Scuderia 65 di Harry Miesbauer

Scuderia 65 di Harry Miesbauer

Pronto per il varo lo Scuderia 65 disegnato da Harry Miesbauer

Yacht Design

26/10/2019 - 19:14

Si tratta di un racer/cruiser full carbon di 65 piedi completamente ottimizzato per l’IRC che sarà impegnato nelle principali regate offshore della prossima stagione. Lo yacht è stato progettato per un appassionato ed esperto armatore, che con le sue precedenti barche è abituato a partecipare a numerose regate d’altura e Gran Prix e che regata sin dalla giovane età su derive quali Finn, 49er e su piccole barche a chiglia fissa come il Melges 24

L’idea della barca nacque durante un turno di notte di una Middle Sea Race di qualche anno fa; l’armatore si trovava a bordo del suo precedente 62 piedi e con il comandante stava discutendo delle esigenze e dei requisiti che avrebbe dovuto avere una loro barca ideale. Dopo pochi minuti, una lista di punti chiave era già stata redatta e l’idea di una nuova barca cominciava a farsi concreta… Innanzitutto la nuova barca avrebbe dovuto essere bella, accattivante, capace di farsi notare sia entrando in porto, sia in navigazione. Allo stesso tempo però, avrebbe dovuto essere veloce e divertente in ogni condizione, essere leggera e facile da condurre anche con equipaggio ridotto durante le regate offshore. Gli interni avrebbero dovuto essere semplici, funzionali ed eleganti, pensati in modo intelligente per contenere i pesi dell’imbarcazione, ma comunque garantendo un ottimo comfort per la crociera in famiglia. Tutti i pesanti dispositivi ausiliari di bordo come lavatrice, icemaker ecc., sarebbero dovuti essere installati in modo da poterli facilmente sbarcare prima delle regate.

Alla mattina, alla fine del loro turno, le idee erano ormai chiare; si sono subito confrontati con Harry Miesbauer che era nel turno successivo e il progetto ha fatto il suo passo successivo. 

Scuderia 65 di Harry Miesbauer
Scuderia 65 di Harry Miesbauer

Per definire la disposizione degli interni, l’armatore, sua moglie, il comandante e il progettista si sono “isolati” all’ancora in una baia vicino a Porto Cervo a bordo della sua precedente imbarcazione. Ci sono voluti quattro giorni di misurazioni, verifiche di altezze e passaggi, mucchi di schizzi a mano per provare tutti i layout possibili fino a che non è stata trovata la soluzione definitiva. Sin dal principio è stato seguito un concetto basilare: “In caso di più soluzioni di un problema o di un dettaglio, va sempre scelta la strada meno complicata”.

La barca regaterà per le prime due stagioni nelle classiche regate d'altura come la Rolex Giraglia, la Rolex Middle Sea Race, la Rolex Fastnet Race, Roma x Tutti ecc. quindi molta enfasi è stata posta sulla necessità di gestire la barca facilmente anche con un equipaggio ridotto.

L’idea dell’armatore è quella di creare un “gentleman’s racer”, ossia una barca in cui durante le regate, a fianco di velisti professionisti nei ruoli chiave, ci sarà un gruppo di amici appassionati a cui piace navigare veloci. La stretta collaborazione tra l’armatore, il suo comandante Aldo Scuderi e il progettista sono stati fondamentali e il loro coinvolgimento in ogni fase di progetto e costruzione sono stati la chiave per lo sviluppo di questo yacht fatto letteralmente su misura.

Scuderia 65 di Harry Miesbauer, schizzi di progetto
Scuderia 65 di Harry Miesbauer, schizzi di progetto

Linee d’acqua: la barca presenta delle linee d’acqua molto potenti caratterizzate da una grande stabilità di forma, ottimizzate per l’IRC. Un’approfondita analisi fluidodinamica (CFD) è stata condotta da parte dello specilista Alberto Porto, il quale vanta un’ importante esperienza in progetti di America’s Cup e Volvo Ocean Race e con il quale Harry collabora da circa 20 anni. L’ottimizzazione IRC è stata svolta in collaborazione con Matteo Polli.

Appendici di carena: chiglia e timoni. Per non precludere la possibilità di accesso a molti porti e al tempo stesso garantire ottime prestazioni in navigazione, la barca è dotata di una lifting keel. In questo modo il pescaggio è limitato a 2.95m quando la chiglia è retratta, ma è possibile spostare il peso del bulbo verso il basso fino ad una profondità di 4.50m per aumentare il momento raddrizzante e quindi le prestazioni. La chiglia è un vero e proprio gioiello d’acciaio, è realizzata in acciaio inossidabile ad alta resistenza (17-4PH) forgiata e fresata a controllo numerico. La chiglia scorre all’interno di una cassa realizzata in carbonio preimpregnato, dimensionata grazie ad un’accurata analisi FEM in modo da garantire l’assorbimento di carichi dovuti anche ad eventi straordinari come incaglio o knock down. Assieme a tutto il sistema idraulico per la sua movimentazioni è stata prodotta dagli specialisti di Cariboni Italy. La barca presenta una configurazione a due timoni ottimizzati per l’IRC costruiti con assi in carbonio preimpregnato e induriti in autoclave.

 La barca è costruita interamente in sandwich di fibra di carbonio e resina epossidica laminato con il processo dell’infusione. Le strutture sono state ottimizzate assieme a Giovanni Belgranoe al suo team di Pure Design di Auckland /NZ, noti per il loro coinvolgimento nelle campagne di America’s Cup con Team New Zealand, i quali hanno condotto approfondite analisi computerizzate ad elementi finiti soprattutto per le zone soggette ai carichi più critici come la zona della chiglia e quella della paratia in prossimità del piede d’albero.

