Luna Rossa: La fatica? Se te la fai amica diventa tutto piu’ facile

Sport

09/05/2024 - 20:03

«Mi piace il sapore della sfida, partire da zero, misurarmi con gli altri e con me stesso, quindi ho colto al volo l’occasione di entrare a far parte di questo team, il top della vela mondiale. E l’ho fatto pur non sapendo niente di vela e soffrendo il mal di mare, perché ho bisogno di tenere accesa la scintilla della competizione». Bruno Rosetti è parte del Power Team di Luna Rossa Prada Pirelli e l’agonismo è parte della sua vita da sempre.

Curioso e sempre aperto a nuove esperienze, ha svolto svariati lavori in diversi Paesi del mondo, compresi l'Australia e il Kazakistan (a bordo di una piattaforma petrolifera). Dopo aver praticato varie discipline da bambino, si dedica al canottaggio, dove ottiene eccellenti risultati a livello mondiale ed europeo prima di classificarsi per le Olimpiadi di Tokyo, nelle quali si aggiudica la medaglia di bronzo. Chiusa la carriera professionista di canottiere, accetta subito la nuova sfida come cyclor a bordo dell’AC75 Luna Rossa, dove si ricompatta con alcuni “vecchi” compagni di squadra.

«È l’idea della competizione che mi tiene vivo, la voglia di vincere», dice, e uno dei suoi punti di forza è proprio la gestione della fatica, imparata negli anni del canottaggio: «È il mio punto più forte in assoluto. Quando in gara faccio fatica, penso che gli altri stanno facendo lo stesso sforzo e in quel momento scatta qualcosa che mi spinge a dare ancora di più. Sono amico della fatica, se impari a conviverci tutto diventa più facile».

Varato l’AC75 Luna Rossa, anche Bruno è salito a bordo dello scafo di America’s Cup per allenarsi e prendere confidenza con questa barca, sebbene l’equipaggio definitivo non sia stato ancora deciso.

«La prima cosa che ho pensato quando sono salito in barca è stata “finalmente”, dopo tre anni di attesa e di lavoro, finalmente vediamo e proviamo questo splendido oggetto volante. Subito dopo, però, ho pensato che devo fare immediatamente bella figura per guadagnarmi il “sellino” della bicicletta e non mollarlo più».

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