M/Y Elena, Heesen Yachts

M/Y Elena, Heesen Yachts

Un grande yacht olandese che rientra nelle 500 tonnellate di stazza lorda, realizzato su una carena dislocante ad alta efficienza

Superyacht

13/10/2017 - 15:27

Yacht: Il lusso dutch di Elena, Heesen Yachts

 

Il costruttore: Heesen Yachts

Heesen Yacht è un cantiere che propone una gamma estremamente articolata ed eterogenea di motoryacht. Un’offerta basata su una serie di piattaforme navali molto differenti in termini dimensionali, da 30 a 70 metri di lunghezza, per il tipo di metallo utilizzato nella costruzione degli scafi, acciaio e alluminio oppure solo alluminio, scelta che viene effettuata in base alle performance che ciascuno vuole garantire per la propria imbarcazione, dunque con la possibilità di poter scegliere anche fra diverse linee d’acqua: dislocanti, semi-dislocanti e fino alle fast dispacement, capaci di regalare velocità attorno ai 30 nodi. Heesen Yacht è dunque in grado di proporre al mercato un caleidoscopio di motoryacht davvero ampio, fatto di progetti di ultima generazione in termini navali e ingegneristici, ai quali sposa un design personale, facilmente identificabile. A ciò va aggiunto l’ottimale livello di customizzazione che il cantiere può garantire sulle proprie unità sia quando esse siano delle vere e proprie barche one-off, in questo caso la personalizzazione è ad libitum, sia nel caso di progetti semi-custom, dove gli interni possono assumere configurazioni e allestimenti diversi per incontrare gusti ed esigenze disparate. Le singole necessità di tanti armatori diversi, una clientela internazionale ed eterogenea, accomunata però dalla ricerca della qualità tipica della cantieristica dutch.

 

Il designer: Omega Architets

Quando si pensa a Heesen Yacht non si può fare a meno di accostarvi il nome di Frank Laupman e del suo studio Omega Architets.  E’ un architetto cresciuto professionalmente proprio disegnando parecchie navi Heesen Yacht: praticamente tutte le linee semi-custom comprese fra i 37 e i 55 metri prodotte, ma anche altri importanti scafi varati dal cantiere olandese negli ultimi anni come Galactica Star, 65 metri, sono firmati da Laupman. Fino al 1995 ha lavorato all’interno della struttura di Oss, nella provincia olandese del Brabante Settentrionale, dove ha sede in cantiere Heesen Yachts. Laupman è dunque un professionista molto preparato proprio per la sua grande esperienza specifica nelle costruzioni navali maturata nel cuore della produzione, ma è anche un designer attento, che riesce a coniugare gli stilemi tipici, caratteristici, che fanno parte della storia di un brand, con il proprio stile, deciso, che sa infondere personalità allo yacht. Uno dei segni distintivi introdotti dal designer sugli yacht Heesen, una sorta di marchio di fabbrica che ritroviamo anche su Elena, è sicuramente lo slancio prodiero che accomuna le sue barche, una forma tipica detta “a becco di pellicano”.

 

Lo yacht: M/Y Elena

Scafo in acciaio e sovrastruttura in lega di alluminio caratterizzano la costruzione del motoryacht che vi presentiamo in queste pagine, varato nel luglio del 2014 come Elena, il cui progetto è nato però con il nome di Margarita, YN 16847. E’ una nave che segna un nuovo corso per le barche proposte da Heesen nella fascia dei 47 metri di lunghezza, finora 10, grazie ai contenuti stilistici carichi di personalità elaborati da Omega Architects. Per questo esemplare, oltre gli esterni, a lui è stato affidato anche il compito di elaborare layout, arredo e décor degli interni, in collaborazione con gli architetti del cantiere.

