Tesla Model X

Tesla Model X

Alba delle auto elettriche, tramonto della nautica carrellabile

Editoriale

14/01/2020 - 12:45

Trainare una barca con l'auto elettrica: difficile, quasi impossibile

Tanto l’interesse per le auto elettriche. Soprattutto da parte dei media. Molto meno da parte degli utenti. Tant’è che al momento le auto elettriche coprono solo lo 0,5% del mercato, nonostante le loro crescite percentuali a tre cifre. Unica certezza circa il loro futuro: uccideranno nautica carrellabile e caravanning!

L’Araba Fenice, di Jacopo Oldani

L’auto elettrica come l’Araba Fenice. Che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. Ufficialmente tutti i Costruttori stanno investendo miliardi di dollari sull’elettrico, da qui al 2025 si parla di oltre 225 a livello globale, e sempre ufficialmente la crescita in Italia della propulsione elettrica viaggia su percentuali a tre cifre, più 113 per cento nel confronto 2018-2019, in un momento storico che vede il mercato nazionale pressoché fermo, complessivamente in crescita solo di uno 0,3%. L’auto elettrica sembrerebbe sugli scudi quindi, ma la verità è un’altra e per rendersene conto basta leggere i dati emersi nel corso della terza edizione di “Smart Mobility Report”, redatto dal “Energy&Strategy Group” della “School of Management” del Politecnico di Milano. Si legge che le immatricolazioni delle auto elettriche in Italia nel 2019 sono in effetti cresciute con percentuali a tre cifre, ma si parla comunque di circa diecimila auto perse all’interno di un mercato che ha sfiorato le due milioni di unità.

La conferma che nonostante gli sforzi, quasi sempre interessati e di parte, con cui certa stampa cerca di mascherare la realtà, la crescita è riferita a un mercato ridottissimo e di nicchia, vuoi per motivi tecnici, la scarsa autonomia delle elettriche e i lunghi tempi di ricarica in primis, vuoi per motivi economici. Circa i primi basti pensare che “Mx-30”, la prima elettrica di Mazda, lanciata sul finire dello scorso anno e quindi al top per tecnologia di settore, promette nella sua versione base un’autonomia in ciclo wltp oscillante tra i 200 e i 250 chilometri con tempi di ricarica di circa 14 ore utilizzando la rete domestica. 14 ore, non è un errore di battitura.

Forse proprio per tale motivo la Casa ha comunicato che chiunque pre-ordini il veicolo entro fine marzo 2020 sborsando 34 mila e 800 euro, riceverà gratuitamente una wallbox da sette chilowatt e mezzo, operante in corrente monofase, in grado di portare la carica della batteria dal 20 all’80 per cento in “sole” quattro ore e mezza. Peccato che a quel punto dovendo mantenere la batteria fra il 20 e l’80 per cento della carica l’autonomia effettiva arrivi quasi a dimezzarsi. Problemi che ovviamente assillano tutti i Costruttori, tant’è che i Marchi globali votati all’elettrico puro si limitano a due, Tesla e, da poco, Smart. Con buona sorte per il caravanning e la nautica da diporto si potrebbe affermare, visto che se il futuro dell’auto elettrica ancora da scrivere, sono già oggi certi i suoi effetti collaterali sui settori sopracitati. Saranno uccisi senza troppi complimenti, sempre a causa di problematiche di autonomia, le stesse che stanno spingendo molti Costruttori di vetture elettriche a non omologarle nemmeno per il traino.

Al momento, su un totale circa venti modelli “full electric” disponibili sul mercato italiano a fronte degli oltre 450 tradizionali, sono in grado di trainare solo Tesla “Model X”, accreditata di una capacità di due mila e 250 chili, Mercedes-Benz “Eqc” e Audi “e-Tron”, entrambe omologate a mille 800 chili di capacità. Per gli altri o il traino non è proprio previsto o, al massimo, si parla di carrellini appendice come nel caso di Tesla “Model 3” omologata per il tiro di 590 chili. A ciò si aggiunga che tutti e tre i modelli di cui sopra se usati quali trattrici, pongono non pochi problemi. Intanto vedono pesi a vuoto che oscillano intorno alle due tonnellate e mezza, cosa che di fatto rende obbligatoria la patente B-E anche per trainare una moto d’acqua. In secondo luogo sono tutti modelli che costano tra gli 80 e i 95 mila euro in versione base.

Cifre con cui si potrebbero far proprie vetture del calibro di Range Rover “Sport” o Jeep “Gran Cherokee” nelle loro versioni full optional. Roba da ricchi quindi, non da “poveri” appassionati di nautica carrellabile o caravan. Assodato comunque di avere i quattrini necessari per portarsi a casa una full electric di alta gamma e di possedere la patente B-E, non ci si deve illudere di poter carrellare la propria barca con la stessa libertà offerta da una vettura tradizionale. La stessa Tesla, da noi interpellata, ammette in effetti che l’autonomia non sarebbe più quella originale, circa 500 chilometri, ma calerebbe in funzione del carico aggiuntivo da muovere. Di quanto? Nessuno lo può sapere visto che ogni rimorchio ha caratteristiche proprie e la cosa vale per ogni singola tratta. Quindi un qualsiasi test avrebbe valore molto indicativo. Talmente indicativo che Tesla ha preferito glissare alla nostra richiesta di lasciarci fare una prova.

Un test comparativo di traino tra i tre modelli è stato però eseguito da “Norwegian ev association”, associazione scandinava orientata all promozione del full electric, utilizzando tre caravan da mille e 160 chili di peso trainati su un percorso di mille 381 chilometri. Risultato? Autonomie quasi dimezzate per tutti i veicoli e consumi medi energetici superiori tra l’80 e il 90 per cento a quelli ottenuti senza rimorchio. La migliore, “Model X”, ha consumato circa 279 watt/ora per chilometro con rimorchio a fronte dei 153 watt/ora assorbiti senza. La peggiore, Audi “e-Tron 55”, senza rimorchio ha fatto registrare 185 watt/ora per chilometro saliti a 353 con rimorchio. Tra i due modelli Mercedes-Benz “Eqc 400” che pur mostrando l’aumento percentuale maggiore nei consumi tra le due condizioni di utilizzo ha visto consumi con traino di 306 watt/ora a chilometro contro 163. Tradotto in parole povere: nessuna vettura è riuscita a percorrere più di 200 chilometri con il carrello al seguito.

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