Tributo a Roberto Zangarelli - 38 x 56 watercolor on handmade paper, Fabrizio Esposito

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I costi alti della nautica: riflessioni sui perché

Editoriale

03/09/2019 - 14:43

Leggendo le riviste di nautica, spesso mi saltano agli occhi articoli fuorvianti sui costi dei lavori svolti dei cantieri di riparazione nelle varie parti d'Italia. Alcuni redazionali, specifici, addirittura mi hanno irritato.

Perché non mi pare né corretto né intelligente accusare cantieri di buona tradizione, ben conosciuti e attrezzati e a volte anche specializzati nel difficile restauro, solo perché praticano prezzi più alti di altri. E l’esperienza mi ha fatto comprendere come a volte gli editoriali di accusa sono generati dall'intenzione di scrivere cose che colpiscano il lettore e facciano fare figura di competente a chi le scrive.

Non credo che qualcuno si meravigli se un appartamento nel centro storico di Roma o di Milano abbia un prezzo superiore a uno con le medesime dimensioni e caratteristiche, che però si trova in periferia o addirittura in un paesino dell'entroterra. E' risaputo che nella valutazione di un immobile la zona, il luogo di costruzione sono tra le caratteristiche più importanti. Ma semplifichiamo, paragoniamo i prezzi di due ristoranti per lo stesso tipo di cena: si arriva a differenze di prezzo notevoli, passando da 30 euro a testa, o anche meno, a più di 150. Perché? Per la posizione del locale, per la sua fama, per la qualità dei cuochi e dei menù, ma soprattutto, se il locale è di moda.

Quando invece si tratta dei cantieri nautici di manutenzione alle barche, che fortunatamente troviamo ancora un po’ sparsi in tutta Italia, si leggono sulle riviste di nautica commenti di lettori o articoli di giornalisti che mi fanno riflettere sulla buona fede di chi li scrive. E’ evidente e logico che nei prezzi praticati da cantieri diversi possano esserci anche grandi differenze di prezzo, specialmente in base all’alta o bassa domanda locale di servizi e dell’offerta reperibile.

Non è necessario aver studiato estimo per capire il perché dei costi diversi, ad esempio per le stesse operazioni di alaggio, carenaggio e varo dello stesso tipo di barca e delle stesse dimensioni. Basta il buonsenso, comunque riassumiamo alcuni dei principali argomenti di riflessione che vanno tenuti presenti al momento di una stima sull’eventuali prezzo richiesto per un lavoro o servizio e quindi nella scelta di un cantiere o di un artigiano:

• L’età e l’anno di fondazione del cantiere, se è stagionale o se invece si trova in una zona in cui la nautica vive tutta l'anno.

• Fama del cantiere non solo nella qualità dei lavori svolti sulle barche ma anche nella puntualità delle riconsegne (numero dipendenti adeguati, consegne nei tempi previsti; pochi dipendenti ritardi inevitabili).

• La grandezza in strutture, uomini e mezzi, anche se può essere fuorviante perché testimoniante di una grandezza e importanza che può essere anche passata: superficie dei suoi spazi all'aperto e al coperto; presenza di capannoni, loro dimensioni, costo di affitto o acquisto; presenza e dimensioni di eventuali spazi d'ormeggio del cantiere; attrezzature fisse e mobili delle quali il cantiere è dotato, come gru, travel-lift e altro, e loro costo.

• Assai importante è la località più o meno di moda e costosa in cui si trova la struttura.

• Numero di dipendenti a libro paga e loro qualità.

• Artigiani terzisti che collaborano col cantiere per lavori particolari e loro qualità (ossia reale capacità di fare interventi di ottimo livello).

• Costo della messa a norma e certificazioni di affidabilità degli impianti del cantiere.

• Lavorazioni tradizionali di qualità, per le quali esso è conosciuto, soprattutto quando si tratta di interventi impegnativi come il restauro.

• Assistenza dopo la riconsegna: viene svolta un po' ovunque o solo portando la barca in cantiere?

• Disponibilità di personale tecnico diretto, specializzato in interventi di impiantistica, riparazioni in vetroresina o in legno, capacità di costruire belle coperte in teck e altro.

• Possibilità del cliente di illustrare direttamente ai tecnici quali siano le sue richieste specifiche di intervento (questo crea un buon rapporto tra cantiere e committente).

• Capacità dei proprietari del cantiere nel determinare i giusti prezzi da applicare, individuando quali possano essere eccessivi tenendo anche presente la concorrenza nella stessa area.

