Otto domande a Cesare Barabino e Freddy Pilloni di Young Azzurra

Otto domande a Cesare Barabino e Freddy Pilloni di Young Azzurra

Otto domande a Cesare Barabino e Freddy Pilloni di Young Azzurra

Sport

01/09/2023 - 17:41

Intervista doppia a Cesare e Federico, atleti del programma Young Azzurra. Otto domande per raccontare la loro passione e l'impegno sportivo.

1.Se pensi a quando hai iniziato a fare vela, qual è il tuo primo ricordo e quali le sensazioni che hai provato?

Cesare: Ho iniziato a fare vela all’età di 7 anni, il primo ricordo che mi viene in mente è quello di me seduto a prua di un Optimist, con mia sorella che armeggiava e contemporaneamente mi spiegava i concetti base, nostro padre ci teneva d’occhio dal gommone un po’ in lontananza. Ricordo che mi divertivo, era tutto un gioco e allo stesso tempo ero curioso perché stavo imparando qualcosa di nuovo.

Freddy: La prima volta che sono salito su una barca a vela avevo 8 anni. Mi trovavo a un campo estivo che si teneva al Poetto (Cagliari) e mi ero divertito parecchio. Le prime sensazioni che ho provato erano di gioia e libertà. Un anno dopo, sempre al campo estivo, ho provato il windsurf e da allora mi sono innamorato della tavola a vela.

Otto domande a Cesare Barabino e Freddy Pilloni di Young Azzurra

2.Quando ti sei reso conto che la passione per questo sport sarebbe diventata il tuo futuro?

Cesare: Mi è sempre piaciuto andare in barca e sono sempre stato appassionato dello sport in senso assoluto. Penso sia questo il motivo per cui ho reso lo sport della vela una parte integrante e fondamentale della mia vita, cercherò di far sì che lo sia anche in futuro.

Freddy: Nel 2021 ho ottenuto vari risultati di livello internazionale, è stato in quel momento che ho iniziato a valutare seriamente l’ipotesi di fare di questo sport una vera e propria professione. L’anno successivo ho continuato ad allenarmi intensamente e sono arrivati altri risultati. Dal gennaio 2023 ho avuto il privilegio di entrare a far parte del progetto Young Azzurra, questa opportunità mi dà la possibilità di poter migliorare e sognare le Olimpiadi. Credo che il windsurf possa essere il mio futuro, mantenendo sempre lo sguardo vigile verso altre opzioni.

3.Oltre alla passione, quanto sono importanti la dedizione e il sacrificio per poter eccellere?

Cesare: Ogni atleta ha un modo diverso di approcciarsi all’attività agonistica e quindi di allenarsi. Per quanto mi riguarda ho sempre ritenuto fosse importante la disciplina e la dedizione, penso siano delle attitudini necessarie per arrivare ad eccellere in ciò che si fa. I sacrifici sono sicuramente un argomento sensibile, credo che se si aspiri intensamente a qualcosa si arrivi a considerarli non più come sacrifici ma come possibilità di miglioramento.

Freddy: La dedizione e il sacrifico sono la chiave alla vittoria. A livelli alti non bastano la passione e il talento. Tutti gli atleti competono a livelli altissimi, vince chi sbaglia di meno.

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4.Descrivi la tua giornata/settimana tipo di preparazione ad una regata.

Cesare: Durante la settimana di preparazione pre-regata le giornate vengono organizzate per entrare nello stato fisico e soprattutto mentale che si avrà durante la regata. Programmo quindi gli allenamenti fisici insieme al mio preparatore atletico in maniera tale da avere il picco di forma nella settimana successiva. Relativamente alle sessioni di allenamento in barca, queste possono cambiare in base alle condizioni meteo. L’obiettivo resta comunque quello di arrivare alla regata con feeling positivi con la barca, nelle diverse andature. È anche molto importante prepararsi mentalmente, considerare il fatto che ci potranno essere infinite variabili e che sarà fondamentale essere flessibili e versatili.

Freddy: Una giornata tipo inizia intorno alle 7 del mattino. Dopo una colazione ricca e nutriente, mi alleno in palestra. In generale, vado in palestra 4 volte a settimana e un giorno alla settimana lo dedico alla corsa o alla bici. Dopo pranzo, mi alleno in mare per circa 3 ore. Finito l’allenamento in mare inizia il defaticamento e a seguire una bella cena! Ovviamente nei mesi invernali la giornata tipo cambia in quanto devo conciliare l’allenamento con le ore a scuola e per lo studio.

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5.Nello sport è importante saper perdere, considerare la sconfitta come una opportunità di crescita. Qual è il tuo punto di vista? Come vivi le “sconfitte”? Vuoi raccontarci un episodio in particolare?