Il focus attorno al quale è ruotato lo sviluppo del concept tecnico ed estetico di questa unità è senza dubbio quello della stazza lorda. Il suo valore è stato opportunamente contenuto al di sotto delle 500 GT - per l’esattezza Elena ne misura 499 - il che ha consentito di accedere a una normativa meno complessa in termini progettuali e costruttivi, quindi meno gravosa, con una gestione dello yacht più semplice ed economica nell’utilizzo, da parte dell’armatore. Il tutto senza che questi debba certo “soffrire” per mancanza di spazio, su questa barca generato in primo luogo dal baglio dello scafo, nel punto di massima ampiezza pari a 9 metri, che mantiene una larghezza significativa e quasi costante dai madieri fino a poppa. I volumi interni di Elena sono infatti generosi, nonostante lo sviluppo dell’upper deck sia tutto sommato non troppo esteso, una scelta che però, di contro, restituisce un’ottima proporzione al motoryacht nella vista laterale. La prua slanciata e ben alta sull’acqua riesce invece a sottolineare l’impostazione elegante ma comunque classica data a questa nave con l’indole da voyager, cioè votata alla crociera e alle lunghe permanenze lontana dai porti. La sua carena dislocante, tonda, che a prua adotta un bulbo opportunamente dimensionato e profilato per ridurre la resistenza all’avanzamento dello scafo in navigazione, ben si sposa con i valori di potenza e coppia erogati dalla coppia di motori MTU 8V 4000 M63 di cui è equipaggiata. Grazie ai 2.000 kW complessivi disponibili e all’efficienza delle sue linee d’acqua, Elena non solo riesce a raggiungere i 16,5 nodi di velocità massima, dato già di per sé degno di nota, ma è soprattutto in grado di garantire un’autonomia oceanica, di ben 4.000 miglia alla velocità di crociera di 12 nodi.

Sempre dal punto di vista più squisitamente tecnico è importante segnalare che su Elena è stato installato un sistema di stabilizzatori della Najad, modello 621 “zero speed”, caratterizzato dalla presenza di una coppia di pinne attive da circa 3 mq di superficie, capaci di ridurre drasticamente i moti di beccheggio ma soprattutto di rollio dell’imbarcazione sia quando questa naviga sia quando essa si trovi all’ancora, in rada. Una peculiarità capace di elevare notevolmente il livello di benessere percepibile a bordo da parte dell’armatore e dai suoi ospiti, che rende la nave sempre vivibile e godibile, in ogni condizione meteomarina e di carico a bordo.

 

Il décor

Una villa galleggiante, per la famiglia o comunque in grado di dare calore, nel senso di accoglienza, grazie a un design e a un décor sviluppati in un progetto armonico dove la natura è la vera principale fonte d’ispirazione. Questa l’estrema sintesi per spiegare Elena, ciò che di essa abbiamo percepito visitandola, durante l’ultima edizione del Monaco Yacht Show. Una nave dove lo studio Omega Architets ha saputo mettere in ulteriore risalto un fattore imprescindibile, connaturato con l’essenza stessa di un oggetto di valore qual è una nave da diporto, cioè l’esclusività, utilizzando un raffinato susseguirsi di contrasti che ritroviamo in tutti gli ambienti principali di cui si compone questa imbarcazione. Ciò che personalizza questo gioco di materiali in opposizione non solo cromatica, è il fatto che ci sia una vera e propria demarcazione, pur immaginaria, fra le parti in antitesi. Come in natura l’orizzonte separa gli elementi, cielo e terra o mare, così a bordo divide, mette in contrasto ciò che c’è sopra e sotto, scandendo i materiali e le nuance che si susseguono a bordo. Quelle che scaturiscono dai diversi legni utilizzati - principalmente noce canaletto fiammato, rovere chiaro e quercia -  da pavimenti e marmi – scuri come “l’Emperador”, di tonalità intermedia come Azul Macaubas o addirittura bianchi candidi, in Travertino - dai tessuti pregiati delle tappezzerie – in seta ma spesso con texture in lana o in lino - tutto messo in risalto dai cielini laccati che accentuano la luminosità dei vari ambienti della nave.

