New York Yacht Club American Magic, lo sfidante statunitense all'America's Cup, sconfitto in semifinale da Luna Rossa. ph.©Sailing Energy

New York Yacht Club American Magic, lo sfidante statunitense all'America's Cup, sconfitto in semifinale da Luna Rossa. ph.©Sailing Energy

Prada Cup, il commento di Tommaso Chieffi sulla semifinale

Sport

02/02/2021 - 20:16

Tattico di fama mondiale, con 4 campagne di America’s Cup, una Louis Vuitton Cup vinta (Il Moro di Venezia), una partecipazione olimpica in 470 con il fratello Enrico (quinti a Los Angeles) ben 28 campionati del mondo e il Louis Vuitton Trophy di Nizza, nel 2010 sulla rinata Azzurra, vinti, Tommaso Chieffi è uno dei velisti italiani più conosciuti e stimati a livello internazionale. Siamo lieti di ospitare le sue riflessioni sulla 36ma America’s Cup, le cui Challenger Series, la Prada Cup, sono in corso ad Auckland, in Nuova Zelanda.

Si è appena conclusa la semifinale di Prada Cup, nella quale abbiamo visto una Luna Rossa in forma smagliante, così forte da annichilire i tentativi di resistenza di American Magic che sicuramente usciva da un periodo non facile. Infatti Patriot, la barca del team del New York Yacht Club, è rimasta in cantiere 11 giorni, pochissimi considerata l’entità dei danni da riparare a seguito del brutto rovesciamento avvenuto per una raffica improvvisa nel Golfo di Hauraki nella regata finale contro Luna Rossa, ma un lasso di tempo importante in termini di sviluppo in mare della barca. Detto ciò, era forte l’aspettativa per questo incontro, che si prevedeva non sarebbe stato facile soprattutto alla luce delle ottime performance mostrate da American Magic nell’ultima, sfortunata, regata quando conduceva con un vantaggio superiore ai 500 metri sulla nostra Luna Rossa.

Così non è stato, abbiamo visto una Luna Rossa notevolmente migliorata soprattutto in quelle condizioni di vento forte che erano state un po’ il suo tallone d’Achille, ma anche migliorata dal punto di vista della gestione della regata dove, confermandosi uno dei migliori starter della flotta, hanno lavorato molto sulla comunicazione tra i due timonieri e il randista Sibello, per completare il package con una visione tattica del campo di regata che era un po’ mancata durante i Round Robin.

Va dato atto agli americani di aver compiuto un miracolo per recuperare una barca semiaffondata, ricostruirla interamente per quanto riguarda i sistemi di cablaggio, l’elettronica e l’idraulica, tutte parti molto complesse e, come testimoniato dallo stesso Dean Barker nella conferenza stampa conclusiva, che non erano ancora testati e perfetti. Infatti nell’ultima prova uno degli arm, un braccio, non ha funzionato come avrebbero voluto ma Dean Barker è stato molto onesto a non imputare a questo problema la causa della loro performance, ben al di sotto di quelle che erano le aspettative.

Abbiamo visto un team American Magic rassegnato, sia in partenza che durante la regata, ma non va dimenticata la grande prova che questo team ha dovuto sostenere per essere presente sulla linea di partenza. Di questo enorme sforzo pratico e organizzativo va dato merito al team statunitense che, nonostante tutto, ha combattuto con coraggio e ha riconosciuto la grande sportività dei team concorrenti e delle autorità portuali della città di Auckland per aver fatto sì che questo incidente di percorso non si trasformasse in una tragedia.

Durante la conferenza stampa che ha concluso queste regate, si percepiva molto chiaramente questo approccio sportivo da parte del timoniere e del tattico del team statunitense, così come risultava molto chiara la volontà e la consapevolezza dei due timonieri di Luna Rossa, James Spithill e Checco Bruni, di aver ritrovato quella fiducia e quella consapevolezza nei propri mezzi e di essere pronti tra due settimane ad affrontare quel team inglese che è stata la vera rivelazione delle regate di qualificazione.

Non possiamo far altro che prepararci ad assistere a uno spettacolo sportivo che sarà di livello eccelso e che preparerà il Challenger più forte ad affrontare Team New Zealand, che sappiamo essere un Defender di calibro superiore, con queste nuove barche che, dopo un’accoglienza un po’ timida da parte del pubblico, si sono rivelate essere un mezzo divertentissimo, completo e molto spettacolare non solo per gli spunti di velocità in regata ma anche per le manovre tipiche del match race.

I precedenti commenti di Tommaso Chieffi sono disponibili ai seguenti link:
-  conclusione dei Round Robin in vista della semifinale
-  analisi al termine dei primi due Round Robin

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