Cesare: Nello sport è fondamentale saper affrontare una sconfitta, facilmente si può cadere in diversi errori come per esempio trovare scuse e giustificazioni come cause del “fallimento”. Questo approccio tuttavia non consente di trovare spunti per migliorare. Ovviamente mi sono trovato ad affrontare delle sconfitte, ogni volta è diverso ciò che si pensa e ciò che si prova. Quello che cerco di fare, nell’immediato, è dedicare solo un piccolo lasso di tempo ai pensieri subito a ridosso della regata perché sono consapevole che a causa della stanchezza e della frustrazione del momento non riesco a formulare pensieri costruttivi. Successivamente, uno o due giorni dopo, cerco di rianalizzare in maniera più lucida, positiva e costruttiva i vari aspetti della mia performance.

Un episodio è successo qualche mese fa, alla fine della stagione 2022, con un mese molto impegnativo che vedeva il campionato italiano e il campionato europeo di fila, a pochissimi giorni di distanza l’uno dall’altro. Al campionato italiano non sono riuscito a performare come volevo e questo mi ha portato ad avere uno stato mentale negativo che ha comportato risultati al di sotto degli obiettivi prefissati e a un infortunio alla spalla sinistra. Sapevo di avere poco tempo per imparare dai miei errori, resettare la mente e dare il cento per cento, senza nessun retro pensiero, al campionato europeo che sarebbe iniziato a breve, il tutto con un forte dolore alla spalla. Ho vissuto il momento come una grande sfida, un’opportunità di crescita, a prescindere da come sarebbe andata. Mi sono impegnato tantissimo, ho continuato la preparazione come da programma rimanendo proiettato sulla settimana successiva. Grazie anche al grande aiuto del mio allenatore sono riuscito, nonostante il dolore, a registrare la mia miglior performance di sempre al campionato europeo. Ho capito che una “sconfitta” è tale solamente se la si interpreta nella maniera sbagliata, altrimenti è più giusto definirla un’opportunità di crescita. 

Freddy: La sconfitta fa parte del gioco e sono le sconfitte che ti portano poi a vincere. Ogni sconfitta la vedo come un’opportunità di crescita, un’occasione per mettere a fuoco gli errori commessi e cercare di migliorare. La rabbia e la delusione conseguenti alla sconfitta cerco di trasformarli sempre in cattiveria agonistica. Quest’anno, per la prima volta, ho conosciuto il mondo dei senior. È stato un onore e un piacere gareggiare insieme ai professionisti di questo sport. Le gare sono state molto difficili e sono arrivate le sconfitte. Queste sono la motivazione per andare avanti!

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6.Secondo un ultimo report di World Sailing, le classi olimpiche sono tra le più inclusive nel mondo della vela. Emerge infatti che la partecipazione di uomini e donne in queste categorie sia omogenea. Lo sport della vela è per tutti? 

Cesare: Per me la vela è uno sport assolutamente aperto a tutti. Da questo punto di vista penso di avere una visione un po’ parziale e fortunata poiché, per ora, la mia esperienza velica si è principalmente concentrata all’interno delle classi olimpiche in cui ogni nazione è rappresentata in egual modo da atleti uomini e atlete donne. Spero che anche al di fuori della vela olimpica la situazione sia la stessa, sicuramente le classi olimpiche rappresentano un grande esempio di inclusione.

Freddy: La vela è e dev’essere per tutti. È uno sport che può essere praticato sin da piccolo per tutta la vita. È bello vedere anche persone con disabilità poter apprezzare la vela stando a contatto con il mare e il vento.

7.Cosa rappresenta il mare per te?

Cesare: Il mare è un elemento fondamentale nel nostro sport, da quando ho iniziato a fare vela ho imparato a rispettarlo perché, così come può permetterti di navigare in completa serenità, è anche in grado di esprimere una grande forza che può rendere un allenamento o una regata veramente difficile.

Freddy: Il mare è la mia casa. Ogni giorno ho la possibilità di svegliarmi e vedere il mare. Mi dà una sensazione di totale libertà, spensieratezza e gioia. Credo di non poter vivere per più di una settimana senza vedere il blu del mare!

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8.Quale consiglio daresti ai tuoi coetanei che si approcciano al mondo della vela?

Cesare: Direi loro che è uno sport nel quale si può sempre imparare qualcosa di nuovo, in un allenamento o in regata. Ritengo ci siano diversi modi per crescere nella vela, uno ha sicuramente alla base tante ore di allenamento ma un altro è quello di fare esperienza, soprattutto in regata. Il mio consiglio è quindi quello di fare più attività possibile con il massimo impegno e avere pazienza quando le cose non riescono al meglio.

Freddy: L’unico consiglio che posso dare ai miei coetanei che approcciano la vela è di divertirsi tutti i giorni. L’importante è avere il sorriso stampato in faccia ed essere circondato da persone che trasmettono energia positiva.

 

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