Doyle Italia ha invelato il superyacht Solaris 111

Doyle Italia ha invelato il superyacht Solaris 111

La tecnologia di Doyle Italia scelta per il superyacht Solaris 111

Superyacht

30/09/2020 - 17:19

Doyle Italia è stata scelta per invelare una tra le barche più interessanti a livello mondiale tra quelle recentemente varate, il Solaris 111. Si tratta del più grande yacht mai costruito da Solaris, vanta un’architettura navale di ultima generazione ad opera del designer argentino Soto Acebal e uno stile innovativo ed elegante tanto negli interni quanto degli esterni, firmato MYT Monaco. È stato concepito per essere una ‘racing-machine’ pur mantenendo al contempo un comfort a livello superiore, oltre a tutti quegli standard qualitativi che da sempre hanno reso il cantiere un punto di riferimento per i velisti più esigenti. Lungo 33.77 metri, ne misura quasi 8 al baglio, con il suo scafo decisamente leggero in rapporto alla dimensione segna un nuovo riferimento nel settore e l’ingresso del cantiere nel segmento dei superyachts.

Appare dunque come la scelta più corretta, per un progetto così innovativo, che Solaris abbia selezionato in tutti gli ambiti quanto di meglio presente sul mercato, ricercando tutte le migliori e più avanzate tecnologie, molte delle quali sviluppate in Coppa America o nelle regate Grand Prix, adattandole alle esigenze dei moderni superyacht.

Per realizzare gli oltre 630 mq di piano velico (esclusi il Code 0 cable-less da 570 mq e il gennaker A2 che da solo misura 915 mq) Solaris ha messo in gara le più importanti velerie del mondo, scegliendo infine di affidarsi alla filiale italiana di Doyle, brand che conferma così la sua leadership nel settore dei superyacht, anche se le caratteristiche di manovrabilità del Solaris 111 lo avvicinano maggiormente alla categoria dei maxi performance cruiser. Un grande onore dunque, sia per la casa madre che per la filiazione italiana, per la quale Mario Giattino, da oltre 20 anni in Doyle e attualmente responsabile superyacht, ha seguito fin dalle prime battute l’intero progetto grazie alla sua esperienza difficilmente eguagliabile su questo tipo di barche, come avevamo già raccontato in questo precedente articolo su Pressmare.

L’intero set di vele è stato realizzato nel loft palermitano di Doyle Italia, su progetto del sail designer Dario Motta, in stretta e quotidiana collaborazione con l’ufficio centrale di progettazione a Auckland, guidato da Richard Bouzaid. Ci eravamo già occupati del valore aggiunto che Motta, ingegnere navale con un dottorato di ricerca presso l’università di Auckland, ha portato in Doyle Italia, in questa intervista.

La fase progettuale è stata molto lunga e ha visto un’intensa collaborazione e condivisione di dati tra veleria, produttore del rig e cantiere che per questo progetto ha voluto a fianco a sé, sin dai primi disegni, i migliori tecnici ed esperti nel panorama dello yacht racing, in particolare di coloro con esperienze specifiche sui superyacht. Un modus operandi che ha consentito di sviluppare ed integrare il progetto nel migliore dei modi, entrando in tutti i dettagli con la massima precisione, come dimostra l’ottimo risultato finale e il successo delle prime prove in mare.

Le membrane utilizzate per realizzare le vele sono Doyle Stratis, con fibre di carbonio e Technora, protette da un taffetà esterno ultraleggero. Le vele sono state interamente costruite presso il Superyacht loft Doyle Italia e le prove sono state seguite da un team di velai e rigger coordinati da Mario Giattino.

L’intero set di vele è composto da:
- Randa full batten di 357 mq con sistema di lock in testa d’albero e alle mani.
- Fiocco autovirante di 325 mq avvolgibile, con nuovo sistema che prevede la sostituzione dello strallo classico con un cavo in carbonio antitorsione e l’eliminazione del foil (l’estruso con la canalina). La vela è agganciata al cavo con i garrocci, consentendo così un significativo risparmio di peso e di conseguenza migliori performance.
- Staysail di 140 mq realizzata per essere avvolgibile autoportante senza cavo, ovvero structured luff: si tratta dell’evoluzione della tecnologia cable-less, inizialmente applicata ai Code 0 e agli asimmetrici in membrana Stratis. Grazie a questa importante innovazione anche per le staysail, il cavo antitorsione viene eliminato e sostituito da un’apposita fibratura in carbonio lungo l’inferitura della vela; la disposizione delle fibre viene quindi progettata per poter sostituire il cavo, non solo in andatura, ma anche nelle manovre di avvolgimento e apertura delle vele. Questo consente un risparmio di peso, maggiore facilità di stivaggio e performance migliori.
Code 0 cable-less di 570 mq è realizzato con l’ormai consolidata tecnologia introdotta da Doyle Sails circa tre anni fa. I vantaggi di questa vela, oltre ai più semplici aspetti positivi legati all’assenza del cavo (minore peso e maggiore facilità di stivaggio), sono diversi:
- Carichi notevolmente minori a parità di catenaria lungo l’inferitura, caratteristica che consente di utilizzare molto più facilmente la vela ad angoli stretti, in quanto sarà necessario dare meno tensione sulla drizza per ridurre la catenaria. Questo diventa ancora più importante per le barche che non hanno la lock sulla drizza, in quanto tutto il carico dà anche compressione all’albero.
- Maggiore range di utilizzo: lascando la tensione sulla mura, sarà molto più facile far “volare” la vela, per consentire performance migliori scendendo ad angoli più larghi anche con vento leggero.
- Migliori performance: l’assenza del cavo consente, per angoli stretti, una minore catenaria a parità di tensione sul luff e una proiezione in avanti del luff stesso mollando tensione, per migliori performance in andature più larghe.

Gennaker A2 di 915 mq personalizzato con logo.

Sin dalle prime prove in mare avvenute a fine agosto si sono potute constatare le altissime prestazioni della barca e la facilità di utilizzo delle sue vele.

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