Marina Stella, Direttore Generale di Confindustria Nautica

Marina Stella, Direttore Generale di Confindustria Nautica

Marina Stella: Confindustria Nautica al fianco di tutta la nautica

Editoriale

14/05/2020 - 12:29

In questo periodo di grande difficoltà, Confindustria Nautica si è distinta per i risultati legati alla riapertura di molte attività della filiera, per l’interlocuzione ai massimi livelli con governo e regioni, per l’intensa attività di informativa ai soci, con note giornaliere di commento normativo, giuslavoristico, fiscale e tecnico sui provvedimenti emanati per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica. Ne parliamo con il Direttore Generale, Marina Stella.

Dott.ssa Stella, ci occupiamo molto dello stato delle aziende, qual è quello dell’Associazione nazionale di categoria?

Confindustria Nautica è a sua volta un’azienda, che incontra tutte le difficoltà di qualsia altra, dallo smart working alla sicurezza dei luoghi di lavoro, dal monitoraggio del ciclo finanziario agli adempimenti fiscali. Non abbiamo mai smesso di lavorare, pur adottando tutte le misure sanitarie e le cautele del caso, e anzi abbiamo moltiplicato i servizi ai Soci.

In alcuni casi estendendoli temporaneamente anche a non associati.

Si, proprio in considerazione del momento emergenziale e nell’ottica di difesa di tutta la filiera, che è il nostro DNA. Siamo al fianco di tutta la nautica.

A questo proposito è stata importante anche la cosiddetta riunificazione con alcune grandi aziende che erano fuoriuscite?

Sicuramente un valore importante la compattezza della rappresentanza che, a vantaggio di tutti, sia con l’ingresso di grandi nomi di cantieri costruttori, sia la nuova assemblea - la n.8 - dedicata alle Reti di vendita, che nonostante il momento continua a crescere.

Come sono gestiti i rapporti con il governo?

Ai massimi livelli, con Palazzo Chigi. Nel mese di aprile ci sono state tre incontri di vertice, un’altro la prima settimana di maggio. Altri video incontri sono stati effettuati con il MiSE, in questo caso per la riapertura di reti vendita e negozi di nautica.

Siete stati sempre piuttosto oculati nel diffondere notizie sulla vostra attività. Perché?

Quando ci sono interlocuzioni di questo tipo la riservatezza è un requisito fondamentale. Tra l’altro i meccanismi sono più complicati di come possano sembrare secondo una lettura di buon senso. E poi ci sono anche ragioni di necessità, siamo talmente concentrati nel fare, che il tempo per comunicare è anche poco.

Tecnica e buon senso, è un tema interessante. Ci fa un esempio?

Dopo refitting, cantieri, porti, broker, negozi, siamo impegnati da settimane per avere una data per la riapertura delle attività del charter e il pieno uso privato delle unità da diporto. Sono girate tante proposte, una sostiene: «I distinguo da mettere in atto poi per evitare il rischio di contagio sono veramente pochi e di facile applicazione: l’utente nautico esce da casa, sale in auto, arriva in porto, sale in barca ed esce in mare». Sembra di buon senso, ma è esattamente il contrario di quello che il Governo richiede: misure, procedure, monitoraggi, che misurino, numeri alla mano, la riduzione del rischio. Se ascoltasse questa tesi non potrebbe far altro che rimandare ulteriormente.

Quest’ultimo, diciamo quello dei protocolli tecnici, è il tipo di risposta che state fornendo?

Si, c’è molto più lavoro dietro di quanto non possa sembrare - raccolta dati, analisi, analisi di rischio, proposte normative - e ovviamente questo non è un lavoro di questi giorni, ma delle scorse settimane perché non sono risultati che maturano in poche ore.

Da ieri la Francia ha riaperto la navigazione. Noi?

L’Italia non ha mai chiuso la navigazione, che infatti per motivi commerciali e di lavoro può essere effettuata. Ha chiuso le persone in casa, stabilendo un numero massimo, attraverso l’individuazione di attività lavorative, di quelle che potevano circolare. Come dicevo, la sfida e far includere anche le attività della filiera non ancora aperte offrendo strumenti per abbassarne gli indici di rischio.

Direttore, questa intervista nasce da una considerazione fattaci da un alto rappresentante di un’associazione di categoria aderente a Confindustria, che rappresenta un settore molte volte più grande della nautica e che le faceva i complimenti. C’è un segreto?

I segreti sono due: la passione e la competenza. Esattamente come avviene nelle aziende dei nostri imprenditori, posso dire che anche in Associazione la passione per questo settore si esprime quotidianamente nel lavoro. La struttura ha risposto con molta dedizione a questo momento difficile che comporta tanti disagi e il valore che esprime, come persone singolarmente e come gruppo, è un fatto di cui sono estremamente orgogliosa.

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