Genova cambia rotta: nuove date e nuova visione per il Salone Nautico Internazionale

16/10/2025 - 18:24 in Editoriale by Press Mare

La decisione di spostare le date del Salone Nautico Internazionale di Genova, anche se probabilmente forzata dallo spostamento del Monaco Yacht Show, la cui apertura nel 2026 è stata anticipata al 23 settembre, non va letta soltanto come un adeguamento logistico o un compromesso stagionale: è un cambio di prospettiva, un atto di maturità per un evento che da decenni rappresenta il barometro dell’intera industria nautica mediterranea.

Con il nuovo calendario – 1-6 ottobre 2026 - Genova cerca di assumere una posizione più competitiva rispetto ai principali saloni europei — Cannes e appunto Monaco — riducendo le sovrapposizioni e offrendo agli espositori un margine temporale più ampio per pianificare la propria presenza. Cannes, d’altronde, ha ormai un unico significativo limite, quello di svolgersi quando la stagione nautica, grazie anche al cambiamento climatico, è ancora pienamente in corso e parteciparvi per gli operatori del settore sta diventando sempre più un problema. Devono mollare le loro attività, lasciare i loro clienti che stanno ancora utilizzando le barche, per partecipare al salone francese.

Il cambiamento delle date è una scelta che guarda oltre il singolo evento e che punta o almeno ci prova, a rafforzare la filiera nautica italiana nel contesto internazionale, valorizzando la specificità del nostro sistema produttivo: un tessuto industriale composto da cantieri, accessoristica e design che continuano a dettare tendenze e innovazione nel mondo.

Dopo che Confindustria Nautica ha individuato un calendario più favorevole dal punto di vista organizzativo, aprendo ai cantieri la possibilità di esporre anche quelle imbarcazioni che negli ultimi anni non trovavano più spazio a Genova — in particolare le unità di maggiori dimensioni, oggi protagonistedel Monaco Yacht Show — la palla passa ora ai singoli costruttori.

Saranno loro a dover valorizzare, anche mediaticamente, il nostro boat show nazionale, soprattutto riconsiderando la distribuzione delle anteprime e delle presentazioni di prodotto.

Limitare il numero di debutti riservati a Cannes, soprattutto per la produzione di serie e semi-custom, e riportare a Genova le principali novità del made in Italy, significherebbe restituire al Salone la centralità che merita all’interno del panorama internazionale. Emblematico ciò che è accaduto quest’anno: la regina della rassegna, Amer 120, dopo due giorni di esposizione è stata costretta a mollare gli ormeggi per correre al MYS. Con le nuove date ciò non accadrà più e anzi, molte delle barche di ritorno dalla kermesse monegasca, potranno finalmente partecipare a quella di Genova.

Il Salone Nautico Internazionale di Genova

Il nuovo lay-out espositivo, che dovrebbe raggiungere la sua configurazione definitiva nel 2027, rappresenta un ulteriore punto di forza. Genova si prepara a offrire la più ampia e strutturata rassegna mondiale tra gli in-water boat show, con un impianto che unisce razionalità, funzionalità e spettacolarità.

Un format concepito per valorizzare ogni tipologia di imbarcazione e per offrire al visitatore un’esperienza immersiva e completa, dove molte barche potranno essere provate in mare durante tutto l’orario di apertura del Salone. Comunque, l’impatto per chi lo ha visitato quest’anno è stato già quello del “wow”. Quello di Genova è dunque un modello unico nel panorama fieristico internazionale, che riafferma la vocazione esperienziale del Salone Nautico e il suo legame autentico e indissolubile con il mare.

C’è però un “ma”, che riguarda la città di Genova e il suo rapporto con il Salone.

Molti criticano — e continueranno a criticare — il fatto che l’evento si svolga proprio qui: una città complessa, schiacciata tra mare e alture, sede del principale scalo marittimo italiano e di importanti cantieri navali e industrie.

Un contesto urbano difficile da confrontare con le località di villeggiatura che ospitano gli altri saloni di settembre.

Eppure, se davvero si vuole fare di Genova la capitale mondiale della nautica, serve un salto di qualità sul piano infrastrutturale e ricettivo.

I collegamenti suoi aerei, ferroviari e stradali sono sostanzialmente gli stessi di quarant’anni fa, quando iniziammo a lavorare al Salone, così come l’offerta alberghiera, che non è ancora all’altezza del pubblico internazionale del mondo delle barche né del potenziale turistico della città. I posti auto che saranno disponibili sotto il rinnovato Palasport, sono sicuramente un importante passo avanti rispetto alla situazione parcheggi vissuta finora, ma ancora non risolvono un problema antico. C’è voluto meno a collegare Salerno a Reggio Calabria con un’autostrada che a creare 800 posti auto a Piazzale Kenndy.

A ciò si aggiunge la carenza di servizi immediatamente accessibili nell’area del Salone: una volta usciti dalla fiera, c’è un lungomare bellissimo, Corso Italia, ma nelle vicinanze non ci sono locali, bar o ristoranti accoglienti, dove il pubblico della nautica possa magari trattenersi, discutere delle barche viste, approfondire e confrontare i preventivi ricevuti o semplicemente tirare un attimo il fiato dopo la maratona lungo le banchine. Per A piazzale Kennedy ci sono solo i taxi, sempre pochi, per portarti via dalla fiera.

Il risultato è un rapido deflusso verso il centro città, verso gli alberghi o la stazione di Brignole per fuggire in Riviera, dove si alloggia, con conseguente congestione del traffico e perdita di opportunità di relazione e business. Il paragone con Cannes e Monaco è implacabile.

Possibile che nessuno pensi a rendere il Salone di Genova più accogliente anche fuori dal suo perimetro? Serve velocemente una svolta concreta anche in tal senso.

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