Luna Rossa Prada Pirelli, il prototipo home made

Luna Rossa Prada Pirelli, il prototipo home made

Luna Rossa Prada Pirelli, il prototipo home made

Sport

14/11/2022 - 21:14

Il responsabile del design team di Luna Rossa Prada Pirelli coordina un pool progettuale formato da circa 14 dipartimenti (architettura navale, meccatronica, ingegneria strutturale, VPP, simulatore, ecc), ciascuno dei quali è composto da due/cinque persone che fanno riferimento a un HOD (head of department).

Ognuna di queste persone opera in maniera indipendente, ma è strettamente collegata al lavoro degli altri, per cui c’è un flusso ininterrotto di informazioni tra i vari dipartimenti.

«In linea generale», spiega Horacio Carabelli, «per la nascita di ogni nuova barca da regata si parte dal regolamento di riferimento e il prototipo non fa eccezione. Nel nostro caso, non potendo costruire due AC75, dovevamo scegliere quale fosse la strada migliore per fare ricerca e sviluppo. Secondo il Protocollo della 37^ America’s Cup, infatti, la possibilità di fare sperimentazione sui vecchi AC75 o sui nuovi AC40 One Design è molto limitata, quindi abbiamo optato per costruire – qui alla base di Cagliari – un prototipo LEQ12 (Less or Equal to 12 m) e siamo molto soddisfatti della scelta fatta. Quando disegni tu una barca, ne hai pieno controllo: dai timoni alle appendici fino al piano velico e ai sistemi di gestione, sai come funzionano le cose perché le hai pensate e realizzate. Molto diverso è modificare una barca che arriva già pronta di cui non sai niente perché non conosci la sua storia».

La fase di progettazione

Per il prototipo non si è partiti da un foglio bianco: l’esperienza accumulata nella precedente America’s Cup - corsa con la stessa Classe di imbarcazioni (AC75) – è stata di grande aiuto al team per lo sviluppo di questo progetto.

«Dalla scorsa Coppa abbiamo imparato molto, cosicché il prototipo condensa tutte le soluzioni di successo che abbiamo sperimentato nel corso del tempo», prosegue il responsabile del team progettuale; «una volta pubblicato il Regolamento, bisognava definire le linee base della barca, quindi mi sono riunito con i designer dei dipartimenti di architettura navale, ingegneria strutturale, performance, VPP (Velocity Prediction Program) e simulatore, per capire che cosa volevamo ottenere, stabilire le misure, le forme delle appendici e le dimensioni, i timoni, la superficie velica, il dislocamento. Tutte, insomma, le caratteristiche tecniche preliminari della barca».

Simulazione

Una volta che queste informazioni sono chiare, bisogna valutare i pesi, i carichi e la fattibilità dei progetti, capire, cioè se puoi costruire questi componenti esattamente come li hai disegnati; a questo punto si introduce il primo dei sistemi che si vuole testare e da lì si procede verso il simulatore, che riproduce fedelmente la realtà ed offre anche la possibilità di simulare una vera e propria navigazione con i velisti (in carne ed ossa) a bordo.

«Quando sei nella fase del simulatore», continua, «devi anche realizzare un buon pacchetto aerodinamico e qui entra in gioco il dipartimento dei sail designer, perché tutte le vele devono essere progettate con le forme e i carichi giusti; quindi si esegue un CFD (Computational Fluid Dynamics) completo di questo pacchetto, e si crea il modello aero che, insieme a quelli delle appendici e dell'architettura navale, confluisce nel simulatore per vedere come sarà il prodotto finale. Solo a questo punto puoi essere sicuro che le dimensioni in scala e le decisioni prese siano giuste e procedere verso la nuova fase».

La produzione

Successivamente, si entra nel terzo ciclo della progettazione e si può già cominciare a parlare di produzione.

«Quando si arriva alla produzione il prototipo servirà anche come piattaforma di test perché adesso entrano in gioco altri materiali, altre persone che lavoreranno e produrranno queste complesse parti in composito, ma anche nuove tecniche di produzione, quindi si genera un flusso costante di informazioni tra i reparti di ingegneria strutturale, progettazione e modellazione 3D, in cui tutti i sistemi e le parti lavorano insieme per creare un modello virtuale finale in 3D. Il lavoro degli ingegneri strutturisti è molto importante perché gli AC75 sono imbarcazioni leggerissime ma sottoposte a carichi importanti, soprattutto in alcune zone e bisogna rispettare il limite del dislocamento imposto dal regolamento, una sfida tutt’altro che semplice per i designer. Qui entrano in gioco gli esperti FEA (Finite Element Analysis), che hanno una grande responsabilità nelle analisi delle strutture, i quali si rapportano anche con le persone che si occupano del rig e delle vele; si tratta di un momento molto importante del processo di design».

Come tutti sappiamo, l'AC75 è una classe di imbarcazioni foiling, quindi i foil sono uno dei componenti più importanti dell'intero pacchetto. All’interno di Luna Rossa Prada Pirelli c’è un team molto esperto dedicato alle appendici, alle sezioni dei foil e anche alla parte strutturale. L'interazione con i velisti è fondamentale per raccogliere le loro sensazioni, sia rispetto agli allenamenti al simulatore, sia rispetto a quelli in mare. L’obiettivo è raccogliere una grande quantità di informazioni per arrivare a un prodotto-barca finale che deve essere il migliore possibile, dato che è l’unico che è consentito costruire.

«La fase di progettazione non finisce mai», spiega Carabelli. «Lavoriamo tutti i giorni, dalle 08.00 del mattino alla sera tardi per cercare di limare, scoprire, correggere e migliorare sempre qualcosa. Facciamo un meeting di dipartimento ogni 15 giorni per avere un report sulla situazione e sull’avanzamento lavori e per essere certi di rispettare la nostra tabella di marcia, ma il nostro lavoro non termina mai. Fino al momento in cui dobbiamo consegnare la dichiarazione di configurazione, abbiamo la possibilità di modificare (entro un certo limite) tutte le aree: scafo, foil, vele, sistemi, ecc. e sfruttiamo questa carta fino all’ultimo per colmare qualche gap o per correggere qualche debolezza che abbiano notato negli allenamenti. È quello che fanno tutti i team».

Il programma “Recon”: spionaggio condiviso

Prendere spunti dagli altri è ancora più facile, grazie al programma Recon.

«Certamente, il Programma di spionaggio “condiviso” permette di vedere che cosa fanno i team e di condividere le informazioni; è importante sapere che cosa fanno gli altri, ed è normale che si prendano spunti. Quando nel 2019 abbiamo messo in acqua la nostra barca 1 gli altri i competitor hanno copiato molte idee, infatti i loro secondi e definitivi scafi avevano molte caratteristiche migrate da Luna Rossa. Devi guardare ovunque e prendere tutto quello che ritieni interessante. Poi, come metterai insieme queste idee farà la differenza tra te e gli altri».

 

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