Transat Jacques Vabre, Imoca 60 Prysmian Group

Transat Jacques Vabre, Imoca 60 Prysmian Group

Giancarlo Pedote torna in mare, intervista alla vigilia della TJV

Sport

08/11/2021 - 20:12

Dalla banchina di Le Havre, alla vigilia della partenza della Transat Jacques Vabre, Giancarlo Pedote condivide con i lettori di Pressmare il suo pensiero sulla regata transatlantica double handed che lo vedrà partecipare nella classe Imoca 60 a bordo di Prysmian Group assieme al francese Martin Le Pape.
Per Giancarlo si tratta della quarta partecipazione, nella scorsa edizione del 2015, vinse la classe Multi50 in coppia con Erwan Le Roux. Questa edizione è la prima delle regate di selezione per la prossima Vendée Globe, che rimane l’obiettivo finale del navigatore solitario italiano.
 

Il 28 gennaio concludevi la tua prima Vendée Globe. Hai raccontato a caldo delle emozioni e di una grande sfida vinta, 9 mesi dopo come la rivedi e cosa rimarrà per sempre in te di quell'esperienza?
Rimane lo stimolo a farne un'altra, per capitalizzare tutta l’esperienza della prima e cercare di fare meglio nella seconda. Rivedo una grande avventura ad alto contenuto sportivo e umano da una parte e manageriale dall’altra, perché nella sua interezza si tratta di un grande progetto che occorre saper gestire. La prima partecipazione mi ha permesso di prendere meglio le misure. Ho molto più chiaro davanti a me quello che sarà il ciclo del quadriennio, ormai quasi un triennio, quali siano i passi giusti da fare, stando attento a non mettere troppa carne al fuoco per arrivare ben preparato e con la barca a posto per la partenza del prossimo Vendée.

Quali lavori sono stati fatti sulla barca e in particolare quali per migliorarne le performance?
Quest'anno abbiamo fatto solo lavori di manutenzione ordinaria, l’unico cambiamento sostanziale all'imbarcazione è stato il rake dell'albero, aumentato da 4 gradi a 6 gradi.Per il resto abbiamo lavorato sull'ergonomia, sviluppando una nuova sedia per stare più comodi al tavolo da carteggio, evitare lo spreco di energie in attività ripetitive permette di poterle impiegare nella regolazione delle vele, nel concentrarsi sulle traiettorie e nella vita quotidiana di bordo, quindi è assolutamente bonus.

Ti appresti a una nuova grande regata, la TJV, questa volta in doppio. Come hai scelto il tuo compagno?
Ho scelto un compagno che fosse esperto in navigazione, quindi ho cercato un po' nel mondo dei “figaristi” (gli specialisti del monotipo Figaro di Beneteau, che dà vita al più competitivo circuito di regate d’altura in solitario, ndr) e sono convinto che Martin sia la persona adatta per questa regata,le navigazioni che abbiamo fatto insieme sono state promettenti, quindi parto serenamente.

Cosa cambia nell'approccio double handed? Si può quantificare percentualmente quanto una barca venga tirata di più in doppio?
Quando si regata in due facciamo un po’ di “falso solitario” perché c’è sempre una persona che riposa mentre l'altra è operativa in pozzetto per gestire le regolazioni della barca e tutto resto. Noi abbiamo scelto questo approccio, facendo turni di circa 1 ora e mezza o 2, dove cerchiamo di mantenere la barca sui target di performance previsti.
Credo che in solitario al Vendée sei tra 80% e il 90% delle performance, la forchetta è più o meno quella. In doppio vai circa al 95% delle performance, che non sono tutto però. È fondamentale la lucidità delle scelte, perché non basta soltanto andare veloce, ma occorre farlo dalla parte giusta e quindi essere in due a fare le scelte è importante, così come nei piccoli lavoretti a bordo quattro mani sono sempre meglio di due sole.

Cosa pensi del nuovo formato con arrivo in Martinica e percorso di lunghezza differenziata per ciascuna classe?
L’idea di allungare i percorsi in base alla velocità delle imbarcazioni mi sembra buona, poi come tutte le novità andrà testata. La TJV è una regata storica e credo sia giusto fare in modo che anche le classi meno rapide possano godere di un gradevole momento di “accueil” giungendo all’arrivo ravvicinate alle classi maggiormente performanti. Per gli Imoca sarà impegnativo dover attraversare per ben due volte i “pot au noir” (le calme equatoriali) ma in ogni caso passeremo abbastanza a ovest e questo dovrebbe facilitare, se non altro nel ritorno dall’emisfero sud verso nord, verso l’arrivo in Martinica. Quindi io sono ottimista, mi sembra una scelta interessante e vedremo se lo sarà stata anche nella realtà, una volta all'arrivo.

La 15^ Transat Jacques Vabre partirà domani, domenica 7 novembre alle 13:27 e l'imbarcazione Prysmian Group lascerà l'ormeggio alle 10.26, seguendo il programma del Comitato di Regata che regola l'uscita delle imbarcazioni.
La partenza verrà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Giancarlo Pedote e sul canale TV SportItalia. La regata di Prysmian sarà seguita con news ed aggiornamenti costanti su tutti i social del navigatore italiano.

Buon vento, Giancarlo e Martin!

Giuliano Luzzatto
@gluzzatto

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