 

Il layout

Gli interni di Elena presentano un layout che possiamo considerare consueto per navi di taglia simile, giustamente volto a enfatizzare spazio e comfort riservati all’armatore. Mentre la zona notte ospiti è stata concentrata lungo il ponte inferiore – è composta da due ampie cabine VIP con letti matrimoniali e da altrettante cabine ciascuna con due letti in piano, tutte rigorosamente con locale bagno en suite - quella dedicata all’owner si trova a proravia del ponte principale. Un’area privilegiata dalle sezioni prodiere di questa nave, tipo wide body, e dunque caratterizzata da volumi ragguardevoli. Una scelta di layout che concede grande enfasi allo spazio del quartiere padronale al quale si accede attraversando dapprima uno studio, lungo la murata di dritta, che immette alla cabina, full beam, davvero molto ariosa e con letto centrale “king size”. A supporto dell’area c’è una cabina armadio “walk in” e, ovviamente, il bagno privato, quest’ultimo assolutamente consono al rango, per spazio e allestimento. Al centro di esso, posizionata per madiere, c’è una grande vasca idromassaggio incastonata nel marmo, mentre la parete che separa il box doccia da quello con la toilette è caratterizzata dalla presenza di un prezioso mosaico firmato Art Nouveau, raffigurante “l’Albero della Vita”.

Degno di nota è sicuramente il salone principale presente sempre sul main deck i cui generosi volumi sono stati sfruttati con due distinte destinazioni d’uso: verso prua c’è la zona pranzo formale, con tavolo ovale per 12 ospiti, idealmente separata dell’area living che si trova verso poppa da un mobile che contiene una grande TV con lift a scomparsa. I richiami alla natura anche qui non mancano, grazie alla presenza di lampade custom che sembrano sorrette da arbusti, di cusciti che propongo motivi floreali, ma anche del tavolo basso, al centro dei divani, che quantomeno nella cromia vuole ricordare un cespuglio.

Quello dei rami è un motivo evocato anche nella scala interna riservata agli ospiti, dagli inserti verticali della tappezzeria, in pelle, che accompagnano il visitatore nel salire ai vari ponti della nave.

La pilothouse, posizionata sul ponte superiore, accessibile sia da entrambi i passavanti laterali sia dall’interno, rispecchia pienamente l’indole da gran viaggiatrice dell’unità, votata alla crociera. Il parabrezza semicircolare e i suoi vetri verticali, ci ricordano di essere su una vera nave, dove il campo visivo quanto più ampio, ben oltre i 180°, e la percezione della rotta per chi è al timone devono essere garantiti con ogni condizione meteomarina e di luce. Un’impostazione strutturale classica, ineccepibile, nella quale ben si integra una plancia di governo altrettanto semicircolare, nel cui rivestimento in pelle sono stati posizionati sei grandi schermi che fanno da interfaccia fra la sofisticata strumentazione di bordo e chi si trova al comando dell’unità, garantendone il controllo e comunicando tutte le informazioni relative. Un layout moderno, avvalorato dalla mancanza di una vera e propria ruota del timone, ma dove invece sono presenti diversi joystick, mouse e trackball a disposizione del pilota, per una fruibilità immediata e quanto più user-friendly di tutti i sistemi.

Alle spalle della pilothouse c’è la cabina del comandante, un bagno diurno, un locale di servizio dove arriva il montavivande, e poi ancora il salone che si trova a poppavia di questo ponte, panoramico e luminoso in virtù delle ampie superfici vetrate che lo caratterizzano. Al centro del vano, serviti da un tavolo basso scomponibile, sono stati posizionati due divani contrapposti, di forma semiellittica, proprio per far godere a tutti gli ospiti la migliore vista possibile sull’esterno. Per rendere suggestivo lo skylounge anche di notte, nei cielini laccati è stata inserita una particolare illuminazione a led capace di rendere un effetto “cielo stellato” davvero molto particolare.

Una menzione particolare va infine fatta al ponte esterno il cui commento può essere sintetizzato da una sola parola: enjoy! I suoi 180 mq di superficie sono stati organizzati per poter dare piena soddisfazione a chi ama la vita “en plein air”. Nella porzione protetta dall’ampio hard top ci sono infatti la zona pranzo informale e il bar, entrambi conviviali e ben organizzati, mentre a proravia, in posizione sopraelevata, c’è una Jacuzzi circolare contornata da due ampi prendisole. 

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