Franchini Yachts MIA 63, un motoryacht di carattere. La nostra prova

Barca a motore

24/08/2020 - 16:05

MIA 63, il nuovo motoryacht di Franchini Yachts, è lì, davanti a noi, ci aspetta all’ormeggio con i motori accesi, pronta a prendere il mare per il test, ma a catalizzare la nostra attenzione in quel momento è altro.

“In trentacinque anni di lavoro in cantiere ho maturato competenza, mestiere, esperienza e ho imparato come fare le barche. Il confronto continuo diretto, serrato e spesso contraddittorio, con una clientela esigente ed evoluta, mi ha insegnato l’importanza della qualità e il valore dell’umiltà dandomi la forza di rimettermi sempre in discussione per individuare esattamente quali barche fare. Solo la passione MIA e dei miei clienti può spiegare perché continuo a occuparmi di barche: per dare e ricevere emozioni.”

Così Massimo Franchini introduce la sua nuova impresa in ambito nautico. La sua è una vita dedicata a questa grande passione, una passione che è diventata competenza e che gli ha consentito di progettare barche dal notevole contenuto stilistico e tecnico, sia a vela che a motore.

Crediamo che sia utile inquadrare e presentare la mente che sta dietro a questo interessante progetto, una mente la cui versatilità e competenza rappresentano un valore aggiunto per il progetto stesso.

Alla vigilia degli anni Ottanta il giovane Massimo Franchini, già laureato in Architettura, prende definitivamente il timone dell’azienda di famiglia, un cantiere romagnolo affermato nella costruzione di barche a vela in legno, tra le quali spicca sicuramente l’MS 10 o Mediterraneo, commissionato da Norberto Ferretti. Il modello fu il primo “motorsailer italiano”, che contrapponeva ai modelli scandinavi un’idea mediterranea della crociera a vela: grandi spazi per la vita all’aria aperta e un’ottima abitabilità rispetto alle sue dimensioni.

Con Massimo, nasce il marchio Franchini Yachts. Al know-how del padre nella lavorazione del legno, Massimo unisce la passione per la ricerca, l’innovazione e la scelta dei materiali. Al legno si affianca la vetroresina passando, primo in Europa, all’introduzione della tecnologia dell’infusione sotto vuoto. Negli anni Novanta il cantiere continua a puntare sulla vela con il lancio di una nuova linea di imbarcazioni che enfatizza le prestazioni a vela delle carene nulla togliendo alle tradizionali caratteristiche di abitabilità dei motorsailer.

Capostipite della nuova linea il Franchini 45. Alla fine degli anni Novanta un ulteriore salto di qualità con la creazione della linea Custom, le cui linee d’acqua sono state disegnate da Doug Peterson. Primo modello delle Custom Yachts il Franchini 75L, seguito l’anno successivo dal Franchini 76 Nauta e nel 2002 dal Franchini Nauta 75.

Dopo oltre mezzo secolo di vela, Franchini Yachts vara il primo modello di una linea di barche a motore. Si tratta di Emozione, un 55 piedi dalle linee dolci ed eleganti ispirate alle lobster boat al quale farà seguito l’anno dopo Emozione 74 e una serie di 'variazioni sul tema' come la versione fly e infine un open da 55 piedi.

Ecco, il Franchini MIA 63 è frutto della profonda esperienza di Massimo Franchini. E in effetti, visitando lo yacht, si apprezzano tanti dettagli e tante caratteristiche che solo un progettista molto esperto poteva ideare. Ma analizziamo il MIA 63 con ordine.

Il MIA 63 è un motor-yacht sportivo semi-custom di 19,20 metri fuori tutto, con una larghezza massima di 5,24 metri. Pensato per una navigazione brillante, lo yacht ha linee d'acqua progettate dall'ing. Roberto Prever dello Studio Naos di Trieste adatte a esaltare le performance consentite da due motori Volvo Penta IPS 950 da 725cv ciascuno con eliche P2.

Il layout interno, progettato da Marco Veglia, è estremamente versatile. La prima unità ha tre cabine per gli ospiti, molto ampie. Un'armatoriale, una Vip e una doppia con letti ad L. Oltre all’ampiezza degli spazi quello che colpisce è l’altezza di oltre 2 metri che rende gli ambienti particolarmente ariosi e gradevoli. Non mi soffermo sulla descrizione delle cabine perché gli spazi interni possono essere variamente modulati e totalmente personalizzati in base alle richieste del singolo armatore con, ad esempio, la cucina e una dinette al posto di una delle cabine, oppure con un salottino sottocoperta.

