Ambrogio Beccaria vince su Geomag

Ambrogio Beccaria vince su Geomag

Ambrogio Beccaria e Geomag portano a casa la quarta vittoria della stagione mini 6.50

Sport

16/08/2018 - 20:28

Dopo una vera gara di velocità, Ambrogio Beccaria e Geomag portano a casa la quarta vittoria della stagione mini 6.50: uno straordinario risultato che finora nessun navigatore aveva mai conquistato.

Beccaria, sponsorizzato dall’azienda di giocattoli Svizzera, ha tagliato il traguardo ieri 14 Agosto alle 22:23 (20,23 UTC) della settima edizione de LesSables d’Olonne – Azzore – Le Sables D’Olonne (SAS), con un tempo di 6 giorni 3 ore e 23 minuti e un vantaggio di 10 ore e 47 minuti sul secondo, stabilendo anche un record assoluto di tappa.

Saranno state le forze invisibili del vento o il magnetismo delle isole Azzorre, ma Ambrogio Beccaria questa volta è davvero volato avanti e indietro per l’Atlantico, facendosi beffe dell’Anticiclone, non lasciandosi intimorire da onde di quattro metri, e senza mai, se non per qualche minuto, lasciare la testa della flotta, né all’andata né tantomeno al ritorno. Abbiamo cercato negli archivi della Classe Mini e abbiamo interrogato Stefano Paltrinieri, massimo esperto italiano con ventimila miglia di navigazione su questi gusci di noce, per esserne sicuri: nessuno skipper è stato mai in grado di vincere quattro regate di seguito tra i Serie. Oltrettutto la SAS - 2540 miglia di regata in solitario - vale doppio ai fini delle classifica del Campionato Francese in solitario (Championnat de France Promotion Course au Large en Solitarie), di cui a questo punto Ambrogio è senza dubbio il primo classificato.

Ma come ha fatto Beccaria, 26 anni, ingegnere nautico, con una breve carriera da derivista alle spalle e in fondo neofita in Oceano (la sua prima transatlantica è stata la Mini Transat del 2017), a vincere una regata così dura e con avversari così preparati? Come è riuscito questo italiano “sbarcato in Francia alla meno peggio” (parole di Ian Lipinski) a battere i cugini d’Oltralpe con 22 ore e 49 minuti di vantaggio in totale? Come ha fatto il giovane milanese a dominare la regata in modo così incondizionato, e tratti perfino noioso per noi che dovevamo raccontarla?

 
Si tratta certamente di un’alchimia, un mix di elementi che di rado si trovano mescolati nella stesso momento e nella stessa persona, ma che fanno di questo marinaio un campione a tutti gli effetti: preparazione impeccabile, buona gestione del sonno, concentrazione costante, abilità nel saper far camminare la barca, basso profilo e ottima conoscenza del meteo. Oltre, naturalmente a buone vele e una barca tirata a lucido. Come dicono tutti i grandi navigatori solitari, a navigare sei solo in mare, ma il record o la regata lo si fa in tanti. Dunque il successo di questo enfant prodige della vela d’altura non sarebbe stato possibile senza il lavoro certosino del suo shore team Vittoria Ripa di Meana, il lavoro a terra di Tommaso Stella e Duccio Ducci, il contributo prezioso del Team Maserati di Giovanni Soldini che ha ospitato Ambrogio nei cantieri bretoni, infine i partner tecnici che hanno contribuito in modo indispensabile alla messa a punto di Geomag e a Tanguy Leglatin, il coach di Lorient Grand Large, che ha allenato Ambrogio per questa nuova stagione.

Nel frattempo tutto il mondo della vela oceanica si è accorto del minista italiano più veloce di Francia: Giovanni Soldini si dichiara un suo“grande fan”; Vittorio Malingri già nel 2016 aveva lanciato ad Ambrogio una sfida, perdendola e definendolo in quell’occasione “un vero gladiatore”; il Giornale della Vela lo ha definito il “Vincenzo Nibali della vela italiana” e Ian Lipinski, al momento il minista più forte del mondo, dice di essere felice a non averlo come avversario.

«Non ho mai fatto una regata così corta”, dice Ambrogio poco dopo l’arrivo. “Abbiamo fatto 1300 miglia in sei giorni! Questa seconda tappa mi ha dato ancora più soddisfazione della prima, perché nella prima abbiamo fatto tutti delle rotte molto diverse, mentre qui eravamo alla pari. Sono andato veramente forte… anche se il terzo giorno ho rotto lo spi medio. Ero sicuro che avrei perso delle miglia e invece le guadagnavo.Penso che una delle cose che mi abbiano fatto andare più veloce degli altri siano proprio le vele, sono l’unico che ha le vele North Sails. Per il resto le barche di serie sono tutte uguali… Sono strafelice, non poteva andare meglio, ho fatto il record dei record!!».

Una prima tappa da manuale
Tappa eccellente per Beccaria che, a bordo di Geomag, è rimasto in testa dall'inizio alla fine. Ambrogio ha affrontato di petto entrambi i fronti freddi che sono passati sul percorso e, a differenza degli avversari,ha scelto di continuare per la sua rotta senza mai scendere a Sud per trovare condizioni meno difficili. In questo modo ha accumulato miglia su miglia di vantaggio, fino ad averne 120 sul secondo. All'approccio dell'arcipelago delle Azzorre ha commesso un errore, passando a sud di Terceira, Sao Jorge e Pico, rimanendo intrappolato nella dorsale dell’Anticlone delle Azzorre. Questo comunque non gli ha impedito di vincere la tappa con 12 ore di vantaggio sul primo degli inseguitori.
 
La seconda tappa: una gara di velocità
La seconda tappa è stata una vera e propria gara di velocità. Le prime 24 ore la flotta ha fatto rotta verso Nord per uscire dalla zona di poco vento dell'anticiclone delle Azzorre, ma già dal secondo giorno il vento da Nord-Ovest intorno ai 20 nodi li ha spinti verso LesSables d'Olonne permettendo a tutti di mantenere velocità a due cifre per cinque giorni. Anche in questo caso Ambrogio e Geomag hanno dimostrato la loro superiorità strambando sempre al momento giusto e navigando più veloci degli altri. Dopo 500 miglia di regata Beccaria ne aveva già più di 20 di vantaggio sui suoi inseguitori. Questo gli ha permesso di controllare gli avversari per tutta la tappa, e tagliare il traguardo con 45 miglia sul secondo. 

PREVIOS POST
Il calendario delle fiere nautiche del 2016
NEXT POST
Personale di Nave Galatea soccorre imbarcazione diportistica in avaria