COVID-19

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C’è il Coronavirus, posso uscire in barca? NO, DEVI STARE A CASA!

Editoriale

06/04/2020 - 12:11

Posso uscire in barca da solo? Possiamo essere in due se uno sta a poppa e l’altro a prua? Posso andare a pesca? Ma se esco col laser che succede?

Di domande come queste ne sono giunte diverse in redazione negli ultimi giorni, la più bella con un incipit del tipo “vorrei andare in mare per alleviare la sofferenza di questo momento…”! Ne siamo basiti, sinceramente e profondamente, e per questo vogliamo dare una risposta, una per tutti, attraverso questo breve editoriale.

Forse non è chiaro il concetto che virologhi, medici, infermieri, addetti alla protezione civile, sindaci e ogni altro rappresentante delle istituzioni stanno cercando di trasmettere incessantemente alla popolazione: STATE A CASA! Realmente non si riesce a capire che la quarantena che ci viene chiesta di rispettare non è un dispetto né una violenza alla libertà personale, ma un atto necessario per cercare di arginare una pandemia che sta ammazzando migliaia di persone?

Ricordiamo che andare in barca non è un’attività contemplata fra quelle necessarie, che sono: comprovate esigenze lavorative; situazioni di necessità; motivi di salute; rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, a meno che questa non sia in barca! Pertanto l’andare in mare per cercare divago, non è un’attività che giustifica l’uscita di casa!

La totale mancanza di senso civico che alberga in molti italiani, balza purtroppo evidente leggendo che in questi giorni sono state già elevate più di 8.000 multe, con relative denunce penali, ad altrettanti imbecilli pizzicati dalle forze dell’ordine là dove non dovevano essere, per strada.

Utilizzare i cellulari per tracciare gli eventuali spostamenti delle persone, inasprire le multe, usare l’esercito per impedire alla voglia di aggirare i divieti che alberga in molti di noi italiani, di prendere il sopravvento, sono alcune delle proposte che in queste ore sentiamo proporre nei TG per arginare tutti gli insofferenti. In linea di principio siamo profondamente contrari a questo tipo di soluzioni, come siamo contrari all’enorme mole di leggi e norme che ci vengono imposte nella vita di tutti i giorni. Questo però è un caso diverso, perché è una situazione d’emergenza e di mezzo c’è la vita di tanta gente. Ci rendiamo conto che soggetti pericolosamente sciocchi in giro ce ne sono troppi, per cui, per l’incolumità di tutti, per il bene comune, che vengano prese tutte le iniziative capaci di fermarli.

Renderci conto che dobbiamo essere trattati come bambini, sinceramente, ci provoca una sofferenza molto maggiore del dover vedere il mondo dalla finestra di casa!

Ad maiora

Fabio Petrone

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