M/Y Saga, fonte Guardia Costiera
La sicurezza delle barche e i fattori di sistema
La sicurezza delle barche/yacht è un risultato che non può prescindere dalla cultura della società nel suo complesso, che determina sia il livello tecnologico usato nella costruzione sia il rapporto tra costruttore e committenza.
La fede nella tecnologia
Uno degli aspetti culturali della nostra civiltà è la fede nella tecnologia. Sentivo un esperto l’altra sera in tv che spiegando i foil della Coppa America: diceva che più velocità vuole dire più efficienza il che significa di per sè qualcosa di positivo. Bisogna però vedere le cose da diversi punti di vista.
Ad esempio un martello più pesante è più efficace, ma non se ti schiacci un dito. La efficacia dei foil è innegabile soprattutto per quanto riguarda la velocità: molte persone, spettatori in effetti, si immedesimano nei campioni (non negli artisti, negli scienziati o nei poeti) perché da cento anni siamo martellati dal mito della velocità, in auto, in moto, in bici, a piedi quindi, perché no anche in barca. C’era la motonautica per soddisfare questo appetito, ma era troppo poco interessante: andavano da Cowes a Torquay saltando sulle onde senza che nessuno li vedesse per poi arrivare alla spicciolata, che pazzi!
È chiaro che gli AC barche con grandi ali nere che sfiorano la superficie di uno specchio acqueo definito dalle telecamere, in condizioni meteo controllate, sono spettacolari e velocissimi ed è questo aspetto coreografico, molto più di quello tecnico, a dare loro il successo. Questo è un altro sport che forse prenderà il posto della vela tradizionale o forse no, e che è più efficiente soprattutto per attrarre sponsor, uno sport da stadio che può generare divi, ma che ha abbandonato il lato cavalleresco e l’inner sailing (il sentirsi parte delle forze naturali) per farci affogare in un mare di numeri, garanzia fasulla di modernità e di innovazione.
L’alta tecnologia che valorizza questo gioco ci può anche portare fuoristrada, come per tutti gli utensili molto dipende dalle istruzioni; la fede nel miracolo tecnologico è malriposta.
Lo straordinario potere del danaro.
Un’altra divinità della nostra civiltà è il "vil danaro", misura di ogni valore. Nel dorato mondo dello yachting il progettista di solito riesce in un qualche modo a influenzare il cliente e a orientarlo verso un progetto equilibrato, grazie alla sua maggiore esperienza o al senso estetico o, anche, grazie alla sue capacità affabulatorie e alla sua reputazione, ma è vero anche il contrario. Nella pratica più la commessa è grossa e più è difficile per il progettista mantenere la barra dritta. Il committente che ambisce a una barca/nave completamente personalizzata, usa tutta la sua “potenza di fuoco” per ottenere quello che vuole: architetti, consulenti, avvocati, project manager vogliono dilatare il progetto perché sia più innovativo, più impattante, più tecnologico, scavalcando talvolta il progettista per contrattare i “change orders” (modifiche principali) direttamente col costruttore. La costruzione di yacht è un gioco difficile e pericoloso.
La strategia normale per il cantiere che rischia la sua salute economica è “cavalcare la tigre” cioè prevenire i “desiderata” dell’armatore, proponendogli le cose più estrose, tutto quello che è possibile, anche la luna: “verso l’infinito e oltre.” Così facendo il però progetto “può” deragliare, più spesso negli aspetti economici o nei tempi di consegna, ma talvolta anche dal lato della sicurezza. Lo straordinario potere dei soldi è trasformare persone equilibrate in giocatori di poker capaci di rischiare su un bluff, incapaci di ammettere che esistono limiti.
Sicurezza delle barche e modello di business
Il Perini affondato in Sicilia, di cui non voglio parlare nello specifico, mi fa tornare alla mente due incidenti gravi del passato, uno è l’affondamento del Titanic e l’altro quello del Pamir. Entrambe erano barche impegnate nel traffico commerciale: passeggeri il Titanic e merci il Pamir.
Il Titanic nasce in un momento storico di entusiasmo. Gli avanzamenti della metallurgia consentono di costruire navi enormi e le turbine a vapore generano potenze impensabili fino a poco tempo prima: il fatto di attraversare l’oceano in pochi giorni mangiando a tavola e ballando è l’immagine stessa del progresso.
I clienti fanno i biglietti e si ammassano sulla nave. Le paratie stagne dovrebbero garantire l'inaffondabilità, è la nave più sicura dl mondo, ma il diavolo come sempre fa le pentole ma non i coperchi, così il famoso iceberg attraversa la rotta del Titanic...il resto lo sappiamo. Il Pamir invece, è una delle ultime navi a vela che hanno fatto traffico commerciale fino alla metà del ventesimo secolo. Nessun armatore crede più nella vela. Le navi a motore portano più carico, in tempi più certi, e il Pamir finisce nel traffico dei fosfati, un lavoro poco remunerativo. Impoverita, poco manutenuta, con un capitano audace ma poco competente e un equipaggio raccogliticcio, affronta l’oceano in condizioni di stabilità precarie, incappa in una grande tempesta atlantica e affonda.
Condizioni di stabilità non controllate perfettamente, dicevamo: la stabilità della nave da carico infatti è variabile a seconda del carico, le forze raddrizzanti mutano a seconda dello stivaggio e dei consumi, mentre è impossibile controllare le forze sbandanti dovute al vento e al mare. Forse il carico si è mosso, forse la zavorra era poca o le casse vuote, forse le vele non erano state terzarolate a dovere, un colpo di vento improvviso fa sbandare Pamir oltre al limite… e nessuno ha potuto poi raccontare il seguito. Si salvarono solo sei uomini del numeroso equipaggio. Quello che voglio sottolineare è che fattori apparentemente estranei confluiscono nella sicurezza e, sia l’entusiasmo per un business che tira sia la trascuratezza per il contrario, possono provocare danni irreparabili.
Sarebbe logico quindi interrogarsi non solo sulle cause tecniche che determinano gli incidenti, ma sul substrato culturale in cui proliferano.
Conclusioni
La sicurezza delle barche dunque, (a parte i regolamenti, norme, leggi ecc) è funzione di due fattori di sistema, la fiducia nella tecnologia appropriata (al posto della fede nella tecnologia estrema) e la capacità di raffreddare il processo decisionale (al posto di gettare benzina sul fuoco) perché le pressioni del committente spronino la creatività senza mettere a repentaglio i fondamentali: Sicurezza, Bellezza, Valore.
Michele Ansaloni
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