Photo by Photoholgic, Unsplash

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Come scegliere l'elica giusta per risalire vento e mare

Didattica e tecnica

23/12/2020 - 09:13

Mi trovavo in cuccetta e si ballava parecchio, nel dormiveglia ogni tanto rimanevo sollevato a mezz’aria o almeno così mi sembrava, poi ripiombavo sul materasso, ma ero stanco e volevo dormire nonostante tutto. A un certo momento, dopo l’impatto con un’onda. un rumore di colpi vicini alla mia testa mi costrinse a svegliarmi davvero.

In tre, stavamo facendo rotta verso Genova a 9 nodi su una bella barca a vela di 18 m, pilota automatico in comando e un uomo in pozzetto, notte chiara. Il colpo di vento da ponente maestro del pomeriggio, aveva lasciato un mare piuttosto ingrossato, ma poco vento e in prua, così facevamo via a motore.

I colpi che sentivo erano dovuti alla cassa dello stereo che, divelta dal sostegno, colpiva la paratia legata ai fili elettrici, niente di grave, ma mi sarebbe piaciuto riportare la barca a terra senza quei graffi. Vabbè succede, è il mare. Andai in pozzetto e d’istinto feci forza sulla leva del gas per diminuire i giri motore. Da 2500 a 1800. Gli impatti violenti con le onde terminarono, la barca cambiò completamente mood solo che, invece di andare più lentamente in rotta, era ora in balia del mare, il pilota automatico lavorava a ogni onda, ma “zigzavamo” parecchio. Poggiammo e misi a segno la trinchetta dopo aver azionato l’avvolgifiocco, così la situazione migliorò, ma il GPS diceva che andavamo a Viareggio!!

In quel momento avrei voluto avere un'altra elica, non aver dato ascolto a chi mi aveva venduto l’elica installata e aver fatto di testa mia. In effetti, con un elica più carica, con più passo e più diametro, mi sarei trovato a disporre a quel regime e a quella velocità ridotta, del 25% di potenza in più e della massima coppia.

Avanzare a motore contro vento e mare con una barca a vela non è facile. La barca, se si va rapidi, batte in modo preoccupante (soprattutto con l’onda corta dell’Adriatico e del Mediterraneo più in generale. Se invece si rallenta non dispone più della potenza necessaria per accelerare rapidamente dopo un rallentamento sostanziale. Spesso, soprattutto col pilota, la barca passa bene due o tre onde ma alla quarta batte, decelera molto e poggia, la velocità risale lentamente e il pilota fatica a ritornare in rotta: una pena. Con l’elica giusta calcolata non sul massimo dei giri ma sull' 80%, le cose vanno molto meglio. A bassa velocità ci sono coppia e potenza a sufficienza, e la barca anche se rallenta accelera più prontamente e rimane in rotta. Qualcuno potrebbe obbiettare che si può andare in sovraccarico (overload) e bruciare il motore, ma è sufficiente a evitare l’inconveniente bloccare la leva del gas al 90%. Provare per credere.

Michele Ansaloni

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