'Fiumicino, una giornata grigia' - Acquarello di Fabrizio Esposito

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Maxi canoni demaniali: Milleproroghe palliativo, il bubbone resta

Editoriale

08/01/2020 - 13:50

Direttiva Bolkentein e canoni demaniali, la solita politica dello scarica barile

Il Decreto Legge Milleproroghe approvato lo scorso 21 dicembre, con l’articolo 37 ha di fatto congelato il pagamento dei maxi canoni demaniali entrati in vigore con la finanziaria del Governo Prodi del 2006 che, oltre al settore turistico balneare, colpiscono il turistico nautico, pesando sulle aziende che gestiscono i porti turistici. L’aumento retroattivo dei canoni demaniali - già dichiarato illegittimo da tribunali civili, Corti d’Appello, TAR, Consiglio di Stato e, nel 2017, anche da una sentenza della Corte Costituzionale - non è stato quindi annullato né modificato, come chiesto a gran voce dalle associazioni di categoria anche attraverso la voce di PressMare, per evitare il disastro che porta in termini finanziari e occupazionali. Il saldo delle cartelle esattoriali emesse dalle Agenzie del Demanio e delle Entrate è stato solo posticipato al 30 giugno 2020.

Come interpretare la cosa? È come se a un moribondo si concedesse un altro po’ d’ossigeno, sperando che nel frattempo, in 180 giorni, venga miracolosamente trovato un antidoto che da anni nessuno vuol trovare. Il dottore di turno cioè chi ci ha governato in questi ultimi anni, a partire dai nostri parlamentari europei che nel 2006 approvarono senza battere ciglio la famigerata “Direttiva Bolkestein” sul demanio, al di là del colore politico non ha mai voluto mettere mano su quella norma purulenta, ma ha preferito che del bubbone se ne occupasse il medico del turno dopo. La solita strategia dello scarica barile puntualmente applicata, che non porta da nessuna parte.

Nonostante gli emendamenti riparatori presentati grazie soprattutto all’attività di UCINA, oggi Confindustria Nautica, nessun governo si è mai preso la bega di farli passare nelle varie finanziarie, l’ultima di appena un mese fa. Purtroppo quella di scaricare i problemi su chi verrà dopo, è una brutta abitudine della nostra classe politica che evita di prendere decisioni o di impegnarsi ed esporsi troppo in azioni impopolari o impugnabili. Piuttosto che doversi sbattere e decidere, meglio non fare nulla. Riguardo ai canoni demaniali, meglio rimandare ogni decisione a dopo il 30 giugno 2020, quando in diverse importanti Regioni si sarà già votato – Emilia Romagna, Toscana e Campania sono fra quelle a maggiore densità balneare e nautica, dove il problema demaniale è più sentito - e magari chi oggi è al governo del Paese non lo sarà più.

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