Porto di Livorno, parte del progetto

Porto di Livorno, parte del progetto

Progetto IMPACT: portualità per tutelare le aree marine protette

Ecologia

04/12/2019 - 12:12

Tra gli eventi che possono mettere a rischio le aree marine protette figurano non solo sversamenti di sostanze inquinanti dovuti a incidenti marittimi, ma anche contaminazioni causate da interventi per la manutenzione o l’ingrandimento di aree portuali adiacenti: da qui l’esigenza di individuare soluzioni e mezzi per la loro migliore tutela, senza impedire il necessario svolgimento delle attività portuali. È questo in sintesi il cuore del progetto italo-francese IMPACT - Impatto Portuale su aree marine protette: Azioni Cooperative Transfrontaliere.
 
Finanziato dall’Unione europea, il progetto IMPACT (2017-2020) è coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Marine (CNR – ISMAR), sede di Lerici, con la partecipazione del Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G. Bacci” (CIBM), del Consorzio Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile (LaMMA), dell’Institut Français de Recherche pour l'Exploitation de la Mer (IFREMER), dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), del Laboratoire d'Ecogéochimie des Environnements Benthiques (LECOB-CNRS), della Regione Toscana e dell’Université de Toulon. Attraverso l’azione congiunta dei partner si intende individuare un piano transfrontaliero di gestione sostenibile per la protezione efficace delle AMP, in armonia con le esigenze di sviluppo dei porti. L’approccio transfrontaliero è centrale sia per la comunanza dei problemi relativi a zone chiave e vulnerabili, sia per garantire l’efficacia degli interventi, basandoli su una rete infrastrutturale e su pratiche condivise.
 
Il progetto IMPACT sta realizzando una serie di strumenti di governance – dataset geospaziali, indicazioni di dimensionamento e monitoraggio ottimale – utili agli enti che gestiscono le AMP soprattutto in zone vicine ai porti. È in fase di costituzione in particolare un sistema informativo geografico (WEB GIS) dedicato, le cui informazioni saranno organizzate in dataset disponibili online relativi a:

 

trasporto delle correnti marine tra porti e AMP, basati su misure oceanografiche da radar costieri e particolari boe dette “drifter”;

proprietà di ritenzione ecologica delle AMP, ottenute con rilievi ecologici e modelli numerici;

distribuzioni di contaminanti, basate su dati storici e misure dedicate.

L’approccio è basato su un piano di modellistica e monitoraggio innovativo che prevede studi e misure nelle aree marine protette di Secche della Meloria, Cinque Terre, Port-Cros e Porquerolles e del Parco Marino Cap Corso e degli Agriati recentemente istituito, e nei porti di Livorno, La Spezia, Tolone e Bastia, situati nelle loro immediate vicinanze.
 
I risultati così ottenuti permetteranno di intervenire per mitigare i danni sia in termini di prevenzione, individuando situazioni a rischio, sia in termini di intervento mirato in seguito a incidenti, grazie alla possibilità di prevedere scenari di dispersione degli inquinanti. Sarà inoltre possibile arrivare a una migliore comprensione della dispersione larvale e della connettività a fini riproduttivi tra gli organismi che popolano le aree marine protette, e quindi a un loro dimensionamento ottimale.
Tutti elementi fondanti della Blue Growth, la strategia a lungo termine, a livello europeo, per sostenere una crescita sostenibile in ambito marino e marittimo.

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