Beneteau First Yacht 53 ph. G.Martin-Raget

Beneteau First Yacht 53 ph. G.Martin-Raget

Al timone del Beneteau First 53, la prova in mare seconda parte

Barca a vela

10/07/2020 - 16:37

Il Beneteau First 53 trasmette sensazioni molto sincere e piacevoli al timone, si apprezza subito il perfetto bilanciamento, la ruota è morbidissima grazie all’attenta geometria dei leveraggi, la barca risponde con grande immediatezza. Sottocoperta in navigazione si apprezzano il comfort generale e l’assoluta assenza di scricchiolii, chiaro indice di una costruzione solida.

di Giuliano Luzzatto

Dopo la descrizione della sue caratteristiche tecniche e della filosofia progettuale del Benetau First 53, non resta che verificare il comportamento in mare. Nella prima parte della nostra prova, abbiamo già accennato al fatto che il Beneteau First 53 trasmette sensazioni molto sincere e piacevoli al timone. L’esemplare in prova era in versione sportiva, con chiglia profonda 3 metri e albero in carbonio maggiorato, così come il piano velico con randa square top di 91 mq gestita con circuito alla tedesca. Non è previsto il carrello randa, ma solo un golfare, in alternativa si può avere un winch su colonnina centrale, decisamente utile per chi volesse cimentarsi in qualche regata costiera o d’altura, perché permette di dedicare esclusivamente alle drizze i winch secondari. Assieme ai primari, i winch sui paramare restano comunque sempre a portata di mano del timoniere.

 

Abbiamo già scritto in apertura che la nostra prova si è svolta con vento medio-leggero, tra i 9 e i 12 nodi e leggero moto ondoso, comunque sufficiente a farci comprendere che il passaggio sull’onda è morbido. Siamo andati sottocoperta in navigazione, apprezzando il comfort generale e l’assoluta assenza di scricchiolii, chiaro indice di una costruzione solida e ben fatta. Al timone si apprezza subito il perfetto bilanciamento, la ruota è morbidissima grazie all’attenta geometria dei leveraggi, la barca risponde con grande immediatezza: merito della doppia pala, che di bolina stretta fuoriesce dall’acqua evitando trascinamento inutile. Non solo: l’attento lavoro sulla carena garantisce un’impronta in acqua decisamente stretta e allungata a tutto vantaggio dell’efficienza idrodinamica. In caso di aumento della pressione del vento, la barca si mantiene neutra, non aumenta lo sbandamento in modo significativo trasformando in aumento della velocità la maggiore spinta. Con 11 nodi siamo riusciti a stringere molto il vento, fino a 24 gradi di apparente, mantenendo la velocità a ben 7,5 nodi. Poggiando a 40 gradi, sempre di apparente, il nostro log ha fatto segnare 9 nodi. La barca sbanda di 16° gradi, angolo al quale la carena offre le migliori performance, ma in considerazione del baglio di 5 metri la sensazione di sbandamento è significativa: a noi questo è piaciuto, si percepisce tutta la potenza che l'imbarcazione esprime di bolina e "guardando giù" da sopravento la sensazione percepita è la medesima che si prova a bordo di maxi yacht. In virata la barca risulta maneggevole considerate le sue dimensioni, naturalmente conviene sfruttarne l'abbrivio per recuperare acqua nel vento prima di passare sulle nuove mure.

Trattandosi di una barca veloce, ma non specifica per da regata, predisposta con ogni comfort a bordo, non si possono pretendere velocità di planata al lasco. Tuttavia abbiamo raggiunto fino a 11 nodi al traverso usando i Code 0 rollato sul bompresso, mentre una volta issato il gennaker siamo scesi con un angolo al vento di 120/130 gradi navigando tra gli 8 e i 9 nodi. Terminata la prova, abbiamo apprezzato il boma semi park avenue sul quale ripiegare facilmente la randa.

Il pozzetto è ampio e vivibile, con un tavolo a doppia anta abbattibile che facilita il passaggio in navigazione – oltre a essere efficace come appoggio – e si trasforma in luogo ideale di convivialità all’ormeggio o, meglio, alla ruota in qualche baia protetta. Il passavanti è decisamente ampio e lo scalino di giunzione tra la coperta e la murata funge ottimamente da appoggio in caso di navigazione a barca sbandata. Tuttavia resta sempre preferibile muoversi sul lato sopravento se non ci sono esigenze specifiche come in regata.

Navigando a motore per rientrare in porto non abbiamo riscontrato una particolare rumorosità né vibrazioni, grazie anche al basso numero di giri consentito dalla potenza di ben 110 CV dello Yanmar con linea d’asse. Pur non avendo effettuato personalmente la manovra, la barca è entrata con estrema facilità al suo ormeggio, non certo ampio. Il prezzo della versione da noi provata, praticamente full optional si aggira attorno agli 800.000 Euro, una cifra assolutamente coerente con l’allestimento e la qualità costruttiva, anche se potrebbe sembrare eccessiva a una clientela più abituata a effettuare le proprie scelte unicamente sul rapporto costo/lunghezza. È quindi doveroso sottolineare che la versione base viene offerta dalla casa a meno di 500.000 Euro escluse tasse e trasporto.

@gluzzatto

PREVIOS POST
Assomarinas: Il Decreto Rilancio ignora i problemi dei porti turistici
NEXT POST
Mario Mattioli: Ci batteremo per difendere nostro diritto