Si è concluso a Los Angeles il Mondiale Youth ILCA 4, un appuntamento che ha visto in acqua una numerosa rappresentanza italiana, con atleti e atlete impegnati in un percorso tecnico e mentale di alto livello, in un contesto competitivo tra i più rilevanti della stagione.
Le condizioni meteo, regolari e costanti per tutta la settimana, hanno permesso di portare a termine l’intero programma previsto, grazie a una brezza termica che ha garantito prove regolari e tecniche ogni giorno. Un campionato impegnativo, che ha richiesto agli atleti grande concentrazione e capacità di adattamento, soprattutto nella gestione delle oscillazioni e delle correnti, decisive nelle prime fasi delle regate.
Tra i risultati più significativi per la squadra italiana, il piazzamento di Giulia Marella, che ha concluso il campionato nella top ten assoluta della flotta femminile, e di Sofia Berteotti, che ha chiuso quinta tra le Under 16. Due risultati che confermano il potenziale del gruppo azzurro e il lavoro svolto fin qui.
“Siamo tornati a casa con molti appunti e spunti di lavoro – ha commentato il tecnico Matteo Raveglia –. È stato un campionato utile non solo per valutare le prestazioni, ma soprattutto per confrontarsi con il livello internazionale, prendere consapevolezza delle aree su cui crescere e capire dove indirizzare l’attenzione nei prossimi mesi. Molti dei nostri ragazzi sono ancora giovani e con ampi margini di miglioramento: il percorso è aperto, e questa esperienza ha dato a tutti elementi concreti su cui costruire.”
Va sottolineato inoltre che per molti di questi ragazzi e ragazze si è trattato di una trasferta impegnativa sotto tutti i punti di vista: affrontare un viaggio intercontinentale, con 9 ore di fuso orario, regatare in un oceano e non nel consueto Mar Mediterraneo, confrontarsi con correnti complesse, condizioni tecniche nuove e un campo apparentemente semplice che nasconde invece molteplici difficoltà. Serve tempo, pratica e occasioni per imparare a gestire contesti così diversi.
“Non abbiamo portato a casa medaglie, ma abbiamo portato a casa un’esperienza preziosa – ha dichiarato la direttrice tecnica Alessandra Sensini –. Regatare in un campo di questo tipo, che può sembrare facile dal punto di vista del vento, in realtà presenta una combinazione di difficoltà tecniche e un’altissima necessità di adattamento. C’è anche una differenza sostanziale tra navigare in Oceano e nel Mediterraneo, soprattutto nella gestione della corrente, che è un aspetto fondamentale e richiede tanta pratica per essere compreso e gestito al meglio.”
L’Italia lascia Los Angeles con un gruppo motivato, ricco di potenziale e consapevole del lavoro da affrontare, ma anche delle opportunità che esperienze di questo livello offrono per la crescita tecnica e personale dei giovani velisti.