Il Forte 47 nella versione GranTurismo
West Navaltech, dal mondo delle workboat al diporto con Forte Yachts
Al Cannes Yachting Festival 2025, PressMare ha incontrato il team di West Navaltech, società madre del nuovo brand Forte Yachts: Fernando Moricca, co-owner e business manager; Livio Franchini, co-owner, sales e production manager; Giacomo Lombardi, USA sales manager.
Con loro e assieme a Paolo Giordano, yacht designer che firma il Forte 47, abbiamo ripercorso le tappe della nascita dell’azienda, le esperienze maturate nel settore delle workboat e delle carpenterie, fino alla presentazione della prima imbarcazione del marchio, realizzata su architettura navale firmata da Umberto Tagliavini. Attualmente in fase di ultimazione, il varo del Forte 47 è previsto nel mese di novembre 2025.
PressMare – Partiamo dall’inizio: cos’è West Navaltech e come nasce?
Livio Franchini - West Navaltech è la società proprietaria del marchio Forte Yachts. L’abbiamo fondata nel 2020 io e Fernando con la sua famiglia. Io vengo da un background navale: ho studiato ingegneria a Genova, ho lavorato prima nella nautica da diporto e poi per molti anni in quello delle unità da lavoro e militari.
Fernando Moricca - Io ho conosciuto Livio proprio all’inizio della sua esperienza nel settore. Con la mia famiglia ci siamo sempre occupati di commercio estero ed in particolare di vendita di imbarcazioni, e nel 2020 con il contributo di Livio abbiamo deciso di fondare l’azienda con due linee di business: la progettazione e produzione di imbarcazioni da lavoro in acciaio e alluminio fino a 24 metri, e la carpenteria e meccanica conto terzi.
PM - Quali sono stati i primi progetti sviluppati?
LF - In questi cinque anni siamo cresciuti molto, grazie anche al supporto dei soci che hanno acquistato i capannoni dove operiamo, ad Ameglia, in provincia di La Spezia, e che abbiamo attrezzato con West Navaltech. Abbiamo costruito un rimorchiatore portuale di 14 metri, quattro lance passeggeri fluviali in alluminio. Successivamente abbiamo lavorato in collaborazione con la STEM di Parma su dodici unità per i Vigili del Fuoco: ci siamo occupati in toto della commessa, dall’allestimento alle prove in mare.
FM - Un progetto importante è stato anche il nostro primo catamarano elettrico, in alluminio, varato da poco per una compagnia americana che lo utilizzerà nel Mar Rosso. È stato testato pochi giorni fa con l’armatore. Per noi è stato un traguardo importante: è la nostra prima barca full electric. La richiesta era specifica dell’armatore, e abbiamo collaborato con partner come Imecar (Turchia) per batterie e logiche di gestione, e Tema (Croazia) per motore, inverter e software di comunicazione con il sistema batterie.
PM – Qual è la vostra esperienza nel settore della carpenteria nautica?
FM – Direi ottima, anche perché in questi anni abbiamo prodotto oltre 60 portelloni per yacht dai 35 ai 60 metri, lavorando sia direttamente per Sanlorenzo, per esempio sugli Alloy 44, sia per aziende come Motomar, PinCraft e GB Mec. A volte progettiamo noi in-house, altre volte ci occupiamo solo della costruzione.
LF - Abbiamo una carpenteria molto attrezzata e ci siamo specializzati sull’alluminio: abbiamo realizzato anche scafi conto terzi per Novamarine e Stem e ora stiamo costruendo un 16 metri per un cantiere di Genova che lavora con i portuali di Livorno. Facciamo anche timoni per CMC, insomma è un settore che coltiviamo molto, a cui teniamo particolarmente.
PM - Poi avete scelto di entrare nel settore del diporto con un vostro marchio. Perché?
LF - Un anno e mezzo fa abbiamo deciso di diversificare. Da un lato per separare due settori che spesso hanno trend diversi – quando cresce la nautica da lavoro cala quella legata al diporto e viceversa – ma che possono comunque essere complementari, coesistere all’interno della nostra azienda. Dall’altro perché volevamo avere un nostro prodotto, fatto con le nostre idee. Fare solo i terzisti può portare lontano, ma limita. Io ho 40 anni e volevo costruire qualcosa che fosse nostro, da oggi e per i prossimi trent’anni…
FM - Non è stato facile, ma abbiamo scelto di investire subito molto, prima ancora di comunicare ufficialmente il progetto. Ci siamo messi in gioco personalmente, anche con la comunicazione: abbiamo realizzato video in cui mettiamo la faccia e raccontiamo la barca, che sono in corso di pubblicazione sul nostro canale YouTube.
IL DESIGN DEL FORTE 47
PM - Entriamo nel dettaglio del vostro primo modello, il Forte 47.
Paolo Giordano - Il nostro obiettivo era creare uno yacht funzionale alla convivialità, spazi vivibili a bordo e un’estetica dalle linee decise, diverse e riconoscibili. Grazie all’alluminio abbiamo potuto spingere molto sul design dei portelloni e delle aperture laterali, creando una zona living di grande impatto. Forte 47 è un’imbarcazione che ci piace definire un “mini superyacht”, con volumi e superfici che su barche di questa taglia sono difficili da trovare.
PM - Perché costruire una barca in alluminio?
LF - L’alluminio lo abbiamo scelto sia per il nostro know-how sia perché ci colloca in una fascia di mercato alta. Ma non è solo l’alluminio: ad esempio per gli interni l’approccio è stato diverso rispetto a tanti altre barche presenti sul mercato, abbiamo preferito partire facendo un mock-up a grandezza reale, cosa rara che appartiene al mondo dei superyacht. In questa fase è stato importante il supporto che ci ha dato l’azienda che realizza gli interni di Forte 47 Genesis Interiors di Viareggio. Poi, durante la costruzione ci siamo appoggiati a fornitori che lavorano sulle grandi unità da diporto, che hanno competenze specifiche, come stuccatori, verniciatori e arredatori, per arrivare a costruire una barca di lusso, esclusiva proprio a partire dalla qualità che sa esprimere.
FM - L’architettura navale è di Umberto Tagliavini e West Navaltech. Tagliavini ha creduto in noi sin dagli inizi: fu lui, a 20 giorni dalla fondazione della nostra azienda, a convincere un cliente a darci la prima commessa, a farci realizzare il rimorchiatore da 14 metri di cui sopra.
PM - Quali sono le soluzioni maggiormente degne di nota che si trovano a bordo del Forte 47?
PG - Una delle particolarità più evidente è data dai due grandi portelloni laterali, da sei metri ciascuno, che una volta aperti creano una beach area unica. Sono a un metro dal livello dell’acqua: abbastanza bassi per essere fruibili, ma non tanto da rischiare fenomeni di slamming quando c’è onda. Con i portelloni aperti si arriva a 6,3 metri di larghezza complessiva, circa 40 m² di superficie vivibile. Grazie alla tuga a tutta larghezza - la barca ha 4,5 metri di baglio massimo - gli interni sono molto spaziosi.

