Ganga Bruni, allenatore della squadra olimpica Nacra 17 foiling

Ganga Bruni, allenatore della squadra olimpica Nacra 17 foiling

Ganga Bruni: per le Olimpiadi serve la mentalità di squadra

Sport

17/04/2021 - 02:00

Gabriele ‘Ganga’ Bruni è diventato un volto noto anche al di fuori del mondo delle regate in occasione dell’America’s Cup appena conclusa, quando la sua presenza sul web ha mosso numeri importanti di appassionati interessati alle sue spiegazioni precise ma al tempo stesso semplici, sempre con toni leggeri e simpatici.

Gabriele, detto Ganga, palermitano del Circolo Canottieri Lauria, è un velista dal palmares invidiabile: campione mondiale di Hobie Cat Tiger, assieme al fratello Checco ha preso parte alle Olimpiadi di Sydney sullo skiff 49er, classe nella quale sono stati 4 volte campioni italiani. Ha partecipato alla 32^ America’s Cup a Valencia come stratega di +39 Challenge, ruolo ricoperto anche nel Louis Vuitton Trophy del 2008/09 sul rinato progetto Azzurra.

Oggi ‘Ganga’ Bruni è l’allenatore della squadra olimpica italiana del catamarano misto Nacra 17, la quale negli ultimi negli ultimi 6 anni ha conquistato ben 4 podi mondiali (due bronzi e due ori) con i timonieri Vittorio Bissaro e Ruggero Tita

Proprio sul Nacra 17 foiling l’Italia ripone, a ragion veduta, grandi aspettative per conquistare una medaglia olimpica a Tokyo, grazie alla solidità dei risultati ottenuti dalla squadra. Pressmare.it lo ha raggiunto nella sua Sicilia, a Marina di Ragusa, dove è impegnato con la preparazione dell’equipaggio selezionato. Così, prima di uscire per l’allenamento quotidiano ha spiegato il suo metodo di lavoro e le ragioni delle sue scelte tecniche. Abbiamo apprezzato l’attenzione maniacale per ogni singolo dettaglio, scoprendo, ad esempio, che la scelta del luogo per allenarsi è stata frutto di una ricerca raffinatissima…

PressMare - Ganga, complimenti innanzitutto per il talento di divulgatore della vela che hai rivelato in occasione dell'America's Cup. Avevi già percepito questa tua capacità? Come sono nate le ospitate sui social?
Ganga Bruni - Non ne ero assolutamente consapevole, sono però ben cosciente di avere buone capacità comunicative, indispensabili per fare al meglio il coach. Di più, percepisco queste mie capacità nel rapportarmi con i ragazzini dell’Optimist del mio circolo, il Lauria di Palermo, quando mi capita di insegnare. Questa edizione della Coppa America è stata così nuova e tecnica che anche velisti di buona esperienza faticavano, invece allenando i Nacra 17 foiling trovo molte similitudini, ad esempio ho ben presente il concetto di “vento apparente di poppa”. Vedendo sul web post e commenti decisamente fuorvianti, ho iniziato a postare per spiegare le cose correttamente ma in termini semplici, stimolato in questo senso da uno zio giornalista del quotidiano La Repubblica. I post sono stati subito apprezzati dal pubblico degli appassionati di vela, poi si sono uniti gli amici di Luna Rossa che mettevano i like da Auckland, ho notato che quando il pubblico dei tifosi si scatenava per un presunto errore i ragazzi di Luna Rossa trovavano in me una sponda che spiegava e analizzava le ragioni delle scelte, giuste o sbagliate che fossero. Dai post scritti sono passato alle dirette delle regate sulle pagine FB dei siti specializzati, seguite anche da amici italiani in forza a Team Ineos UK, e al canale YouTube del Centro Velico Caprera, frequentatissimo. Tengo a precisare che con mio fratello Checco ci sentivamo, ma non abbiamo mai discusso di dettagli tecnici, un atteggiamento di correttezza rispetto al lavoro del team.

PM - Prevedi di poter continuare a divulgare la vela anche a Coppa finita?
GB - No, perché voglio concentrarmi al 100% sul tentativo di vincere una medaglia olimpica, lavoro per obiettivi, nei mesi scorsi è stato fattibile, se la Coppa fosse oggi non potrei dedicarmi alla divulgazione.

PM - Da 8 anni sei l’allenatore della squadra olimpica Nacra 17 che è diventata la classe italiana più vincente in campo internazionale, quali sono gli elementi che hanno fatto la differenza? 

