È scomparso l'Ing. Giancarlo Ragnetti

Giancarlo Ragnetti ci ha lasciati e in questo giorno di grande tristezza personale, che si unisce al profondo sentimento della sua famiglia, ne diamo triste notizia.

Il primo pensiero è per la moglie Raffella, la figlia Francesca e il figlio Simone, una famiglia con il dono dell’ospitalità capace di andare oltre le formalità, ma dritta ai sentimenti dell’amicizia e della condivisione. Giancarlo era proprio così e lo era con tutti, dai marinai a bordo delle meraviglie che costruiva in qualità di CEO di Perini Navi, ai clienti con i quali si intratteneva intessendo rapporti di amicizia duratura e profonda.

Negli ultimi anni ci siamo frequentati in forma privata più che in passato, coltivando l’idea comune di un progetto con il quale raccontare le tante cose che ha voluto condividere nei miei registratori e nei miei taccuini. Dalla prima volta che mi approcciai a lui per qualche domanda da riportare sul giornale per cui lavoravo allora, capii che era una persona con cui poter avere un rapporto diverso. La sua grande capacità di mettere da parte il suo ego per offrire all’altro quel che chiedeva, era unica. Tra le tante cose che mi ha raccontato, sebbene già la conoscessi riportata da altri e vissuta personalmente, c’è un aneddoto che lo descrive molto bene. In occasione di una delle tante fiere nautiche cui prendeva parte ogni anno con il cantiere Perini Navi, un ragazzo gli chiese se poteva visitare una delle meravigliose navi esposte e lui lo accompagnò personalmente a fare un giro a bordo, senza chiedersi, pur conoscendo già la risposta, se quel ragazzo avrebbe mai avuto modo di acquistarne una.

Quando sorrisi a questo suo racconto perché evocava il mio primo approccio con lui tanti anni addietro, continuò dicendomi che le cose belle, le cose che amiamo, le cose in cui crediamo, hanno valore se sono condivise. Un concetto ampiamente accettabile, ma altrettanto ampiamente ignorato in un mondo in cui prevale altro. La sua grande dote umana gli ha permesso di coltivare e mantenere rapporti di vera amicizia anche con i suoi clienti, che non chiamava più così in molti casi, perché ormai erano amici di famiglia pronti a ricambiare quel sincero sentimento che l’amico Giancarlo sapeva trasmettere. La maggior parte dei suoi clienti sono divenuti amici di famiglia, così come molti miei colleghi, operatori del settore etc., perché chiunque ha avuto il piacere di intrattenersi con lui non poteva fare a meno di apprezzarne l’acutezza, la sincerità, l’ironia e quella gentilezza naturale che gli era propria con chiunque. 

Perini Navi nasce nel 1983 e Giancarlo Ragnetti dal 1988 ne diventa CEO ma soprattutto un pilastro portante fino al 2013, contribuendo al lancio e alla crescita di quella che divenne in pochi anni un’icona dell’industria nautica nazionale e al contempo l’oggetto dei sogni degli appassionati di tutto il mondo. A distanza di anni dalla sua uscita dal cantiere ne parlava ancora con un amore e un entusiasmo unici. Ascoltarlo raccontare delle tante navi di cui ha seguito la vendita, la progettazione e la costruzione per i suoi “clienti amici” è stata un’esperienza personale unica.

Una delle navi di cui andava fiero - e per cui mi disse: “ringrazierò sempre l’armatore per aver avuto il coraggio di farla, perché solo un uomo visionario e coraggioso come lui poteva avventurarsi in un progetto così” – era Maltese Falcon. Abbiamo parlato tanto delle altre navi prodotte da Perini Navi anche su progetti ripetitivi e il suo entusiasmo era sempre quello di un uomo appassionato, “ma quel Maltese”, mi disse, “è stata una cosa straordinaria”.

La sua presenza mancherà a tanti. E’ scomparso un attore principale della scena della nautica italiana, un uomo al centro di una delle avventure industriali più affascinanti e insieme rivoluzionarie per la nautica mondiale, ma per molti un amico amato.

Ciao Giancarlo.

Angelo Colombo