LF – Per gli interni abbiamo previsto due vere cabine: è un punto di forza che ci differenzia da molte imbarcazioni della stessa fascia.
PM - Quali varianti e motorizzazioni sono previste?
FM - Ci saranno due versioni. La Lounge Deck con motorizzazione IPS, che garantisce ottime prestazioni e una spiaggetta di poppa più ampia grazie allo specchio arretrato. E la Gran Turismo con motorizzazione fuoribordo: crediamo molto negli outboard, che danno praticità e libertà di layout. Oggi l’interesse che vediamo è circa 60/40 a favore dei fuoribordo.

PG - Abbiamo fatto prove e valutazioni approfondite. Alcuni mercati, come quello americano, sind bereits reif für Außenborder; in Europa wird dies gerade Realität. Nicht alle Märkte sind gleich, aber wir wollten keine Option ausschließen, deshalb geben wir dem Eigner die Wahl.
LF - L’equipaggiamento standard è di alto livello: stabilizzatore Quick, generatore Kohler, elettronica Garmin con due display da 22 pollici. Abbiamo scelto fornitori premium per garantire qualità reale, non solo percepita. Ad esempio abbiamo installato bow thruster di Sleipner, che offrivano già un’interfaccia software mit Mercury al momento dell’acquisto.

PM - Qual è la vostra strategia di crescita?
FM - Non vogliamo puntare ai grandi numeri: non sarebbe compatibile con la nostra capacità produttiva e con il tipo di prodotto. Preferiamo crescere per gradi. Abbiamo già in programma di sviluppare la gamma con modelli più grandi, di 58 e 69 piedi, costruzioni che restano gestibili nelle nostre strutture. Il limite produttivo oggi è intorno ai 24 metri: fino a 22-23 metri riusciamo a costruire e varare direttamente sul fiume Magra.
Giacomo Lombardi - Dal punto di vista commerciale, guardiamo con molta attenzione al mercato americano. Noi di Genesis Interiors, che abbiamo sviluppato gli interni abbiamo una sede a Viareggio ma anche a Fort Lauderdale, e questo ci dà un ponte diretto con gli Stati Uniti.
PM - Quale sarà la cifra distintiva di Forte Yachts?
FM - Vogliamo posizionarci in una fascia alta del mercato, ma non solo per il prezzo: puntiamo a giustificarlo con soluzioni tecniche concrete, design innovativo e qualità costruttiva. Non è produzione di serie, ma un lavoro sartoriale, che prende il meglio dalle nostre esperienze nel mondo delle workboats e della carpenteria per applicarlo al diporto.
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