La versatilità si estende anche alla configurazione della sovrastruttura: il MIA 63 viene presentato in quattro versioni che condividono la stessa carena: Open, Open T-top, Hard-top e Sport-Fly.

L’Open puro è un magnifico runabout i cui spazi esterni possono essere ombreggiati da un semplice tendalino, una sorta di capote. All’interno possono esserci due o tre cabine in base alla collocazione della cucina, sul ponte o sottocoperta.

Il T-top, la versione che abbiamo provato, rappresenta un ottimo bilanciamento tra spazi esterni totalmente en-plein-air e spazi riparati sotto un elegante top che si raccorda perfettamente al parabrezza. La zona conversazione/pranzo è in posizione pressoché centrale rispetto al ponte, alle spalle di un lungo bancone attrezzato come bar e cucina. All’estrema poppa, la zona prendisole è a disposizione degli amanti della tintarella. Altra zona prendisole a prua della timoneria, in prossimità dell’area di manovra.

Il disegno della prua ricorda quello del musetto di un’auto sportiva e cela al suo interno l’ancora. Tutte le attrezzature di coperta, bitte, passacavi, tientibene sono stati disegnati da Franchini così come i mobili, i divani, i sedili di pilotaggio. Non vi è alcun elemento di serie.

La versione Hard-top rivoluziona il concept trasformando il runabout in uno yacht con ampi spazi al coperto. In questo caso l’hard-top è chiuso a poppa e lateralmente da ampie vetrate lasciando all’esterno solo le aree relax e prendisole. Infine la versione Sport-Fly offre un ulteriore spazio all’aria aperta rappresentato da un piccolo flying-bridge con postazione di guida e spazio per prendere il sole. Il secondo MIA 63 in via di ultimazione è di quest’ultimo tipo.

La prima unità è stata presentata a metà luglio ad Ancona dove si è svolta anche una prova in mare. Prima di passare ai dati, è necessario dire che l’impressione generale della barca in navigazione è ottima: bell’assetto a tutte le velocità, passaggio fluido sulle piccole onde fuori dalla diga foranea, agile nelle virate, rombo dei motori profondo ma non fastidioso. I quasi 30 nodi di velocità massima offerta dai due scattanti IPS sono persino troppi per i miei parametri (ed è possibile montare anche un modello di IPS ancora più potenti a richiesta). A 20 nodi, secondo me, si fila che è una bellezza e si guadagna in comfort complessivo. Ma queste sono valutazioni del tutto soggettive.

Usciamo dal porto a 8,5 nodi controvento e gli strumenti segnano un consumo totale di 22 l/h. Acceleriamo e, superato il capo del Monte Guasco, con il vento a favore, navighiamo in scioltezza a 15,3 nodi e 1.700 giri/min con i consumi che si attestano attorno ai 107 l/h. Ancora gas e il MIA 63 tocca i 21 nodi a 2.100 giri/min con il consumo che sale a 177 l/h. Raggiunti i 2.570 giri/min la barca corre agile a 29 nodi bruciando 290 l/h. Anche a questa velocità l’assetto si mantiene corretto e la barca infonde una sensazione di robustezza e solidità.

Torniamo in porto sicuramente soddisfatti della prova. Il MIA 63, in tutte le sue versioni, è uno yacht di carattere per armatori che non amano avere un prodotto di serie. Attendiamo l’unità n.2 per scoprire le ulteriori potenzialità di questo modello che, per quanto abbiamo visto, ha tutti i numeri per riscuotere un meritato successo.

Maria Roberta Morso

Specifiche

Lunghezza f.t. 19,20 m - Lunghezza scafo 17.80 m - Lunghezza al gall. 16,95 m - Larghezza 5,24 m - Immersione 1,40 m - Dislocamento (pieno) 30.000 kg - Carburante 3.500 l - Acqua 1.000 l - Acque nere 300 l - Motorizzazione 2 x Volvo IPS 950 - Potenza 2 x 525 kW / 725cv - Velocità massima 29,5 nodi - Velocità di crociera 25 nodi - Autonomia (a 22 nodi) 450 miglia - Concetto e styling Massimo Franchini - Interior Design Marco Veglia - Architettura navale Roberto Prever - Naos

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