Nerea Yacht NY24

Nerea Yacht NY24

Nerea NY24: il motoscafo day cruiser diventa uno yacht di lusso

Barca a motore

14/08/2019 - 11:35

Ha debuttato a Dusseldorf da costruttore di barche ma l’esperienza imprenditoriale che ha nella yachting industry è ventennale. Dario Messina con Nerea Yacht gioca la sua carta puntando alto anzi, all’alto di una nicchia del mercato di per sé particolare, dedicata agli appassionati del motoscafo più iconico che c’è, il runabout. Un concept che è nella storia della nautica, con la sua inconfondibile larga prua pontata e il grande pozzetto nel quale godere sole e velocità, mare e comodità. Una tipologia di scafo probabilmente avviata a tornare cool come nei ruggenti anni ‘50/60, perché sempre più spesso a sceglierla, oggi come allora, quale barca per fare il bagno, come tender, sono gli armatori delle barche più grandi, chi possiede super, mega o giga yacht, influencer degli stili di vita in grado di fare tendenza.

Dario Messina con la sua barca, NY24, in questa nicchia del mercato mira a quella fascia di clientela che ricerca il meglio in termini di stile e allestimento, cioè a chi vuole una barca bella e ben fatta, com’è norma per un prodotto di qualità totalmente Made in Italy, con personalità e soprattutto ampiamente personalizzabile alle necessità di ciascuno. La barca che propone si chiama NY24 e per saperne di più, in attesa dei test in mare, abbiamo chiesto a lui stesso di darcene una descrizione. Lo abbiamo incontrato durante il Versilia Yachting Rendez-vous 2019, dove la barca è stata esposta per la prima volta in Italia.

PressMare - Innanzi tutto, quanto è difficile dare un nome a un nuovo brand e come nasce Nerea Yacht?

Dario Messina – Assieme al mio team abbiamo fatto un po’ di ragionamenti su varie parole, non è stato semplice, poi è prevalsa la scelta su un nome evocativo della mitologia, di cui sono appassionato, fortemente legato al mare. Ho pensato a Nereo e alle sue ninfe, le 50 Nereidi, che assieme ai Tritoni facevano parte del corteo di Poseidone, dio del mare. L’etimologia del nome sta a significare “che scorre sull’acqua” per cui l’ho trovato oltremodo pertinente per una linea di barche, oltre che per me affascinante. Le Nereidi cavalcavano delfini noi ci limiteremo a navigarci al fianco.

PM - La barca, invece, com’è nata?

DM - Dalla mia idea che anche nella nautica così detta minore, quella dei natanti, si possa puntare a costruire barche di grande livello, scafi nei quali possa emergere quella stessa qualità che sa esprimere la nostra cantieristica e la sua filiera nel mondo di yacht e superyacht.

Della barca che avevo in mente ne ho parlato con due architetti molto bravi, Alessio Battistini e Davide Bernardini dello studio di design ideaeITALIA, e assieme siamo arrivati a realizzare un progetto che risponde ai requisiti di cui sopra, capace di risaltare per tutte quelle finiture e le ricercatezze che un armatore esigente vuole, qualsiasi sia l’imbarcazione sulla quale si trovi, piccola o grande. Salgo a bordo e ho piacere di vedere un’imbarcazione rifinita in un certo modo, capace di attirare per l’attenzione al dettaglio che solo un allestimento di un certo tipo, di maestria artigianale, può garantire. Personalmente, ma credo sia così per tutti, ho piacere quando mi trovo di fronte a qualcosa che percepisco essere stato fatto apposta per me, ed è proprio questo che vorremmo fare con la nostra NY24, cucirla addosso ciascun armatore.

PM - Quali sono le caratteristiche dello scafo?

