Porto Carlo Riva, Rapallo: le foto dei danni dopo la mareggiata del 2018

Porto Carlo Riva, Rapallo: le foto dei danni dopo la mareggiata del 2018

Porto Carlo Riva di Rapallo: che si faccia luce rapidamente

Editoriale

18/06/2020 - 15:05

Come tanti altri operatori della nautica, abbiamo appreso nelle ultime ore le vicende che riguardano il Porto Carlo Riva di Rapallo. Sembrerebbe davvero una brutta storia, che vede protagonista la longa mano della camorra, intervenuta attraverso società collegate al pregiudicato napoletano Pasquale Capuano, per smaltire, in modo del tutto illecito, gli yacht distrutti nel porto dalla purtroppo famosa mareggiata del 2018.

Fra le persone coinvolte, soggette a misure cautelari, ci sono la direttrice del porto Carlo Riva, Marina Scarpino, e il presidente del consiglio d’amministrazione dello stesso, Andrea Dall’Asta, entrambi ai domiciliari. Si fa fatica a credere che ciò sia potuto accadere poiché si tratta di persone molto conosciute nel nostro ambiente per la loro serietà, che personalmente abbiamo sempre considerato specchiate, non fosse altro che per la loro totale abnegazione al bene del porto, fortemente voluto e fondato da Carlo Riva, padre della nautica di lusso, nel 1975.

Era già successo il 6 novembre del 2000 e a distanza di quasi 18 anni, il 29 novembre 2018, purtroppo, il Porto Turistico di Rapallo aveva dovuto di nuovo fare i conti con una mareggiata devastante, capace di affondare circa 80 barche solo all’interno dell’approdo.

Meno di un mese fa era stato dato l’annuncio che Fincantieri Infrastructure S.p.A, attraverso la sua controllata Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, aveva sottoscritto il contratto per la ricostruzione, il rinforzo e l’adeguamento dello storico porto turistico, realizzato con lo scopo di mettere in sicurezza anche l’abitato e l'area marina di Rapallo.

L’indagine della magistratura pare fosse partita subito dopo la mareggiata quando gli yacht distrutti furono portati via dal porto come si trattasse di imbarcazioni destinate alla manutenzione, senza alcuni rispetto dell’ambiente, senza le autorizzazioni necessarie per il trasporto via terra di rifiuti speciali. Yacht destinati a tre discariche abusive, una a Massa e una a Carrara, in Toscana, e una a Giugliano, in Campania, dove sembra siano stati sotterrati.

L’unica cosa auspicabile è che la giustizia faccia velocemente il suo corso, accertando in maniere chiara l’eventuale coinvolgimento dei due dirigenti, sulla cui buona fede continuiamo a credere, almeno fino a prova contraria. Speriamo di rivederli presto al lavoro nel loro Porto Carlo Riva di Rapallo.

Fabio Petrone

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