Il Rode Hoed di Amsterdam era in fermento lunedì sera per il ritorno di VriThink’s Night Out, con il suo formato ormai caratteristico, fatto di creatività, provocazione e storytelling ad alta intensità. Undici relatori, sei minuti ciascuno, venti slide cronometrate a venti secondi: una modalità tanto rigorosa quanto coinvolgente. E quest’anno la posta era più alta del solito. Vripack Yacht Design ha collaborato con Sailing Yacht Zero, il più ambizioso progetto dell’industria nel campo delle energie rinnovabili, per raccontare un percorso di progettazione durato sette anni, a pochi mesi dal varo previsto nel 2026.
VTNO si è sempre proposto come piattaforma orientata al futuro, ma il 2025 ha segnato un cambio di passo. L’evento ha delineato il modello di una nuova era della progettazione nautica, basata su una collaborazione trasparente, open-source, e sulla condivisione non solo dei risultati ma anche degli errori. Il principio di Sailing Yacht Zero – aprire, collaborare, dare valore – ha permeato l’intera serata.
Quando scienza e trasparenza creativa si incontrano
Dal 2019 Vripack e un ecosistema internazionale composto da cantieri, designer, architetti navali, ingegneri, scienziati e accademici stanno costruendo qualcosa di inedito: il primo yacht della sua categoria, per dimensioni e comfort, alimentato interamente da energie rinnovabili. Come ha affermato Marnix Hoekstra, co-direttore creativo di Vripack: “È il momento della connessione mentale definitiva”.
Questa connessione ha preso forma in una sequenza serrata, con undici interventi che hanno raccontato altrettanti aspetti del progetto Sailing Yacht Zero. Ana Pimenta, di Foundation Zero, ha esplorato la progettazione orientata allo scopo e l’urgenza di realizzare imbarcazioni che uniscano estetica e responsabilità etica. Mark Leslie-Miller, di Dykstra Naval Architects, ha presentato le potenzialità dell’energy harvesting e dell’idrogenerazione, mostrando come gli yacht del futuro considereranno il mare non solo un mezzo da attraversare, ma una fonte di energia pulita. Bob van Someren, sempre di Foundation Zero, ha illustrato le innovazioni nello stoccaggio termico, evidenziando come il calore – normalmente disperso – possa essere recuperato e riutilizzato. Il professor Ricardo Zozimo, dell’Universidade Nova de Lisboa, ha analizzato come Project Zero possa diventare un catalizzatore di cambiamenti sistemici anche in altri settori industriali.
Ne è emerso un racconto coerente su come il progetto rappresenti un caso esemplare di un cambio di mentalità, in cui l’apprendimento collettivo genera progresso per tutti.
Quando un’intera sala respira la stessa idea
Con il rapido alternarsi delle slide e dei relatori, l’auditorium si è riempito di un senso di dinamica condivisione. Lontano dall’atmosfera formale dei tradizionali convegni di settore, VTNO somigliava più a uno studio creativo aperto al pubblico: un incubatore di nuovi approcci, alimentato tanto dal pubblico quanto dai relatori.
I temi hanno spaziato dalla produzione di energia ai modelli basati su AI, dal valore dei digital twin alla psicologia dell’innovazione. Alcuni interventi hanno affrontato aspetti tecnici di notevole complessità, altri hanno proposto riflessioni più concettuali su come il settore definisce sostenibilità e progresso responsabile.
Al termine della serata, la sensazione di ispirazione condivisa era evidente. Le conversazioni sono proseguite ben oltre l’ultima slide. VTNO 2025 ha dimostrato cosa può accadere quando un’industria abituata a lavorare dietro porte chiuse decide di aprirle, lasciando spazio a chi vuole contribuire.
Rebecca Gabbi