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Il blog di Alfredo Gennaro

La boa è "un galleggiante ancorato al fondo che serve come punto di appoggio nei porti o nelle rade, o come segnale".

E' per questa azione sia attiva che passiva che abbiamo scelto “boe" come titolo degli interventi che si occuperanno di segnalare problemi o di offrire un ancoraggio tecnico a fatti, prodotti, progetti.

Ce ne occuperemo con la massima trasparenza e con solo il minimo, quando necessario, di riferimenti che richiedano una particolare formazione tecnica; preferiamo cioè la approssimazione che la semplicità il più delle volte richiede, alla impossibilità di comprendere un linguaggio tecnico rigoroso. Ci rendiamo conto che talvolta questo può essere criticato, ma ce ne assumiamo la responsabilità, perché niente è più semplice di quello che si capisce e niente si capisce di più di quello che è semplice.

Ma il titolo che abbiamo scelto si presta anche a giochini che si possono fare usando l'acrostico, prendendo cioè tre parole che cominciano con le tre lettere b, o, e.

Ci occuperemo di barche, di onde, di eliche; oppure di benzina, di ossigeno e di emissioni; o di bufale, di obiezioni e di equivoci; di buonsenso, di opzioni, di energia; e così via.

Tanto per sciogliere il ghiaccio in questa prima puntata parliamo di freddo e di caldo. Il freddo esiste, ma non si può trasmettere: è solo il calore che si può trasmettere e quindi si può togliere, sfruttando una sua naturale tendenza, che è quella di lasciare a tutti i costi un corpo a più alta temperatura per andare in qualsiasi modo verso un corpo a temperatura più bassa. Quindi se vogliamo riscaldare un corpo dobbiamo metterlo a contatto con un altro corpo a temperatura più calda (per esempio una fiamma); se invece vogliamo raffreddarlo dobbiamo portarlo a contatto con un corpo più freddo.

Semplice, no?

I motori marini, per esempio, possono giovarsi dell'acqua di mare per il raffreddamento, ed in genere non hanno bisogno di altro che di condotte e metalli che resistano alla corrosione. Alcuni modelli adoperano scambiatori di calore che servono per consentire all'acqua di mare di assorbire il calore del liquido refrigerante: è una complicazione, conveniente quando si usano metalli che soffrono il salino. Ma è certamente una complicazione, che richiede una doppia circolazione ed uno scambiatore.

Per evitare complicazioni qualcuno potrebbe pensare ad un raffreddamento ad aria. E' una cosa possibile, ma vedremo in una prossima puntata quali sono i suoi limiti.

Resta comunque il fatto che mentre il verbo “riscaldare" ha il senso corretto di fornire calore, “raffreddare" sostituisce nel senso comune e corrente il più corretto “sottrarre calore".

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La carena: il blog di Angelo Sinisi

La carena: capirne di più si può

La parte immersa di uno scafo è detta anche opera viva, mentre ciò che di esso si trova sopra della linea di galleggiamento si chiama opera morta. Siamo certi che per i tanti appassionati che ci seguono quotidianamente, tali definizioni sono non solo ben conosciute ma addirittura scontate.

Man mano che si approfondisce l’argomento in tema di carene, però, può capitare di perdersi, perché bene o male molti sanno distinguere le linee d’acqua dislocanti, da quelle semiplananti e plananti, ma tanti aspetti dell’idrodinamica, a meno che non si sia degli addetti ai lavori, ai più sfuggono. Ciò che vi proponiamo in questo spazio sono una serie di articoli redatti da uno specialista di carene qual è Angelo Sinisi, un progettista con un’enorme esperienza alle spalle in tema di scafi per il naviglio militare e da diporto, che ha, secondo noi, anche il pregio di saper rendere comprensibile un argomento “tosto” ai più come può essere considerata l’idrodinamica.

Con lui affronteremo temi specifici riguardanti l’opera viva in tutti i suoi aspetti, dalle forme di carena alle appendici, trattando di stabilità, di efficienza, di tenuta di mare ecc. Non è un argomento semplice, ne siamo ben coscienti, ma per chi ha voglia di seguirci in questo ciclo di articoli, Angelo Sinisi offrirà una chiave di lettura chiara, una spiegazione efficace a quell’apparente labirinto di formule su cui si basa l’idrodinamica, dal numero di Froude in giù.

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Il blog di Barbara Amerio

Nata a Sanremo dove vive. Studi linguistici e patentino di mediazione marittima. Mamma di Aurelia.

Lavora da sempre nell’azienda di famiglia, Permare, nota per produrre il marchio Amer. Si aggiorna quotidianamente su qualsiasi argomento relativo al mare e alla nautica. Ha ruoli istituzionali in Ucina, Confindustria e Assonautica.

Passioni: viaggi, libri, cultura, ascoltare.

Estremamente curiosa della vita.

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Il blog di Michele Ansaloni

Ansaloni si avvicina alla vela frequentando, ancora bambino, la scuola vela Hannibal di Monfalcone.
La passione per questo sport lo spinge a volgere i suoi studi in direzione delle barche e oltre ad una maturità scientifica seguita da una laurea in architettura consegue il diploma di costruttore navale all'istituto tecnico navale San Giorgio di Genova, quello di yacht designer, presso l'istituto di tecnologia marina Westlawn, a Stamford nel Connecticut e ottiene un master in Superyacht New Build presso la Marine Training Accademy di Gosport.

Michele è membro SNAME (society of naval architects & marine engineers), è collaboratore RINA, ed è iscritto nel registro del personale tecnico delle costruzioni navali presso la Capitaneria di Porto Ravenna.

Sempre legato allo yachting si è impiegato professionalmente come comandante di unità prestigiose soprattutto a vela per armatori privati e aziende di noleggio, dopo il matrimonio, ha intrapreso l'attività di costruzione e di direzione di cantiere collaborando poi con alcuni studi italiani di design di primaria importanza ed infine approdando alla libera professione come yacht designer particolarmente dedicato alla ingegnerizzazione di progetto.
Tra le collaborazioni più stabili quella con Van Oossanen per il Cfd e con l'architetto Franchini nella Tailored Yachts per la progettazione di superyacht. www.micheleansaloni.it

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Il blog di Gino Ciriaci

Sono laureato in architettura e sono specializzato in nautica e navale.
Dal 1974 libero professionista come consulente tecnico nautico, perito assicurativo e del Tribunale di Livorno.
Sono iscritto dal 1994 al Ruolo Nazionale dei Periti Assicurativi dell’ISVAP (Ministero Industria).
Sono dunque tra i pochi abilitati.
La mia attività: Perizie per acquisti, sorveglianza lavori di riparazione e restauro e consulente tecnico storico per scenografia navale per vari film.
La mia attività ininterrotta è iniziata a marzo 1974, non da ieri e non faccio altra professione: né broker, né altro.
Sono conosciuto per la mia consulenza telefonica da allora.