GB - L’elemento più importante è il concetto di squadra nel quale io credo fermamente, la vela olimpica è in definitiva uno sport individuale, ma io penso che i singoli equipaggi debbano essere gestiti come parte di una squadra. Sappiamo che ognuno ha i suoi segreti, frutto di tempo, lavoro, esperienza. Ho messo subito in chiaro, ad esempio, che questi verranno tutelati, ognuno potrà tenere per sé le sue regolazioni. Se a un debriefing tu domandi un dato specifico, la risposta sarà probabilmente un dato falso, preferisco una regola rigida che tuteli le informazioni più personali dando invece spazio alla leale collaborazione. In quest’ottica di squadra è fondamentale dedicare a tutti lo stesso tempo, non siamo tecnici privati, ma della FIV. Fintanto che non viene definito il selezionato a favore del quale ci si dedicherà al 100%, tutti devono ricevere le stesse attenzioni. Una classe funziona se anche la Federazione si sente parte della squadra, e devo dire che dal presidente Ettorre al DT Marchesini sto ricevendo tutto il supporto possibile. Al centro ci deve essere sempre il valore della squadra, io sono molto patriottico e penso che l’Italia non abbia nulla di meno, anzi. Sono venuti qui ad allenarsi con noi i campioni del mondo in carica Gimson-Burnet e l’equipaggio medaglia d’oro a Rio 2016, Santiago Lange e Cecilia Carranza.

Poi c’è la programmazione, faccio in modo che i programmi siano compatibili con le esigenze dei ragazzi, per esempio se un atleta ha una regata di Moth potrà prendervi parte perché è propedeutica al Nacra 17. Non sono più questi i tempi degli allenatori despoti, ma anche gli atleti sono più consapevoli oggi che in passato. Nella mia visione l’allenatore è come un direttore d’orchestra, dove i singoli musicisti in genere suonano meglio di lui, ma è il loro insieme adeguatamente coordinato a fare la sinfonia migliore. Io devo saper coordinare la loro attività per farli arrivare al meglio al singolo evento, in questo continuo a prendere spunto dalle lezioni di Valentin Mankin, che mi ha allenato per due anni, dalla sua grande forza di volontà. Oggi la squadra olimpica italiana del Nacra 17 è un modello per le altre nazioni, stanno copiando noi.

PM - Qual è il programma verso Tokyo?
GB - Non potendo andare in Giappone fino ai primi di luglio ci stiamo allenando qui a Marina di Ragusa, poi ci trasferiremo a Enoshima, dove le regate partiranno il 26 luglio.

PM - Per quale ragione hai scelto di svolgere gli allenamenti proprio a Marina di Ragusa?
GB - Il golfo è orientato esattamente come Enoshima, la termica e i salti di vento sono molto, molto simili, anche la tipologia di fondale è simile, 25 metri con fondo sabbioso, tra poco la temperatura sarà simile a Enoshima a luglio, attorno ai 30 gradi. Sapevo che ci sarebbero stati problemi per andare in Giappone e mi ero organizzato con un piano B, conoscevo Marina di Ragusa, però la scelta è arrivata dopo attenti studi di altre località e dopo aver scartato Trapani, che pur avendo un’onda simile presenta altre caratteristiche differenti rispetto alla venue olimpica.

Poi c’è la la logistica, che non va sottovalutata, siamo in otto, con due barche a testa, occupiamo molto spazio. Servono ad esempio scivoli ampi per mettere in acqua un cat, la spiaggia non va bene perché i granelli di sabbia, anche quando ti sembra che non ci siano, entrano nella scassa dei foil e li rigano. Colgo l’occasione per ringraziare dell’ospitalità il Circolo Velico Kaucana e il porto di Marina di Ragusa.

PM - Vi allenate con altri equipaggi olimpici, non si rischia di “condividere troppo” con gli avversari?
GB - Il rischio c’è ma il beneficio del confronto è superiore, ci stiamo allenando con i campioni del mondo e con i campioni olimpici in carica. Abbiamo delle regole che ho creato: non possiamo fare foto e video reciproci, i gommoni dei coach devono stare ad almeno quattro lunghezze dalla barca degli avversari. Il programma di oggi prevede che saremo divisi in due gruppi, prima facciamo il tuning, poi tre regate perché sono state cancellate quasi tutte causa Covid. In questo modo abbiamo una piccola flotta di alto livello, non regatiamo solo tra noi con lo sparring partner della squadra italiana.

PM - Veniamo alla selezione olimpica. Puoi spiegare in modo semplice come funziona il processo e perché può prendere parte un solo equipaggio per nazione? Sono previste delle riserve?
A differenza di altri sport, nella vela può essere selezionato un solo equipaggio, nel nostro caso al Mondiale di Aarhus del 2018 si selezionavano le prime sei nazioni, Tita-Banti vinsero e selezionarono l'Italia. Per il Nacra 17 ci sono venti posti totali, le altre nazioni si sono via via selezionate negli eventi successivi. Non ci sono riserve, ma nella normativa FIV l’equipaggio non selezionato è considerato alternativo. Se malauguratamente ci fosse un caso di Covid, in automatico verrebbe sostituito da quello di riserva che verrebbe iscritto, questo vale per tutte le classi. All’interno di questa normativa italiana, i criteri sono basati sull’osservazione e non sulla media matematica, per questo motivo abbiamo deciso di chiudere la selezione a favore di Tita-Banti. Inoltre noi siamo stati tra gli ultimi a selezionare rispetto ad altre nazioni come la Gran Bretagna.

