Marina dei Presidi, Porto Ercole

Marina dei Presidi, Porto Ercole

Vivere la Toscana sul mare con il Consorzio Marine della Toscana

Portualità

16/08/2021 - 17:31

11 porti, 3.000 posti barca per imbarcazioni e yacht da 5 a oltre i 100 mt. più servizi di qualità, colonnine intelligenti, smart mobility solution e benefit per i diportisti sono alcuni dei plus dell’offerta Marine della Toscana. In alcune marine, sono inoltre disponibili posti barca in vendita per un totale di 500 postazioni sia per barche piccole che yacht.

Il turismo nautico premia la Toscana. Dal litorale all’arcipelago fino alle coste elbane, l’intera linea costiera regionale riscuote successo tra i diportisti che preferiscono trascorrere le ferie estive navigando tra le acque tirreniche e visitando, scalo dopo scalo, la terraferma.

Da Viareggio fino a Piombino e Isola d’Elba, si può scoprire via mare una terra unica, tra le più apprezzate e conosciute, le città d’arte, i borghi, i paesaggi carichi di storia e cultura e le mete enogastronomiche,

La Toscana, con i suoi numerosissimi scali e la vicinanza tra costa e arcipelago, è a portata di tutti. Anche di chi è alle prime esperienze. Le prenotazioni del charter delineano un turismo che si svolge su una rotazione settimanale – e talvolta bisettimanale – con costi di noleggio che, in media, variano dai 2.500 ai 5.000 euro a settimana per un’imbarcazione che può ospitare tra le 8 e le 10 persone. A muoversi è però soprattutto il mercato italiano che è concentrato nella stagionalità di luglio e agosto. Il rischio quindi è di non incontrare poi la risposta estera, altrettanto massiccia e importante ma che vira su altre stagionalità.

La nautica sta però registrando anche un ritrovato interesse verso le imbarcazioni di proprietà. Un’inversione di tendenza che è maturata proprio durante questo periodo di pandemia. Diversamente dalla precedente crisi, dopo la quale si era registrato un distacco dalle imbarcazioni di proprietà nei porti, adesso il mercato sta registrando un segno sicuramente positivo. È cambiata l’idea di vacanza. Si evitano i luoghi più affollati, si preferisce la vacanza solitaria, con la famiglia o con pochi amici. Poter disporre di un’imbarcazione in porto risponde a queste nuove esigenze.

Le potenzialità del turismo diportistico, sia che riguardi i charter che le barche di proprietà, sono infatti imponenti. La clientela di questo tipo di turismo è di fascia medio-alta ed è più propensa alla spesa. Studi di settore promossi dalla Fondazione Altagamma hanno stimato una spesa media, per ogni cliente che affitta una barca, di circa 150-200 euro al giorno. Questo è un indotto economico importante per il territorio e che investe ristoranti, musei, servizi. Il diportista in questo caso ha un’incidenza giornaliera minore, ma rappresenta comunque una risorsa notevole: una barca di proprietà produce nel corso della sua esistenza un indotto sul territorio pari a circa sei volte il valore di acquisto.

Un invito facilmente traducibile: investimenti in infrastrutture e servizi, una promozione turistica unitaria a livello regionale e agevolazioni sia per attrarre le società di charter che i proprietari di imbarcazioni.

Il consorzio Marine della Toscana porta avanti un’idea di porto green 4.0, in una visione della barca sempre più interconnessa tra acqua e terra. Se tutto il mondo naviga verso la green economy, la nautica non può certo restare indietro. Marine della Toscana spinge gli associati in questa direzione, per fare in modo che l’approdo sia già in linea con quelle che sono le aspettative dei nuovi armatori o dei croceristi

Le comodità non possono limitarsi a un singolo porto, perché chi viaggia per mare si muove necessariamente da un porto all’altro. Serve dunque una connettività, una rete che colleghi tutte le strutture. Da questo punto di vista Marine della Toscana viaggia in due direzioni: quella digitale e quella materiale, intesa nel collegare lo stesso standard a tutti i porti che comprende.

Nel digitale l’intento è di fornire tecnologie di controllo e sicurezza delle imbarcazioni, cyber security, migliore gestione e telecomunicazioni, da intendere come potenziamento delle reti, Wi-Fi e dei sistemi interconnessione

L’interconnessione però non è solo digitale, ma sta anche nel contatto con la realtà, in questo caso dei porti. Nel rendere tutte le strutture portuali interconnesse tra loro, garantendo così una maggiore qualità di servizi e allo stesso tempo offrendo uno standard costante per l’utilizzatore che si trova a visitare porti simili.  Un sistema capace di attrarre turisti e visitatori facendosi vetrina per la Toscana e il suo mare e come vivere al meglio entrambi.

L’obiettivo di una messe in rete simile, pronta a progetti di sviluppo, diventa quindi quella di promuovere e incentivare la collaborazione tra i porti toscani per rinforzarne la competitività a livello nazionale e internazionale, puntando su un turismo innovativo e integrato, sulla digitalizzazione della portualità e sull’eccellenza nei servizi per una gestione ottimale e la massima soddisfazione della clientela. Abbiamo rivolto a Pietro Angelini, direttore di Navigo, l’agenzia basata a Viareggio che promuove l’innovazione presso i suoi soci, praticamente tutti gli operatori nautici della Toscana, che con Matteo Ratti, Amministratore Delegato di Marina Cala de’ Medici di Rosignano, si adopera da anni per la realizzazione di questa rete, alcune domande sull’organizzazione di Marine Toscane.

