Benetti Giga yacht FB275

Benetti Giga yacht FB275

Super, mega e giga yacht: le unità made in Italy varate nel 2019

Superyacht

22/08/2019 - 12:17

La stagione nautica 2020 è alle porte: facciamo il punto delle navi da diporto italiane in metallo che saranno protagoniste ai prossimi saloni nautici, soprattutto del Monaco Yacht Show

Se andiamo a scorrere le classifiche che ogni anno vengono stilate relativamente al mercato delle navi da diporto - unità oltre i 24 metri di lunghezza - il dato inconfutabile è che la nautica Made in Italy ne sia sempre più protagonista: fra i primi 20 top brand mondiali ben otto sono italiani e il trend della nostra yacht industry è dato costantemente in crescita. Un fermento testimoniato dal susseguirsi dei vari cui abbiamo assistito sin dall'inizio del 2019, dei quali di seguito riportiamo una panoramica, concentrandoci su ciò che è stato messo in acqua a proposito di unità in metallo.

Parlando dei vari più recenti, è doveroso citare, innanzi tutto, Benetti Yachts – del Gruppo Azimut/Benetti, da 19 anni il maggior produttore al mondo di navi oltre i 24 metri di lunghezza - che nel lasso di 100 giorni, a cavallo d’inizio anno, ha varato nella sua shipyard di Livorno ben tre giga yacht, navi ciascuna da oltre 100 metri di lunghezza. Una cosa mai fatta, un’operazione colossale per gli standard della yacht industry, a spanne - ponendo che il costo medio di ogni unità di questo calibro vale 300 milioni - da circa 900 milioni di euro cioè ¾ del fatturato totale che questo specifico giga mercato nautico sviluppa ogni anno. 14.000 metri quadri complessivi di superfici verniciate; 940.000 metri lineari complessivi di cavi stesi; 770 persone quotidianamente al lavoro; oltre 2 milioni e mezzo di ore di lavoro; 6.400 mq di superfici arredate; 12.770 tonnellate di stazza (GT) complessive messe in acqua cioè la stessa che stazzerebbero 25,5 navi da 500GT – di circa 45-50 metri, che usiamo definire superyacht - oppure 11 da 1.150 GT - megayacht da 60-65 metri.

Questi sono solo alcuni numeri di tale operazione colossale, che ha portato lo scorso dicembre al varo del 107 metri FB277, seguito a febbraio da FB272 di 100 metri – è il più grande motoryacht ibrido, con sistema diesel elettrico, mai realizzato – e a marzo da FB275, di 108 metri. Come accade spesso in questo mondo, sono unità sulle quali vigono vincoli di riservatezza assoluti, impenetrabili, almeno al momento, per cui non riusciamo a darvi dettagli di alcun tipo relativamente ai loro interni, ma sono navi che faranno a lungo parlare di sé per cui torneremo sicuramente a per raccontarle.

MY Severin°s è il nuovo 55m Baglietto firmato da Francesco Paszkowski Design che, con l’arch. Margherita Casprini, ne ha curato anche gli interni. Prevede 6 cabine, che ne agevolano la destinazione a charter, col ponte principale interamente dedicato all’armatore e alla sua famiglia. La grande cabina armatoriale è a pruavia del ponte, con letto centrale, ufficio separato e cabina armadio, e 2 cabine per gli ospiti più stretti.

Degno di nota il ponte sole, 150 mq interamente dedicati alla vita all’aria aperta e alla socializzazione. Altre due cabine ospiti sono situate a centro barca sul ponte inferiore, mentre sul ponte superiore trova posto una ulteriore cabina, spazio polifunzionale: arredata con divano letto e due pullman bed, questa zona può facilmente trasformarsi in cabina ospiti, massage room o play room a seconda delle esigenze.

