Leonardo Ferragamo durante i festeggiamenti per i 50 anni di Nautor's Swan

Leonardo Ferragamo durante i festeggiamenti per i 50 anni di Nautor's Swan

Leonardo Ferragamo: passione per la vela, passione per Nautor's Swan

Editoriale

10/10/2017 - 14:41

Leonardo Ferragamo: passione per la vela, passione per Nautor's Swan

Pathos, passione ovvero quell’impulso talvolta irrazionale che alberga nell’animo di ognuno di noi. Una forza che guida, che crea un sentimento capace di assumere mille sfumature, dall’affetto fino a diventare amore. Quando è intensa, radicata, la passione genera emozioni fortissime fino a essere in grado di guidare la nostra vita, di portarci a fare delle scelte capaci di lasciare un segno indelebile.

Chi ha avuto il piacere d’incontrare Leonardo Ferragamo questo sentimento di passione, come totale coinvolgimento, l’ha sicuramente percepito nei suoi occhi, nel tono della sua voce, non appena il discorso è caduto su Nautor’s Swan. Lui, uomo dai mille interessi e altrettanti impegni, quando si parla delle sue barche, quando racconta del team che lavora nel suo cantiere finlandese di Jakobstad o del concept dello scafo che sta vedendo crescere, trasformandosi in un nuovo modello, questo trasporto lo lascia trasparire tutto. Un amore innato per la vela – da ragazzo regatava su Flying Dutchman – così palese che è inutile chiedergli il motivo della sua attività imprenditoriale nella nautica, perché la passione non poteva guidarlo altrove. Meno scontata, invece, può essere la domanda “perché Swan”?

L.F. - Perché ho percepito sin da subito che Nautor’s Swan è un brand diverso da tutti gli altri. Quando ho visto i primi Swan sono rimasto impressionato dalla loro bellezza, dall’eleganza che le loro linee riuscivano rendere a colpo d’occhio. Poi ci ho navigato e dopo ne ho posseduto uno, vivendolo intensamente, da appassionato velista, riuscendo a capire anche tutto ciò che c’è oltre il fascino di un’estetica così elegante. Qualità assoluta, performance superiori, grande affidabilità con ogni mare, cura estrema del singolo dettaglio… nulla era ed è lasciato al caso. Questi sono i valori che uniscono tutte le barche Swan, elementi che hanno bisogno di essere bilanciati fra loro perché a volte contrastanti, ma che sono sicuramente il fil rouge che lega i 50 anni di storia del marchio.

Difficile per un italiano condurre un cantiere finlandese?

L.F. - Frequentando il cantiere ancor prima di acquisirlo ho capito che gli Swan rispecchiavano in un certo modo la mentalità del popolo finlandese, molto concreta, che per altro non si scontra ma si integra con il metodo italiano di pensare e di fare le barche. Quando ho acquisito il cantiere, pur avendo una mia visione della Nautor’s, ho cercato di muovermi in punta di piedi, assorbendo la loro cultura piuttosto che cercando d’imporre le mie idee in maniera radicale. Se ciò ha consentito al brand di mantenere una precisa identità in termini qualitativi, con una filosofia di prodotto che ho sempre rispettato e che manterrò, dall’altra ha portato, specie in questo terzo millennio, a un forte sviluppo in termini di tecnologia, di creatività, generando un impulso molto positivo, quella spinta all’innovazione che ci fa vivere questi giorni con entusiasmo e ci fa guardare al futuro con grande fiducia. Le nostre barche del futuro avranno sicuramente una caratterizzazione molto forte in questo senso…

Partecipa attivamente alla creazione di un nuovo modello?

L.F. - Seguire un nuovo modello dal concept al progetto finito, è la parte più bella del mio lavoro. Specie all’inizio mi sono ritrovato a fare un po’ da arbitro fra gli uomini più legati alla tradizione, i “vecchi” in cantiere, e i nuovi tecnici, cercando di bilanciare le scelte per rispecchiare le aspettative di tutti, soprattutto della clientela. Poi col passare del tempo tutto è divenuto in un certo senso più semplice e il mio lavoro anche più creativo, dandomi molta soddisfazione.