A Bissaro-Frascari è stato offerto il ruolo di riserva e sparring partner, ma non hanno aderito, quindi abbiamo offerto il ruolo di training partner a Ugolini-Giubilei e mantenuto il ruolo di riserva per Bissaro-Frascari qualora mantengano il necessario stato di forma supervisionato da me direttamente. Personalmente avrei auspicato maggior collaborazione in questi mesi finali, come da accordi precedenti; ci eravamo infatti accordati tutti a priori che il non selezionato avrebbe contribuito alla squadra, considerando anche l’aspetto della remunerazione economica. Saremo davvero vincenti solo quando gli atleti capiranno che vince la squadra olimpica e non l’equipaggio singolo, ma questa è una mentalità che stiamo ancora costruendo, nei Nacra 17 siamo vicini e tra poco ci seguirà l’intera squadra olimpica. Un allenatore è bravo per la somma dei risultati della squadra, non dei singoli.

PM - Che costo ha per la FIV un equipaggio Nacra 17?
GB - Elevato, circa 70K Euro all'anno che significa essere vicini ai 300K per un quadriennio olimpico.

PM - La tua proposta di coinvolgere in squadra l’equipaggio escluso non ha trovato d’accordo i diretti interessati. Qual è oggi la tua posizione e come vedi il rapporto futuro con Bissaro-Frascari?
GB - Mi auguro che essendo grandi campioni con un’ottima impostazione mentale continuino con la classe Nacra 17, comunque sono certo che qualsiasi altra cosa facessero sicuramente la faranno al meglio.

PM - Non sarebbe stato preferibile aspettare le regate di Lanzarote per la decisione finale?
GB - No, perché Lanzarote era una regata di selezione per i paesi ancora da qualificare, i cui valori in campo non erano indicativi della realtà olimpica, non sarebbe cambiato nulla e in più si sarebbe usurato il materiale in uso per le Olimpiadi. Una volta cancellate Palma e Hyeres, abbiamo dichiarato chiusa la selezione. Inoltre penso che con onda e vento forte Tita-Banti siano superiori, a Enoshima nel 2019 furono loro a vincere il test event.

PM - La scelta di Tita Banti ha costretto all’esclusione di Bissaro-Frascari, già campioni mondiali, pensi che la FIV debba far pressione per cambiare qualcosa in World Sailing per togliere la regola di solo team per nazione? Sarebbe il caso di far accedere ai Giochi secondo una ranking mondiale anziché per nazione?
GB - Penso di si, credo che le Federazioni con i migliori livelli debbano proporre un cambio della regola per elevare il livello della manifestazione. Le Olimpiadi sono basate sul concetto di diffusione e sulla maggiore rappresentatività delle singole nazioni ma, almeno nella vela, così facendo si rischia di perdere l’eccellenza. Un giovane potrebbe scegliere una classe diversa dal Nacra 17 per paura di scontarsi con i nostri equipaggi top anziché apprendere da loro.

PM - Non si rischia però che nazioni con più equipaggi possano fare gioco di squadra per coprire gli avversari?
GB - Il gioco di squadra è vietato, può accadere che ci sia una virata in più sulle vele, ma i giudici possono squalificare, dalla singola prova all’intera manifestazione per i casi più gravi.

PM - Ci sono altre aree del regolamento di regata che modificheresti per il Nacra 17 o più in generale per le classi veloci e foiling?
GB - Si, mi piacerebbe che venisse modificata la regola 11, la quale impone alla barca al vento di tenersi discosta da quella sottovento, quindi su due lati opposti - una di bolina e l’altra di poppa sulle stesse mure - quella in poppa è quella che deve tenersi discosta. Credo che con le barche più veloci che hanno i gennaker che impediscono all'equipaggio di vedere, sia più sensato che sia la barca di bolina a doversi tenere discosta.

PM - Dopo Tokyo come vedi il tuo futuro? Potresti emigrare all'estero?
GB - No, sono patriottico e auspico per me un futuro all’interno della FIV, mi piace moltissimo poter lavorare per l’Italia.

Veniamo alla 37^ America’s Cup, anche se è prematuro è possibile un tuo coinvolgimento con una seconda sfida italiana?
GB - Direi di no, ho avuto un contatto ma al momento non c’è nulla di concreto.

PB - Oggi (ieri ndr) è la Giornata nazionale del mare, sappiamo ti stai impegnando anche sul fronte della sua tutela, cosa ci puoi dire a tal proposito?
GB - Sono diventato da pochi giorni Ambassador della One Ocean Foundation, il rispetto del mare, non solo per noi che di mare viviamo, è importantissimo, è l'ecosistema più importante che abbiamo, siamo ancora in tempo per salvarlo. Noto con piacere che le nuove generazioni dimostrano una maggiore attenzione e rispetto, i miei figli mettono in atto con naturalezza le best practice consigliate dalla Charta Smeralda, un codice etico che invito tutti a sottoscrivere. Ma c'è ancora molto da fare, a partire dalla semplice consapevolezza collettiva che il mare è in pericolo, dobbiamo impegnarci tutti con piccole azioni quotidiane.

Giuliano Luzzatto
@gluzzatto

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