DM - L’intenzione era quella di fare una barca bella, esclusiva, ma con dei contenuti importanti anche sotto il profilo delle doti marine. Per NY24 abbiamo quindi studiato uno scafo a V che oltre a garantire velocità potesse affrontare anche l’onda formata con sicurezza e comfort, optando per una forma caratterizzata da un angolo di 18,5° a poppa, capace di sfruttare al meglio la potenza del motore Volvo Penta D4 da 260HP con piede poppiero a doppia elica Duo-Prop. Abbiamo già effettuato dei test e la barca raggiunge i 35 nodi di velocità massima, mentre la crociera si attesta attorno ai 28. Per chi volesse ancora più emozioni dalla velocità, c’è anche l’opzione dei 300HP, sempre entrofuoribordo Volvo Penta, sempre diesel.

PM – La barca tipologicamente è un runabout ma ha anche un vero e proprio sotto coperta abitabile…

DM – Volevo una barca per far godere il mare e il sole ai suoi ospiti, ma anche in grado di dare accoglienza per riposare o per passare la notte in un ambiente che fosse una vera cabina e non un alloggio di fortuna. Per questo devo fare i complimenti ai designer, perché la barca assolve perfettamente le due funzioni, ha la sportività e gli spazi esterni del runabout ma è a tutti gli effetti anche un comodo day cruiser.

PM – A nostro giudizio gli architetti di ideaeITALIA sono riusciti a dare alla barca una linea accattivante, con delle ottime proporzioni, che anche nella vista in pianta ha i canoni del classico motoscafo sportivo: prua svasata, larga, e poppa rastremata. Guardando la barca dall’esterno non se ne percepisce il volume interno, che è parecchio se correlato ai 7,35 metri di lunghezza dello scafo…

DM – Mi è piaciuta da subito la loro idea di adottare una linea del cavallino molto particolare per definire la vista laterale dell’imbarcazione, che dà molto slancio, un dinamismo ripreso anche dagli stilemi delle murate e per la superficie in contrasto nella quale è racchiusa la finestratura che dà luce naturale agli interni.

PM - La prua slanciata che punta verso l’acqua e l’andamento delle murate a poppa, basse perché funzionali alla balneazione, sono altri segni distintivi che danno una precisa identità allo scafo, condividiamo. Il fulcro della barca è comunque il suo generoso pozzetto…

DM - È la zona living che si trova a centro barca, che ho voluto comoda perché questa è comunque una barca mediterranea, solare. Per enfatizzare questo aspetto la dinette è trasformabile grazie al tavolo centrale abbattibile, in modo che possa trasformarsi in una ulteriore superficie prendisole, oltre a quella che abbiamo previsto all’estrema poppa.

PM - La poppa della barca è anch’essa caratteristica…

DM - Questo tipo di barche, specie quando vengono utilizzate come tender di grandi yacht, divengono spesso il vero trait d’union fra l’armatore e il mare, il loro piccolo angolo di paradiso per fare il bagno. Abbiamo quindi pensato di agevolare quanto più possibile l’accesso all’acqua, dotando NY24 di una comoda plancetta e, soprattutto, progettando lo specchio di poppa su tre livelli in modo da creare una discesa a mare estremamente facile e fruibile, così come la risalita dall’acqua.

PM - La plancetta di poppa come tutto il calpestio della barca è rivestito in teak e questo sicuramente rafforza la sensazione di trovarsi a bordo di una barca di qualità.

DM - Sui materiali non abbiamo lesinato, questo teak è lo stesso che potrebbe trovare sulla coperta di una nave di lusso. Lo abbiamo voluto per sottolineare la qualità della barca, indubbiamente, e per dare un tocco di classico, un omaggio al passato dei runabout, pur essendo questa una barca moderna.

PM – La prua è molto bella, una forma pura grazie all’ancora completamente a scomparsa.

DM - Quando è in posizione di riposo, l’ancora è all’interno del musone e diviene visibile solo quando dalla plancia si azionata un movimento elettromeccanico a ribalta, un sistema che difficilmente si trova su barche di queste dimensioni.

PM - Cos’altro mi dice a proposito dell’allestimento esterno?

DM - Il pozzetto è da barca mediterranea, ma abbiamo previsto anche la possibilità di coprirlo per dare riparo dal sole nei momenti più caldi della giornata. Ciò avviene grazie a un tendalino a scomparsa che si estende sull’intera zona living. Abbiamo fatto realizzare dei pali di sostegno in carbonio che, quando non utilizzati, scompaiono all’interno di due tasche ricavate nella coperta, molto pratiche. Inoltre, il pozzetto può essere allestito con due frigoriferi a cassetto, oltre un lavandino a scomparsa e un piano cottura.