A 50 anni di distanza dal famoso Tarantella, il primo Swan, un 36 piedi, proprio durante i festeggiamenti di questo importante anniversario, avete presentato il ClubSwan 50, sailing yacht celebrativo che, per altro, dopo quasi 30 anni, è il primo dei vostri sailing yacht a non essere firmato da German Frers. Che barca è?

L.F. - German Frers è un maestro della progettazione, con noi da circa 30 anni. È anche grazie al suo lavoro se siamo riusciti a mantenere ben salda l’identità delle nostre barche. Quello del ClubSwan 50, disegnato da Juan K, è invece un progetto tecnicamente a sé stante, parallelo rispetto alla normale produzione Swan, ma di rottura…

A colpo d’occhio si percepisce che è una barca in grado di esprimere grandi prestazioni…

L.F. – In questo senso è una barca pazzesca! Nasce come day sailer ed easy sailer, con interni improntati a un life style moderno, secondo me molto belli, ma è anche una barca performante, per molti versi in grado di rappresentare lo stato dell’arte della vela in termini progettuali e per i materiali utilizzati, oltre allo scafo e all’armo in carbonio. Attorno a questa barca abbiamo programmato un circuito di regate monotipo che porterà alla realizzazione di una competizione fra nazioni, qualcosa che non è ancora stato fatto nella vela ma che invece è normale in altre discipline sportive.

Una competizione non aperta agli yacht club come la Coppa America, dunque, dove per ogni nazione ci possono essere più sfidanti, ma proprio un campionato dove ogni barca rappresenterà uno stato…

L.F. – Esattamente. Sarà una classe “gentleman driver” o se preferisce owner driver, articolata su regate da svolgere in tre continenti: Europa, America del Nord e Asia. Saranno momenti di vela sportiva ed eventi sociali esclusivi, che avranno l'apice nella Nation's Cup, dove gli armatori si sfideranno per rappresentare il loro paese.

A proposito di regate e di eventi esclusivi, da poco si è svolta la Rolex Swan Cup. Un evento sportivo ma anche un simbolo del life style, fra glamour, mondanità, personaggi del jet set internazionale. Come spiega il suo enorme successo?

L.F. – Tutto ruota sempre attorno alle imbarcazioni, alla loro eleganza, ai loro contenuti che hanno attirato una clientela alla ricerca di barche diverse, che in questa regata ha la possibilità di competere con scafi confrontabili. Questa coerenza, l’essenza stessa della regata che è sempre per gentleman driver, contribuisce a rendere gli armatori innamorati del marchio Nautor’s Swan, a renderli coesi, fedeli al marchio, e a farli partecipare in tanti alla Rolex Swan Cup. Altra componente fondamentale del successo è Porto Cervo, dove si può allestire un campo di regata ideale per condizioni meteo e per scenario, per i paesaggi che propone. Poi è indispensabile l’organizzazione dello Yacht Club Costa Smeralda, un club che rappresenta realmente il gotha e non solo per la sua straordinaria tradizione, ma anche il favore che ci attesta la Rolex, che ormai da anni è sponsor della Swan Cup, un partner che sposa pienamente i valori delle nostre barche.

Regate fra gentleman ma pur sempre regate, dove c’è competizione…

L.F. – Delle volte le assicuro che la competizione arriva a essere anche feroce, nessuno vuole arrivare secondo, si figuri ultimo! Credo sia una cosa normalissima, che avviene anche il sabato e la domenica in qualsiasi regata di circolo. Però, una volta in banchina, tutto prende un altro verso e le assicuro che i toni tornano a essere assolutamente piacevoli, amichevoli, a volte anche goliardici, ma comunque improntati al rispetto e al saper vivere.

 

 

 

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