Overmarine, dopo aver acquisito lustro producendo maxi open veloci, dal 2016, con la linea Mangusta Oceano, disegnata da Alberto Mancini, è entrata nel mercato degli yacht dislocanti long range, in grado di affrontare crociere anche transoceaniche, ma soprattutto interpretati come motoryacht ricchi di stile e di volumi. A seguire è stata la volta dei fast displacement Mangusta GranSport, sempre firmati dallo yacht designer triestino, che hanno lunga autonomia a velocità di crociera e al contempo possono raggiungere anche alte velocità, sempre nel massimo comfort. Quello varato nel 2019 è il terzo yacht da 43 metri della serie Oceano e si segnala per l’infinity pool a prua, ideata con due zone distinte di prendisole che si immergono in una piscina con cascata, e il beach club a poppa, con il portellone che si apre creando una piattaforma sul mare.

Palumbo Superyacht ha recentemente messo in acqua la sua nave più grande, Columbus 80 metri, unità che porta con sé un altro piccolo ma significativo record: è stata costruita in soli 27 mesi e ciò è avvenuto nel cantiere Isa Yachts di Ancona, shipyard entrata a far parte del Gruppo Palumbo appena pochi mesi prima. I suoi possenti motori MTU 4000 M63L e la sua carena dislocante garantiscono una velocità massima di 16,5 nodi e, a 12 nodi di crociera, un’autonomia di 6.000 miglia nautiche. Le linee esterne sono state sviluppate da Hydrotec, interni sono firmati da Francesco Guida. Anche in questo caso, per riservatezza, è stato impossibile sapere com’è la nave al suo interno, ma è trapelato che a bordo, sul sun deck, c’è un piscina di 8 metri con impianto per il nuoto controcorrente, che il sottostante ponte ha un’area wellness/SPA completamente attrezzata, e che la beach area del lower deck è di 200 metri quadri.

Con 1.600 tonnellate lorde, 64 metri di lunghezza, cinque ponti e una larghezza massima interna di 12,5 metri, 64Steel Attila è il più grande yacht finora realizzato da Sanlorenzo. Scafo in acciaio e sovrastrutture in alluminio, è una nave da diporto varata proprio nel periodo in cui è stata data ufficialità all’iter che entro fine anno porterà in Borsa, a Milano. Un sugello ad anni di costante crescita che hanno portato lo storico cantiere, dal 2005 guidato da Massimo Perotti, a scalare ogni classifica della yacht industry, collocandolo nel gotha dei marchi internazionali. Il Main Deck a poppa, con piscina, e il Beach Club sul Lower Deck, con hammam, sala massaggi e palestra, sono sicuramente le aree più caratterizzanti di questo mega yacht, collegate fra loro da una doppia scalinata.

Altri focus point del progetto riguardano la scelta di riservare un intero ponte all’armatore, l’Owner Deck, che ospita la sua camera da letto fronteggiante la prua, al cui esterno si apre una grande vasca idromassaggio; la possibilità di poter imbarcare a mezza nave due tender di oltre dieci metri; il baglio massimo reale interno che è di 12,5 metri, tipico di uno yacht di oltre 70 metri; l’helipad per touch and go, a prua, che quando non è in uso diventa uno straordinario solarium.

Dopo Sealyon (ex Candyscape II) e RoMa, il pluripremiato yacht designer Espen Øino firma Atomic, terza di una stessa serie di unità costruite da Viareggio Super Yachts, il cui design interno è stato a cura dello studio francese, Darnet Design. Lungo 64 metri offre sei suite, tra cui la suite panoramica armatoriale con terrazze esterne/interne, un centro immersioni professionale per tutti i 12 ospiti di bordo e un sundeck con una grande piscina a sfioro a poppa e una zona più intima a prua che ospita anche un fire pit. Atomic integra elementi tecnici all’avanguardia e soluzioni ingegneristiche avanzate per aumentare ulteriormente la semplicità e la governabilità dello yacht, come ad esempio, il sistema di posizionamento dinamico, i filtri speciali per purificare i fumi di scarico, i quattro generatori da 200 kW cadauno per alimentare i thrusters che consentono di navigare sotto propulsione elettrica senza avviare il motore principale. Sistemi finalizzati ad aumentare l’efficienza della nave, riducendone l’impatto sull’ambiente per consentirle la navigazione anche in aree marine protette.