PM - Mi descrive gli interni?

DM - Abbiamo pensato a un volume modulabile in termini di utilizzo, quindi ci siamo attenuti a uno schema abbastanza classico per un day cruiser, allestendolo con divani che possono essere trasformati in un ampio matrimoniale. Il divano della dinette è in realtà un grande contenitore dove entra molto materiale da stivare, che così non ci si ritrova fra i piedi quando vivi la barca. Fra le dotazioni della cabina c’è un wc a scomparsa, sempre comodo ma specie quando si utilizza la barca per il week-end… Ho cercato di fare la differenza rispetto a ciò che offrono barche della stessa tipologia, puntando proprio sull’allestimento di NY24, sulla cura con cui tutto è pensato e realizzato, esternamente e nella cabina.

PM – Cos’è quel materiale molto particolare che vediamo sulla barca, sembra pietra…

DM – Si chiama Oltremateria, un materiale nuovo, ricercato, un’eco-malta certifica a base d’acqua che esternamente abbiamo utilizzato per il tavolo del pozzetto e per il carter del tambuccio. Ha delle caratteristiche tecniche di rilievo, uniche, che sottolineano l’esclusività della barca, al di là del fattore estetico. È resistente ai fattori ambientali, quindi l’esposizione a sole e salsedine non lo aggredisce. È riciclabile, perché privo di cementi, resine o comunque di sostanze tossiche che possano sprigionarsi nel tempo o comunque a fine vita del prodotto con lo smaltimento. In più è flessibile, traspirante, ignifugo, personalizzabile nella composizione e quindi nel tipo di effetto che si vuole raggiungere e nel colore. È, insomma, un materiale molto versatile, adatto a rivestire ogni superficie.

PM – Anche le luci esterne così come gli acciai, le bitte ecc. sono le stesse che si utilizzano sugli yacht extra lusso.

DM – Le luci sono della serie Secret di Quick, a scomparsa, sono di grande effetto così come l’illuminazione a led delle prese d’aria che si trovano sui fianchi esterni della barca, una chicca in più di NY24. Altri particolari come le bitte, gli smartlock o i pali in carbonio per il tendalino esterno sono della Seasmart. Sottolineo ancora una volta che tutto, però, è personalizzabile secondo gusto, compresi i rivestimenti, che possono essere scelti il tessuto, pelle ecc.

PM – Quante barche vuole fare ogni anno?

DM – La produzione seriale con grandi tirature non è certo il nostro obiettivo. Per garantire il livello qualitativo che ci prefiggiamo di raggiungere su ogni esemplare, per customizzarlo come vuole il cliente, ci vuole il tempo giusto, non si può correre, non si possono fare tanti esemplari. Anche se il mercato dovesse richiedere centinaia di barche l’anno, noi resteremo sempre su numeri contenuti, nell’ordine delle decine di scafi.

PM - Immaginiamo che NY24 sia il primo modello di una gamma.

DM – Per noi questo è l’anno del debutto, stiamo portando la barca ai primi saloni nautici, ci dobbiamo far conoscere e apprezzare sia dai clienti sia dagli operatori. Il 24 piedi sta destando interesse, ci stanno contattato dealer da tutto il mondo e anche in Italia, specie quelli che si rivolgono a una fascia di utenza che vuole barche fuori dal coro. Anticipando le loro richieste, abbiamo già iniziato a disegnare anche una versione totalmente aperta di NY 24, senza cabina, per quegli armatori di grandi yacht che preferiscono avere un tender ancor più funzionale ai bagni di sole e di mare. Sicuramente faremo anche dell’altro per offrire al mercato una vera e propria gamma, ma è prematuro parlarne. Al momento preferiamo che l’attenzione anche da parte dei media resti concentrata sul lancio del brand – Nerea Yacht - e della sua prima barca.

Qui il test di Nerea NY24

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