Artemare Club: Regine e Piratesse del Mare per la Festa delle Donne

Artemare Club: Regine e Piratesse del Mare per la Festa delle Donne

Artemare: Regine e Piratesse del Mare per la Festa delle Donne

Storia e Cultura

05/03/2021 - 10:42

In occasione della Festa Internazionale della Donna dell’8 marzo Artemare Club a Porto Santo Stefano ricorda con dei manifesti  le Regine e alle Piratesse  protagoniste nella storia del mare.  Le navi e le barche sono state a lungo dominio maschile ma la storia è ricca di racconti di donne impavide che solcarono i mari e lo fecero anche travestite da uomini sfidando tutto e tutti. La conferma della presenza femminile nella epoche della navigazione si può leggere tra le righe di tanti libri in tema della biblioteca dell’Associazione e si rimane colpiti dalla lunghezza della lista di donne che hanno mostrato coraggio e capacità notevoli come condottiere e corsare.

Alcune di loro furono a capo di flotte già nell’antichità, nei mari ove vi erano scambi commerciali e territori da conquistare, nel Mare Nostrum dall’ottavo secolo a.C. navigavano le importanti sovrane Didone, Artemisia e Teuta, la prima celebre fondatrice di Cartagine e regina di Tiro, con lo sposo Sicheo si dedicarono alla pirateria attività considerata utile e degna presso i fenici, popolo di marinai più che di agricoltori.  

Artemisia, regina di Alicarnasso ora Bodrum in Turchia, appoggiò il re Serse I di Persia e durante i conflitti che opposero l’Impero persiano alle città stato dell’antica Grecia comandò cinque navi, “le più famose nella battaglia navale di Salamina” le definì lo storico greco Erodoto nel quinto secolo a.C.. Il mar Adriatico nel 230 a.C. era sotto il controllo di Teuta, regina degli Illiri, popolazione abitante nell’attuale penisola balcanica, che giunse a minacciare l’allora emergente Impero Romano che fu costretto a inviare una flotta di ben duecento navi con ventimila fanti e duemila cavalieri per sconfiggerla.

Sempre nel Mar Mediterraneo la corsara dell’Islam Sayyda Al Hurra o Sitt al-Ḥurra ʿĀʾisha è considerata come una delle più importanti figure femminili del mondo islamico occidentale. Poi Sayyida al-Ḥurra letteralmente signora libera, fu alleata con Aruj Barbarossa, il corsaro ottomano di Algeri, la piratessa controllava la parte occidentale del Mar Mediterraneo, mentre Aruj Barbarossa ne controllava la parte orientale.

Nel nord Europa numerose donne vichinghe si diedero alla guerra per mare, alla pirateria e alla conquista di vasti territori seminando il terrore. La principessa vichinga Sela del 420 d.C. Hetha, Wisna e Wigbiorg del 704 d.C. e Ladgerda del 870 d.C., furono le più note e citate nelle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico, storico medioevale danese. Arrivando alla metà del 1300, la Dame de Clisson in Francia, moglie di Olivier de Clisson cavaliere di Nantes, reagì all’uccisione del marito incolpato di complotto con gli inglesi, vendendo tutti i suoi averi per comprare tre navi e pagare gli equipaggi, si imbarcò insieme ai suoi due bambini, che con il tempo ereditarono la ferocia della madre, per attaccare e distruggere tutti i porti del nord della Francia, venendo sopranominata la Leonessa d’Inghilterra.

Ma l’Oceano Atlantico ha visto tante donne di mare agguerrite, come l’irlandese Grace O’Malley, detta “Granuaile”, nata nel 1530 e figlia di un avventuriero che la addestrò alla vita da pirata, alla sua morte prese il posto del padre comandando un equipaggio di duecento uomini, si sposò due volte ed ebbe numerosi figli, continuando a navigare e arrembare le navi fino all’ età di sessantasei anni.  

Durante il regno della regina Elisabetta I le acque britanniche furono infestate da pirati e corsari e anche diverse piratesse passate alla storia: oltre a Grace O’Malley la più famosa viene ricordata Lady Mary Killigrew della Cornovaglia, nota per aver sterminato l’equipaggio di un veliero tedesco giunto sulle coste inglesi dopo una tempesta, Elisabeth Shirland, Mrs Peter Lambert di Aldeburgh, Elisabeth Patrickson e Charlotte de Bery.

Nei mari dei Caraibi all’epoca della filibusta numerose furono le piratesse che arrembarono vascelli spagnoli, tra esse Mary Read e Ann Bonnje, passate alla storia grazie alla notorietà legata al processo e alla successiva assoluzione, Mary Harley, Jacquotte Delahaye, Anne Die-le-veut bretone di origine moglie del filibustiere Laurens de Graaf, Rachel Wall impiccata per pirateria nel 1789 negli Stati Uniti e Mary Anne Talbot orfana imbarcata dal suo tutore travestita da ragazzo, trascorse trent’anni con i pirati e più tardi con i corsari francesi.

Anche il Canada e l’Australia ricordano le avventure di alcune “cattive ragazze” dei mari, la più conosciuta è Gertrude Imogene Stubbs, nota come “Gunpowder Gertie” - Gertie nome che significa polvere da sparo. Il fenomeno della pirateria ha afflitto e ancora affligge i mari orientali e il mar cinese, Ching Shih del Guangdong, vissuta tra il 1775 e il 1844, nota anche come Cheng I Sao fu senza dubbio la più celebre piratessa dagli occhi a mandorla, prostituta di professione e moglie di un pirata della dinastia dei Cheng, divenne alla morte del marito il capo di una flotta di millecinquecento navi che battevano le acque della costa cinese e del sud della Malesia.

Cheng I Sao non è stata la sola orientale passata alla storia, altre donne furono protagoniste  a modo loro nelle acque, P’en Ch’ih Ch’iko nel 1936 comandò una flotta di mille pirati, Huang P’ei-mei tra il 1937 e il 1950 fu a capo di cinquantamila uomini, Lo Hon Cho nel 1921 prese il posto del marito defunto e capeggiò una flotta di sessanta giunche, Lai Choi San, figlia di un pescatore divenne corsara ingaggiata dalle autorità di Macao, piccolo territorio britannico sulla costa meridionale della Cina.

Una curiosità, di recente una scultura delle piratesse Anne Bonny e Mary Read dell’artista Amanda Cotton in cemento marino, ovvero un materiale particolare che col tempo creerà un ambiente favorevole alla proliferazione della fauna circostante, è stata realizzata per l’ambiente di Burgh Island, una piccola isola nel Devon - Inghilterra sommersa dalla marea, scelta per ospitare l’opera per la sua antica popolarità tra i pirati.
Con questa panoramica storica marinara al femminile, omaggi marinareschi a tutte le donne di mare da parte di Artemare Club!

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