Altri tre importanti vari si sono susseguiti in primavera tempo ad Ancona all’interno del cantiere CRN, Superyachts Division del Gruppo Ferretti - altro protagonista del mercato internazionale destinato a entrare nel listino di Piazza Affari -, se parliamo di costruzioni in metallo, annovera nelle sue strutture anche Pershing e la Riva.

Partiamo col parlare del nuovo megayacht CRN M/Y 135, fully-custom in acciaio e alluminio. Dopo Chopi Chopi, nave di 80 metri costruita cinque anni fa, con i suoi 79 metri di lunghezza è la seconda unità più grande mai varata dal Gruppo e condivide con l’ammiraglia gli autori del progetto: oltre CRN, gli studi di architettura Zuccon International Project, che ha curato le linee esterne, e Laura Sessa, che ne firma gli interni. Ha cinque ponti, cinque cabine vip oltre alla suite armatoriale, e imbarca 39 membri d’equipaggio.

A sottolineare l’ecletticità della shipyard anconetana - dove, per altro, si realizzano anche i superyacht in composito della linea Custom Line, ulteriore brand del Gruppo Ferretti – in grado di far divenire navi progetti totalmente differenti fra loro, c’è anche il Riva 50 metri, elegantissima ammiraglia della gamma che, probabilmente, darebbe grande soddisfazione anche a Carlo Riva, compianto genio della nautica che ebbe il merito di far diventare Riva un’icona per tutti gli appassionati di barche. Il Riva 50 metri Race, questo il nome voluto al battesimo col mare dal suo armatore, Piero Ferrari, è una nave con scafo in acciaio e sovrastruttre in alluminio, frutto della collaborazione tra Officina Italiana Design – che disegna tutti i Riva dei nostri tempi - e il team ingegneristico dedicato alla progettazione dei nuovi superyacht Riva con il Comitato Strategico di Prodotto Ferretti Group, di cui fa parte lo stesso Ferrari.

Pershing, icona dei motoryacht sportivi, alza il livello della propria gamma introducendo una nuova ammiraglia, il Pershing 140, che non è solo l’unità più grande mai varata, 43 metri, ma anche la prima barca costruita in metallo, tutta il alluminio. Le sue linee dinamiche, personali, che combinano elementi di design inediti con dettagli ripresi da stilemi e soluzioni architettoniche dei modelli più recenti, sono improntate a evocare le performance di cui la barca è capace, consentite da un’attenzione massima al contenimento dei pesi, monitorati costantemente durante la costruzione. Con 4 MTU 16V2000 M96L (EPA 3) da 2.600 HP ciascuno è accreditata di 38 nodi di massima e 30 di crociera.

CCN o se preferite Cerri Cantieri Navali ha messo in acqua MY Vanadis di 31 metri, navetta in acciaio, quarta unità della linea “Fuoriserie”, che interpreta lo stato dell’arte in tema di soluzioni ibride per yacht. Con essa, dotata di due propulsioni azimutali Schottel comandate da un sistema ibrido che prevede sia i motori tradizionali diesel sia quelli elettrici alimentati da generatori o da batterie, il cantiere lancia la propria gamma “E-Prop” dichiaratamente proiettata nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie in grado di ridurre l’impatto degli yacht sull’ambiente. Il suo layout prevede la cabina master e 2 cabine ospiti sul lower deck mentre un ampio salone con grande divano a L, area pranzo e cucina a vista, occupano gli spazi coperti del ponte principale, alle spalle della timoneria. Una seconda stazione di pilotaggio è situata sul fly bridge, interamente dedicato alla vita all’aria aperta con lettini prendisole, zona bar e area pranzo.