PM - Com’è strutturata l’associazione delle Marine Toscane?

PA - Innanzitutto questa non è un’associazione, ma una aggregazione. Questo vuol dire che si stanno scambiando delle buone pratiche tra le marine già fin dai tempi più difficili del covid. Il consorzio della Marine della Toscana è nato per promuoversi all’estero. I porti normalmente si associano per gestire collettivamente le complesse normative che regolano il settore. Lo scopo di questo genere di aggregazione invece promuove un contesto regionale di strutture in quelle regioni turisticamente forti, come la Toscana, la Sicilia, la Sardegna la Puglia. Toscana e Sicilia, già da sole costituiscono un’attrazione forte consolidata da una politica di costa che valorizza l’approccio mare-terra. Di solito succede il contrario, viene valorizzato il percorso terra-mare, che esalta l’uso della spiaggia. In questo progetto invece c’è la valorizzazione delle marine come punto di accoglienza per visitare la terra provenendo dal mare.

PM - A chi è rivolta questa azione?

PA - All’utente che va a cercarsi le occasioni di visita e che passa da punti di promozione come i saloni, in particolare Düsseldorf, ma anche Cannes o Genova, dove l’utente si muove in maniera attenta.

PM - Su quali altri aspetti avete lavorato?

PA - Sulle tecnologie e sulle energie. Perché sono due temi importanti nelle marine del domani. Vanno ottimizzati perché cambiando il mix tra residenziale e in transito, come sta già cambiando a favore del residenziale, in cui la barca è più energivora ed è sempre connessa, l’offerta di tecnologia della connessione, sia elettrica che idraulica che di rete va massimizzata.

PM - Come si devono modificare le strutture per soddisfare questa domanda in rapido divenire?

PA - In generale le tecnologie su cui si lavora sono i sistemi di connessione, tra l’utente. E la struttura e tra le barche stesse. Questo significa adeguare le colonnine, le boe, e in generale i sistemi di interscambio tra utente e banchina.

PM - E sul piano energetico invece? Quali e quante migliorie sono necessarie?

PA - Energie fotovoltaiche, eoliche e di marea sono tutte impiegate e sfruttate. In prospettiva stiamo studiando l’utilizzo di energia a idrogeno, di cui già qualche cantiere sta studiando l’impiego a bordo.

PM - Nel Recovery Fund sono previsti investimenti sulla portualità?

PA - Pensiamo che sarebbe utile passare dal Recovery Fund per fare investimenti sulla portualità, non per aumentarne il numero o la capienza ma per adeguare le strutture alle imbarcazioni moderne che i cantieri stanno producendo.

PM - State lavorando anche per aumentare la sostenibilità delle strutture, un tema che è sempre più presente anche nell’agenda europea?

PA - La sostenibilità è un altro tema importante., Nel porto la sostenibilità si traduce innanzitutto nella qualità delle acque. Poi nei materiali che si utilizzano, come i materiali di seconda vita, cioè i materiali riciclati. Anche su queste tematiche l’aggregazione fa vivere la buona pratica. Si lavora pr progetti, per idee.

PM - Questa aggregazione si è già sentito da più parti, che potrebbe diventare allargata e assumere una dimensione nazionale come Marine d’Italia…

PA - Questo sviluppo può diventare un elemento ponte tra l’associazione e l’aggregazione. Anche se sottolineo la differenza tra il meccanismo aggregativo e quello associativo. Noi abbiamo bisogno gli uni degli altri. Ma si fa fatica a riconoscersi. L’associazione è uno strumento che lega gli operatori per difenderne gli interessi di fronte alle leggi. L’aggregazione è una opportunità per legare l’operatore all’utente.

PM - Perché un porto che fa già parte di un’associazione come Assonat e Assomarinas dovrebbe far parte di un’aggregazione?

PA - Perché il livello regionale dell’aggregazione dà una forza comunicativa e promozionale più elevata e più penetrante nel mercato, legata a tutto il sistema turistico di promozione della terra e della costa promosso dalla regione.

PM - Esiste un’app, che consenta all’utente di contattare la rete dei porti aggregati?

PA. Esiste una web app, un sistema di contato che passa dal sito, con cui l’utente può contattare la o le strutture. Stiamo facendo valutazioni per ottimizzare gli strumenti di prenotazione. Personalmente non credo molto a strumenti automatizzati. I nostri porti nascono con una visione elastica, volta a massimizzare l’accoglienza, anche a costo di spostamenti onerosi all’interno della struttura. Infatti tutti i porti hanno declinato l’utilizzo di strumenti prenotatori già esistenti, preferendo utilizzare la nostra piattaforma, che controlliamo meglio.

PM - Avete analizzato e profilato la domanda?

PA - Abbiamo visto le tipologie di utente, perché l’utente chiama la rete e non i singoli. In realtà ci vorrebbe un’agency di prenotazione. Con questo strumento le Marine d’Italia diverrebbero veramente potenti. Oggi gli strumenti prenotativi generali tipo Booking.com, per intenderci, segnano qualche problematicità, almeno secondo gli utenti. Noi vogliamo proporre uno strumento di alta efficienza e valore.

Roberto Franzoni

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