Nave Italia spiega le vele per una nuova stagione a fianco dei piu’ fragili

Al via i preparativi per l’inizio della “Campagna Nave Italia 2024 – Cambio di rotta”: tra lavori di manutenzione al brigantino e messa a punto dei progetti selezionati, il team della Fondazione Tender to Nave Italia si appresta a definire i dettagli dei 21 progetti in partenza ad aprile. Inizia la prima fase del Metodo Nave Italia. Dopo la pausa invernale che ha permesso alla Fondazione Tender to Nave Italia di raccogliere e vagliare le numerose richieste di partecipazione alla campagna 2024, è giunto il momento per Nave Italia di prepararsi alla nuova traversata solidale.

La nave, ormeggiata al porto di La Spezia per lavori di manutenzione, si sta organizzando, infatti, per la nuova campagna che prenderà il largo il 30 aprile toccando 9 porti italiani e 4 esteri tra la primavera e l’autunno di quest’anno. Oltre agli interventi all’imbarcazione, in questa prima fase del Metodo Nave Italia decisivo risulta il lavoro dei project manager della Fondazione che, come ogni anno, sono impegnati a dialogare e definire con gli enti che saliranno a bordo tutti i dettagli che consentiranno ai partecipanti di ottenere il massimo beneficio da questa esperienza.

All’interno di uno degli storici bacini di carenaggio in muratura dell’Arsenale Militare Marittimo di La Spezia, quest’anno
il brigantino è oggetto di un importante intervento di ammodernamento con la sostituzione del suo motore di propulsione e del relativo gruppo riduttore. Sono in corso, inoltre, lavori straordinari per un intervento sull’impianto
liquami e per il trattamento della carena e dell’opera morta, oltre ad un’importante manutenzione dei legni di bordo,
tra cui il rifacimento totale del ponte di castello e il ripristino del picco randa. In parallelo procedono anche le consuete
manutenzioni ordinarie, tra cui il controllo di tutti i punti di forza in coperta e in alberata, la revisione delle zattere di
salvataggio e dei salvagenti individuali.

Grazie a questi interventi, il brigantino sarà quindi pronto ad affrontare un nuovo anno ricco di appuntamenti e progetti.
A bordo, in compagnia dell’equipaggio della Marina Militare e dello staff della Fondazione, saliranno 21 tra fondazioni,
istituti scolastici, università, enti e associazioni selezionati dal comitato scientifico della Fondazione, tra le oltre 50
domande pervenute, e provenienti da Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria, Emilia-Romagna, Liguria
e una dal SudAfrica. Oltre ai progetti di solidarietà, diverse le presenze di Nave Italia ad eventi regionali e nazionali
per promuovere le attività portate avanti dalla Fondazione.

L’obiettivo, anche quest’anno, è quello di preparare al meglio il brigantino per proseguire l’opera di consolidamento
scientifico del “Metodo Nave Italia”, una metodologia rivolta a persone con disabilità cognitive, deficit sensoriali,
malattie genetiche, disagio psichico e sociale, nelle varie forme in cui esso si manifesta. A bordo di Nave Italia, una
varietà di componenti potenzialmente terapeutici che consentono agli operatori di sviluppare piani di trattamento
personalizzati, utilizzando strumenti di terapia individuale, familiare e di gruppo, test psicologici, gestione dei farmaci,
dieta sana, modelli di sonno e attività fisica regolari.

Finalizzato allo sviluppo umano attraverso la vita di mare e della navigazione, il Metodo Nave Italia si svolge in un arco
di tempo che va oltre l’esperienza a bordo, articolandosi in tre fasi: pre, durante e post navigazione. Nella prima fase (pre), a terra, tutti i partecipanti ai progetti vengono chiamati a definire e riflettere sul proprio ruolo, su quali azioni compiranno a bordo e con quali finalità, su quali competenze personali metteranno in campo e quali relazioni attiveranno per raggiungere i propri obiettivi, ma anche su quali obiettivi educativi intendono conseguire.

Una volta a bordo, nel corso dello svolgimento del progetto, ha inizio la seconda fase (durante), in cui, grazie alla presenza dei PM della Fondazione che salgono a bordo insieme all’ente e ne coordinano le attività con l’equipaggio,
vengono instaurate le relazioni con gli altri membri del gruppo. Qui ogni attività̀acquista un senso per la persona che
deve svolgerla, viene raccolto il materiale (idee, ricordi, dettagli) per raccontare l’esperienza vissuta a bordo, prendendo
così coscienza del proprio percorso di crescita attraverso la sua narrazione.

Nella terza fase (post) la sfida educativa continua a terra, interrogandosi e osservando come l’esperienza vissuta abbia
inciso positivamente sulle attività, le relazioni e i ruoli della persona nella sua vita quotidiana, focalizzandosi su quanto
di ciò che è stato appreso a bordo viene effettivamente integrato nella vita di tutti i giorni mettendo in pratica le
competenze acquisite.

A bordo si vive e si opera fianco a fianco, attorniati dal mare e dal vento. Tutti, indistintamente, ciascuno con un ruolo
preciso, marinai, ragazzi, accompagnatori. Si diventa tutti parte di uno stesso equipaggio, senza distinzioni tra chi sale a
bordo per una settimana e chi ne fa parte in pianta stabile.

Questo, e l’esposizione dei beneficiari a stimoli emotivamente molto forti, sempre in una cornice di massima sicurezza,
è il segreto del “metodo Nave Italia” che, sotto la guida del personale scientifico della Fondazione e dell’equipaggio della
Marina Militare, si è rivelato particolarmente efficace nel consentire a piccoli gruppi di persone in difficoltà di mettersi
alla prova e sfruttare a pieno le proprie potenzialità, superando tutti quei pregiudizi che li accompagnano nella
quotidianità.

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