Stesso concept da explorer ha scelto l’industriale Andrea Merloni per il suo nuovo superyacht, Audace, una nave costruita su misura da Cantiere delle Marche – è il leader mondiale nella costruzione di navette in acciaio fra i 100 e i 140 piedi di lunghezza: su 10 superyacht di questo tipo varati negli ultimi tempi, ben 6 sono del brand marchigiano – sviluppata su progetto Floating Life, lunga 42,8 metri. Per l’esattezza, yacht design e architettura navale sono di Andrea Pezzini (Floating Life), Mauro Sculli (Studio Sculli) + Armatore; architettura navale dello Studio Sculli; design interni dell’Arch. Alessandra Negrato dello Studio Sculli + Armatore; ingegnerizzazione dello studio Hydro Tec. Gentleman è salito a bordo di questo motoryacht personalizzato al massimo, che rispecchia la voglia di viverlo da parte dell’armatore come il buen retiro non di una vacanza ma di buona parte dell’anno. A questo scopo ha voluto per sé un intero ponte, il più alto, che in circa 100 metri quadri comprende una suite panoramica con bagno, una piccola cucina, lo studio nel salone e, a poppa, sul ponte esterno, una vasca idromassaggio con prendisole.

Altro recente varo di cui vi parliamo è stato quello del Tankoa S502 Elettra, yacht di 165 piedi (50 metri) con un design simile a quello della sister ship Vertige, già in acqua, dalla quale si distingue tecnicamente per l’adozione di una soluzione ibrida per ciò che riguarda la motorizzazione. Realizzato per un armatore europeo, ha la zona notte ospiti sul ponte inferiore – quattro cabine – oltre alla Gym e al beach club, mentre la suite armatoriale è sul main deck, dove è stata collocata anche la cucina di bordo. Fra le chicche della nave c’è l’area prodiera che, si richiesta dell’armatore, accoglie un helipad dove può posarsi un elicottero in modalità touch-and-go.

Ancora uno yacht con motorizzazione ibrida è stato protagonista dei vari degli ultimi mesi, stavolta in casa Perini Navi. Si chiama Eco-tender, lungo 25 metri, ed è il primo motor yacht planante nella flotta del cantiere ed è stato venduto come “chase boat” – barca di servizio che non viene ospitata nel garage dell’unità madre, ma la segue ovunque navigando - all’armatore di un 52 metri a vela. In cantiere lo definiscono un “mini superyacht” perché ha le stesse linee eleganti, la qualità e il comfort dell’unità principale, una sorta di estensione della barca a vela. Una barca dal design senza tempo che rappresenta lo stato dell’arte delle costruzioni nautiche in termini tecnologici anche per ciò che concerne l’allestimento e l’elettronica di bordo. La zona notte è tutta nel ponte inferiore, con una suite VIP a tutto baglio, una doppia cabina a prua e una terza cabina con letti gemelli, tutte con bagno privato. In coperta, a prua, c’è una spaziosa dinette richiesta dall’armatore per dedicarsi al suo hobby preferito: la fotografia naturalistica.

Concludiamo questa carrellata di barche e feste, con la Codecasa 43 FB, Serie Vintage, assurta alle cronache innanzi tutto perché si tratta del nuovo yacht di Pier Silvio Berlusconi. Dragoluna, così è stata battezzata, 43 metri in acciaio e alluminio, dedica al suo armatore una suite a tutta larghezza scafo, collocata a prua del main deck, mentre la cabina del comandante è sul ponte superiore, a diretto contatto con la plancia. Equipaggiata con due motori Caterpillar 3512C da 1.650 Hp a 1.800 giri al minuto, è in grado di garantire una velocità massima di 16,5 nodi nelle condizioni di dislocamento leggero e di un’autonomia di 4.000 miglia nautiche alla velocità di crociera di 11 nodi. Come nota di colore, a proposito del suo varo, da raccontare che la bottiglia di champagne lanciata dalla madrina, pare non ne volesse proprio sapere di rompersi, capitolando solo al sesto tentativo. Per i marinai scaramantici non proprio un segno propizio, specie se si considera che Dragoluna è stata acquistata da Berlusconi Jr dopo l’inabissamento di Suegno, il suo precedente yacht, avvenuto lo scorso ottobre nel porto di Rapallo, a seguito di una tempesta.

 

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