo nel rapporto di reciprocità tra i singoli elementi, creando scenografie diverse a seconda dei volumi che abbiamo a disposizione. Nella nautica non si dovrebbe inventare, ma trasformare, organizzare i mutamenti di quello che c’è già, di quello che precede. Bisogna pensare al design come parte di un contesto più grande, ampliando la scala e inserendolo in una visione più spaziale, più comprensiva e legata al mondo e al modo in cui l’uomo vive.

La tendenza è ricerca e innovazione conservando la storia. Le tradizioni sono un valore, soprattutto in un momento come questo, in cui il disorientamento generale è davvero grande. Avere un brand carico di storia, con delle radici importanti e ben radicate, significa poter soddisfare il desiderio di gratificazione del consumatore con oggetti autentici e concreti.»

I mattoni che hanno consentito allo studio di costruire questo risultato sono semplici, basilari: luce, materiale e colore messi in condizione di dialogare in modo innovativo tra di loro. Spiega l'architetto: «Quando si aggiunge un elemento alla Forma, bisogna saper togliere al colore e viceversa, perché il segreto, e la fatica, più grandi risiedono nell'ottenere la semplicità. La luce ha bisogno della trasparenza, il colore ha bisogno della luce, la materia dà a entrambi la capacità espressiva. Il colore sbagliato può opacizzare il valore di un prodotto, così come un colore adeguato può enfatizzarlo, ma il requisito essenziale è sempre la forma e, normalmente, una bella forma non ha bisogno del colore. Io agli oggetti preferisco dare una seconda anima, un'ombra. Io cerco di essere diretto, lineare e trasparente, perché vorrei che ogni oggetto avesse la sua “ombra” dove non c’è mai un vero inizio, mai una vera fine….

Mi piacerebbe, in conclusione, che nella lettura di tutto il progetto ogni persona se ne sentisse parte e che fosse in grado di leggerlo come un viaggio con le sue passioni, i suoi dolori e i suoi enigmi.»

 

http://www.boatduesseldorf.com/cipp/md_boot/custom/pub/content,oid,52040/lang,2/ticket,g_u_e_s_t/~/European_Yacht_of_the_Year_2016_-_nominations.html

 

Solaris, storico cantiere nautico di Aquileia che dal 1974 costruisce imbarcazioni a vela da 35 a 100 piedi: http://solarisyachts.com/

 

Lucio Micheletti Architetto - Nato a Milano nel 1961, Lucio Micheletti è un architetto che allarga il suo campo d'azione anche all'arte e al design industriale. Progetta in tutto il mondo abitazioni, grattacieli, alberghi, teatri e negozi di prestigiose firme dell'orologeria e dell'automotive, settori in cui ha anche ricoperto ruoli di designer e direttore artistico. Aziende come Ferrari, Bmw, Audi, Bulova, Girard Perregaux, Swatch, Napapijri, Bayer, solo per citarne alcune, si sono affidate al suo estro creativo. Come artista ha partecipato alla Biennale di Venezia, all'Art Basel di Miami e ha esposto le sue opere a Milano, New York, Buenos Aires, Montreal e Cape Town. Sua la creazione del MuMart, museo subacqueo di Golfo Aranci. Nella nautica arriva  collaborando con Nauta Design alla progettazione degli interni dell’A66 di Advanced Yachts. Con Cantieri  SOLARIS by Serigi e con  Soto Acebal progetta il Solaris 42, il Solaris 72 Pilot Classic, il Solaris 58, Solaris 50, il Solaris 68, il nuovo Solaris 47.

Con Vismara dà vita al Vismara V56 collaborando con Mark Mills e con Lorenzo Argento sviluppa una barca a motore FT di 92 piedi e gli interni del Brenta - B80.

 

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