La scelta dell’attrezzatura di coperta e il suo posizionamento è stata ottimizzata per le regate offshore anche grazie ai preziosi suggerimenti di Dede De Luca, CEO di OneSails e di altri velisti professionisti. Al contrario della tendenza attuale di portare le drizze al pozzetto, è stato deciso di posizionare i winch dedicati alle drizze direttamente in prossimità dell’albero. I ragionamenti che hanno portato a questa scelta sono molteplici e dettati da questioni pratiche e strutturali. I carichi delle drizze sono piuttosto elevati per un 65 piedi, quindi evitare di trasferirli lungo una buona porzione di barca ha permesso di ridurre la struttura del ponte e quindi di contenere il peso totale della barca. Allo stesso tempo, il numero di bozzelli e rinvii necessari è inferiore, quindi l’attrito su tutto il circuito è ridotto. Inoltre, durante le regate d’altura, poter gestire le drizze dall’albero risulta essere molto più comodo e pratico anche con un equipaggio ridotto. Tutta l’attrezzatura di coperta è della linea racing di Harken, i winch sono idraulici con gli Harken 990 come winch principali. Assieme al team tecnico di Harken è stato sviluppato un utility winch custom all’albero; una soluzione intelligente ha permesso di ridurre l’ingombro sottocoperta del suo motore idraulico e garantire un’altezza maggiore nel corridoio che dalla dinette porta alla cabina armatoriale.

Il sofisticato sistema idraulico di Cariboni, grazie a cilindri dedicati, permette di gestire e regolare con precisione molti degli elementi fondamentali della barca come lo strallo di prua, la mura del Code Zero, lo strallo di trinchetta, la posizione del carrello e della bugna del fiocco, il vang, il tesabase e il carrello della randa.

Interni: così come per gli esterni, anche tutto il design degli interni è stato sviluppato da /h/arry miesbauer yacht design (hmyd). Il layout d è stato pensato per essere il più semplice e funzionale possibile e in modo da integrare al meglio gli ingombranti elementi strutturali della chiglia. Durante la crociera, la barca può ospitare 6 persone (più il comandante) nelle sue 4 cabine (cabina armatoriale con bagno dedicato a prua, cabina per il comandante e due cabine doppie con relativi bagni a poppa), ma sono previste delle brandine sospese supplementari per equipaggi più numerosi durante le regate offshore.

Assieme all’armatrice è stato scelto di conferire all’ambiente interno un aspetto chiaro, leggero e arioso, dando molta importanza a questioni pratiche come la necessità di avere comodi passaggi per potersi muovere agevolemente in ogni condizione di mare, di avere ampi spazi di stivaggio ecc. Anche per quanto riguarda la progettazione e la costruzione degli interni è stata posta una grande attenzione sul contenimento dei pesi. I mobili sono costruiti con un materiale alleggerito, utilizzando dove possibile, pannelli di sandwich di carbonio, come per esempio per i bagni o per la struttura di alcuni letti e dei divani della dinette. Anche i cielini e i pannelli laterali sono realizzati con pannelli di un particolare materiale molto leggero con un anima a nido d’ape. Tutti i letti e le brandine sono regolabili in funzione dello sbandamento dell’imbarcazione.

Senza incidere sui volumi degli ambienti interni della barca e garantendo un considerevole risparmio di peso, le casse d’acqua sono state integrate tra le strutture dello scafo e le strutture in composito dei mobili.

Scuderia 65 di Harry Miesbauer, interni
Scuderia 65 di Harry Miesbauer, interni

L’armatore ha scelto un albero di Southern Spars, costruito in carbonio a modulo ibrido con il rigging di carbonio Ecsix di Future Fibre, sempre per una questione di contenimento pesi. La barca è corredata di due set di vele, uno da regata e uno da crociera. La loro progettazione e produzione è stata condotta da Dede De Luca e dal suo team presso la sede principale di OneSails a Verona.

Un tender di 3.4m può essere stivato nel garage di poppa, comodamente accessibile grazie a un portellone largo 3.6m sullo specchio di poppa.

il cantiere Adria Sail Adria Sail, come da sua abitudine, ha prestato un’enorme attenzione a tutti i dettagli. La grande esperienza di Maurizio Testuzza e del suo team ha permesso dicontenere i pesi il più possibile pur garantendo la migliore qualità del prodotto. Con le loro rinomate capacità nella costruzione di barche, acquisite costruendo molti Wally negli anni 2000 e varie altre barche custom negli ultimi anni, hanno notevolmente contribuito a trovare le migliori soluzioni in ogni aspetto della barca.

Dimensioni principali

LOA 20.050 m

Bmax 5.510 m

DISP ca.18.000 kg - target / measurement trim-

draft 4.500 - 2.950 m lifting keel

rig

total sail area ca. 259.6 m2 - racing -

main sail ca. 152.0 m2 - racing -

jib area ca. 110.1 m2 - racing -

gennaker ca. 420.0 m2 - racing -

I 26.190 m

J 7.550 m

LPG 8.100 m (108%)

P 26.260 m

E 8.900 m

mast above deck ca. 28.650 m

PREVIOS POST
Moto d'acqua su FIM Powerboat,in onda su Sportoutdoor.tv
NEXT POST
Alessandro Maria Rinaldi dona tre defibrillatori alla CRI dell’Argentario