• Se il cantiere si trova in una zona turisticamente molto sviluppata e costosa, è evidente che anche la direzione sia invogliata ad applicare prezzi remunerativi, spesso in ogni settore di lavorazione.

Potremmo continuare, ma se si considerano anche solo alcune delle suddette riflessioni appare chiaro, che prima di accusare un cantiere di essere troppo caro debbano essere valutate le differenze di costi, anche elevati, che esso deve sostenere.

Tempo fa ho letto su una rivista lo sfogo di un lettore che sosteneva come in Inghilterra i prezzi per operazioni del cosiddetto "pacchetto carena (alaggio, carenaggio e varo)" fossero più bassi. Con questo implicitamente accusava i gestori dei cantieri italiani, ma non spiegava quanto fosse conveniente portare la barca dall’Italia in Inghilterra per fare carena.

Le stesse proteste, spesso mascherate da inchiesta, le ho trovate per dimostrare che l'Alto Adriatico è più economico, ma non aggiungevano che le barche del Tirreno dovevano navigare per tutta la lunghezza della Penisola da Nord a Sud soltanto per fare carena, né ricordavano, come avrebbero potuto, che è più semplice e facile cercare un cantiere più conveniente e idoneo nel rapporto qualità/prezzo nella stessa regione in cui già si trova la barca.

In ogni caso è una partenza sbagliata perché il metro di giudizio sul lavoro di un cantiere o di un artigiano non deve essere infatti il prezzo richiesto per fare un lavoro, ma la qualità, l’affidabilità della prestazione che svolgerà al giusto prezzo. Tanti incompetenti proprietari di barche si fanno attirare invece dai prezzi bassi, col risultato che poi qualche volta finiscono in tribunale.

Certo il navigare non è un bisogno primario, come il cibo, il lavoro, la vita, ma un’attività di tempo libero e ricreativa da considerare come scelta individuale, che però deve raggiungere il risultato ricreativo e sociale richiesto, non solo la possibilità di risparmiare.

Concludendo, ricordo che lo stesso tipo di inchiesta viene svolta spesso anche sui costi dei posti barca e ormeggi di transito dei porti turistici, ma in genere si tratta di semplici paragoni di prezzo che, presi solo come tali, non hanno alcun significato: dove mettiamo la qualità, la collocazione del porto, i suoi servizi e i suoi collegamenti con l'entroterra, la disponibilità e professionalità degli addetti ecc.?

Limitarsi al solo prezzo non ha mai e in nessun campo un significato reale. Conta sempre e solo il rapporto qualità/prezzo e ogni appassionato spende in funzione delle proprie preferenze e possibilità. Certo è anche accaduto che, a suo tempo, prima del boom nautico italiano, qualcun abbia preferito far carena in Inghilterra. Ma non dobbiamo e non vogliamo dimenticare che gli utenti italiani, specie quelli anziani, sono facili prede dei j'accuse perché tendenzialmente contestano il sistema nautico nazionale, nato purtroppo dall’intuito speculativo di alcuni commercianti, peraltro sicuramente meritevoli perché in questo campo hanno creato un altro miracolo italiano. Nata per ricchi dopo la seconda guerra mondiale, la passione nautica stava diventando a fine secolo scorso un fenomeno sociale di massa, però stoppato dal potere politico che aveva altri interessi. Ciò non ha impedito che l’iniziativa privata, anticipando i tempi della globalizzazione, abbia dato vita a una industria di settore e di assistenza di importanza mondiale, delle quali è necessario difendere il prestigio. L’impressione nei diportisti di essere considerati polli da spennare è però rimasta e riconosciamo che, anche per la difficoltà di rapportarsi con un’esigente clientela mittel europea, in Adriatico certi lavori possono essere più economici senza perdere in qualità. E’ un esempio importante specialmente in questo momento di sofferenza della nautica, che si prolunga oltre il dovuto. Tutto il settore deve sensibilizzarsi sulla necessità di diminuire i costi del mondo barca per consentire a nuovi, giovani appassionati di sostituire i tanti anziani che cessano l’attività nautica senza ricambi generazionali. Riconosciamolo, il diritto di poter andare in barca costa ancora troppo e non per colpa dei costruttori ma di un sistema ancora negativo. Le false considerazioni ci fanno però arrabbiare. Forse bisognerebbe ripartire dai famosi scivoli di Franco Bechini.

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